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48 ore nel Principato di Monaco: un tour delle meraviglie da scoprire a piedi

8 minuti di lettura

Poco più di 2 km² e 48 ore di tempo a disposizione, qualcuno penserà: un gioco da ragazzi. Ma forse state sottovalutando che qui, nel Principato di Monaco, baciato dal sole per oltre 300 giorni l’anno, uno degli stati più cosmopoliti al mondo, tra grattacieli e bolidi che sfrecciano, le sorprese sono dietro l'angolo e potreste goderne anche visitando lo stato esclusivamente a piedi.

Panorama del Principato di Monaco. @BenjaminVergely photo credit
Panorama del Principato di Monaco. @BenjaminVergely photo credit
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Giorno 1: Monaco green, proiettata al futuro e con tanti spazi verdi

Venire a Monaco e non immergersi nelle acque che la bagnano sarebbe insensato e dunque cercate la sua spiaggia per il vostro battesimo monegasco: la Promenade du Larvotto, nella parte più orientale, è il lungomare che costeggia la spiaggia più grande del Principato, completamente smoke free, luogo vivace con locali e ristoranti, postazioni per noleggiare bici elettriche, attrezzature sportive per allenamenti open air, ascensori per raggiungere il mare, tutto firmato da Renzo Piano. E quando avrete voglia di fare un tuffo, troverete un’acqua trasparente e piena di pesci che vi nuotano attorno: Monaco ha ben due riserve marine, una proprio al Larvotto, l’altra detta delle Spélugues. Questo è in linea con la politica voluta da S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco a sostegno della biodiversità, la gestione delle risorse e la riduzione dei gas a effetto serra.

Percorrendo tutto il lungomare da est a ovest, ci si trova davanti a un assaggio del paese del Sol Levante: sarete pervasi dalla filosofia zen visitando le Jardin Japonais, voluto dal Principe Ranieri III nel 1994. È un luogo perfetto per passeggiare tra ponticelli, piccoli laghi con carpe Koi che nuotano tra ninfee e fiori di loto, cascate, lanterne e una la casa del tè, con materiali che arrivano direttamente dal Giappone.

Un’altra passione della famiglia Ranieri è quella per le automobili, che si traduce nella Collection Automobiles di S.A.S. il Principe di Monaco, su Port Hercule a due passi dal circuito automobilistico, dove sono esposti una settantina di modelli che il Principe Ranieri III iniziò a collezionare alla fine degli anni Cinquanta. Ci sono auto che hanno fatto la storia della Formula 1 nel Principato e modelli storici come la Chrysler Imperial che Ranieri III aveva appositamente fatto venire dagli Stati Uniti per andare a prendere la principessa Grace al porto.

Port Hercule. @BenjaminVergely photo credit
Port Hercule. @BenjaminVergely photo credit

A proposito di porto, proprio di fronte al museo la vista si apre su Port Hercule, il porto turistico più moderno e pratico del Mediterraneo Occidentale, ampliato tra il 2002 e il 2014 con una diga semi galleggiante. E se anche in viaggio volete tenervi in forma, sappiate che proprio qua si trova lo Stade Nautique Rainier III, un complesso sportivo con una piscina olimpica per piacevoli sessioni di nuoto e corsi di acquagym. Da maggio a ottobre si viene a nuotare qui, sulla Route de la Piscine, mentre da dicembre a marzo diventa una pista di pattinaggio sul ghiaccio di 1.000 mq per divertirsi con tutta la famiglia.

Su Port Hercule si trovano anche il Théâtre du Fort Antoine, un teatro all’aperto per spettacoli che si tengono nei mesi estivi, proprio qui dove sorgeva una fortezza settecentesca voluta dal principe Alberto I, che fu distrutta poi nel ‘44. Fu ricostruita negli anni Cinquanta del Novecento dal principe Ranieri III, conservando parte dell’architettura militare. Continuando verso il mare c’è l’Esplanade Stefano Casiraghi dove trovate un solarium, una stazione sportiva gratuita all’aperto e uno spazio dedicato al parkour. E se avete voglia di attraversare rapidamente il porto, salite a bordo del bateau bus elettrico.

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Le Rocher. @BenjaminVergely photo credit
Le Rocher. @BenjaminVergely photo credit

Giorno 2: il fascino del Casinò e del quartiere storico Le Rocher

Non bisogna essere appassionati del tavolo verde per entrare nel Casinò di Monte Carlo, tempio del gioco d’azzardo in stile barocco, ricco di affreschi e sculture, edificato nel 1863 dall’architetto Charles Garnier, per volontà del Principe Carlo III che volle la costruzione di un nuovo quartiere chiamato Monte Carlo. L’edificio è stato progettato attorno a un atrio d’onore circondato da 28 colonne in onice che sorreggono una galleria con balaustra coperta da un soffitto in vetro inciso, luogo che si attraversa per entrare nelle sale da gioco, come la leggendaria e opulenta Sala Europa, la più antica del Casinò. Ma la vera gemma è la Salle Garnier, un teatro d’opera dall’eccellente acustica in stile Belle Epoque da poco più di 500 posti, che si rifà alla sorella maggiore parigina tra velluti rossi, stucchi e fregi. Se avrete la fortuna di trovare un biglietto per un’opera, non lasciatevelo sfuggire.

Marché de La Condamine. @BenjaminVergely photo credit
Marché de La Condamine. @BenjaminVergely photo credit
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Una volta usciti, per riprendervi da tanto splendore, fate un tuffo nella normalità e, come i monegaschi, venite a fare la spesa a La Condamine, mercato che si tiene in Place d’Armes, una delle zone più antiche del Principato dove troverete colorati banchi di frutta e verdure locali, in un’area ornata da portici sotto i quali si mangia, si chiacchiera, si legge il giornale o si fa uno spuntino da Chez Roger, chiosco dove assaggiare la socca, una farinata di ceci davvero deliziosa. A questo punto alzate la testa e vedrete davanti a voi la Rampe Major, la salita che dalla Condamine conduce direttamente a Place du Palais. Una volta in cima, sarete nel cuore di Monaco, il Quartier du Rocher, la parte antica, dove ci sono i palazzi del potere e dove potrete assistere al cambio della guardia, ogni giorno alle 11.55 spaccate, solenne rituale che coinvolge i Carabinieri del Principe che, dal 1817, hanno in capo la sicurezza di Sua Altezza Serenissima e della sua famiglia e si muovono al motto di onore, fedeltà e dedizione. Tanto sono coordinati e perfetti che sembrano un impeccabile corpo di ballo.

Jardin du Casino.  @BenjaminVergely photo credit
Jardin du Casino. @BenjaminVergely photo credit

Non si muove soltanto a passo veloce e costante verso il futuro, ma il Principato di Monaco preserva anche il suo cuore più antico, ve ne renderete conto camminando per queste stradine medievali, attraversando la pittoresca place Saint Nicolas, ammirando la Chapelle de la Miséricorde, il Palais de Justice e le Palais Princier de Monaco, residenza privata di cui, in alcuni periodi dell’anno, si possono vistare i Grandi Appartamenti. Qui respirerete tutta la storia di questo straordinario stato. E poi c’è la Cathédrale de Monaco, edificio romanico-bizantino, eretto nel 1875 con pietre bianche de La Turbie, e avvolto nella sacralità più assoluta: custodisce, una accanto all’altra, le tombe, sempre ornate di profumati fiori, del Principe Ranieri III e dell’amatissima Grace Kelly, una delle icone indimenticate del Principato. La cattedrale vanta anche uno stupefacente organo con 4 tastiere, 79 registri e 7000 canne, uno strumento unico nel genere.

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Les jardins Saint-Martin. @BenjaminVergely photo credit
Les jardins Saint-Martin. @BenjaminVergely photo credit

Non andatevene senza aver visitato Les jardins Saint-Martin, tra il Museo Oceanografico e la Cattedrale, primo giardino pubblico di Monaco, creato, pensate, nel 1816 per dare lavoro agli abitanti del Principato durante un periodo storico difficile. Sui fianchi della rocca dei Grimaldi, ecco specie esotiche, affacci sul profondo blu del mare, sculture, un laghetto ed esempi di arte botanica che lasciano intendere che essere un giardiniere nel Principato non è una cosa per tutti.

Cinque minuti a piedi ed ecco il Musée Océanographique de Monaco, famoso in tutto il mondo, che ospita più di 6000 specie e ha una bellissima terrazza sul mare. Ideato dal Principe Alberto I, da oltre un secolo promuove la tutela e la conoscenza degli oceani e stupisce i visitatori con quattro ambienti d’acquario dove restare a bocca aperta davanti ai coralli fluorescenti e alla laguna degli squali e scoprire specie protette o del passato, in ambienti che ricordano i romanzi di Jules Verne, ma anche curiosità legate al mare. C’è pure un centro di cura per tartarughe e cavallucci marini e una stanza che simula l’immersione nella grande barriera corallina. Insomma, si sogna a occhi aperti.


Jardin Hotel de Paris. Credits @BenjaminVergely photo credit
Jardin Hotel de Paris. @BenjaminVergely photo credit
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Dalla storia alla modernità: nella parte più occidentale di Monaco c’è Fontvieille, un quartiere nuovo, con appartamenti di lusso, parchi, musei, un porticciolo per yacht e il Roserarie Princesse Grace, dove ritagliarsi una pausa poetica. Creato nel 1984 per volontà del Principe Ranieri III in ricordo di sua moglie, la Principessa Grace, questo roseto di 5.000 m², progettato secondo i dettami dei giardini all’inglese, con 315 varietà di coloratissime rose dal profumo inebriante, ha festeggiato nel 2024 i suoi primi quarant’anni. Un totem interattivo permette di localizzare ogni roseto su una mappa e, inquadrando i QR code dei pannelli illustrativi, si può identificare ogni pianta di rose. A Fontvieille, ci sono anche lo Chapiteau de l’Espace Fontvieille, tendone dove si tiene ogni anno il più importante festival di circo al mondo, l’Eliporto di Monaco che in sette minuti collega il Principato con l’aeroporto di Nizza e lo Stade Louis II, che, con più di 18 mila posti, è la casa della squadra dell’AS Monaco, ma ospita anche concerti e altri eventi sportivi, grazie a una piscina olimpica e un campo polivalente indoor. La versione che vedete oggi è quella inaugurata nell’85 ed è il luogo di culto del tifo monegasco.

A fine giornata fatevi un regalo, una cena allo storico Café de Paris, inaugurato nel 1868 e riaperto nel novembre 2023 completamente rinnovato, anche se l’atmosfera è stata mantenuta grazie a marmi, boiserie, ampie vetrate e un diffuso fascino art nouveau. Una brasserie dove si incontrano anche i monegaschi davanti a un caffè o una zuppa di cipolle gratinata. Pensate che qui, alla fine dell’Ottocento, nacque la crêpe Suzette, una crêpe flambée al liquore e profumo d’arancia che conquistò il futuro Re d’Inghilterra Edoardo VII, che la chiamò come la sua accompagnatrice, una ballerina che rispondeva al nome di Suzette. Da allora questo dolce non ha mai cambiato nome.

Alla fine di questo weekend vi sorprenderete per aver scoperto una Monaco che, forse, non vi aspettavate così ricca di spunti, capace di stupirvi a ogni curva. Un po’ come accade con quelle leggendarie del suo circuito.

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