Principato di Monaco: idee di viaggio per scoprire una meta sostenibile oltre al glamour

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Un minuscolo scrigno di bellezza e opulenza, ricco di eventi mondani, bolidi che percorrono strade eleganti, lusso a ogni angolo: una meta perfetta per vacanze glamour. Uno Stato che attira, tra viaggiatori e residenti, le persone più facoltose al mondo per l’offerta esclusiva che sostiene la sua capacità di richiamare i visitatori. Tutto questo è ciò con cui, perlopiù, si tende a identificare il Principato di Monaco: il che non lo rende, nell’immaginario comune, la migliore scelta per famiglie e viaggiatori che non vogliano spendere una fortuna. Eppure oltre al glamour c’è di più.

Il Principato di Monaco. BenjaminVergely photo credit
Il Principato di Monaco. BenjaminVergely photo credit
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Molte delle idee che la gente ha sul Principato di Monaco si basano su una conoscenza ben poco approfondita del piccolo Stato, sul fraintendimento di fondo che questa sia una meta per ricconi impegnati a spendere da mattina a sera e che non ci sia posto per le persone comuni.

Intendiamoci: il tenore di vita è alto e i prezzi non sono in generale economici, ma le opportunità di alloggiare a cifre accessibili non mancano, così come la scelta di attività e visite a costi sostenibili.

Museo Oceanografico. BenjaminVergely photo credit
Museo Oceanografico. BenjaminVergely photo credit

Il Principato di Monaco è in realtà anche una meta per viaggiatori attenti e consapevoli, uno dei paesi più interessanti in Europa anche per le nuove generazioni, per due ragioni: la solida attenzione verso i temi legati alla sostenibilità e all’ambiente e l’offerta culturale, soprattutto in rapporto alla popolazione.

A novembre scorso sono stati presentati, al Grimaldi Forum, i dati relativi a un sondaggio condotto dal Consiglio Nazionale del Principato di Monaco: i cittadini monegaschi sono stati sottoposti, nel settembre 2024, a un questionario di trenta domande su vari temi, tra cui salute, sicurezza pubblica, tempo libero. Analizzando i dati, sorprende quello relativo al trasporto pubblico: il 71% degli intervistati crede nell’incentivazione della mobilità sostenibile, anche a costo di limitare l’uso dell’auto, e si è detto d’accordo a sviluppare le aree pedonali, all’ampliamento degli spazi verdi e a limitare i parcheggi in strada. Inoltre, studiando le abitudini dei monegaschi, emerge che il 79% degli intervistati preferisce camminare e i due terzi usano l’autobus. Questo rivela quanto il Principato sia sensibile ai temi della sostenibilità ambientale e quanto questa politica si rispecchi nelle trasformazioni che interessano lo Stato.

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Hotel Monte-Carlo Beach. BenjaminVergely photo credit
Hotel Monte-Carlo Beach. BenjaminVergely photo credit

Sin dalla sua incoronazione, S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco ha condotto con convinzione una politica in favore dello sviluppo sostenibile, a livello nazionale e internazionale. Le iniziative riguardano in particolare la biodiversità, la gestione delle risorse e la riduzione dei gas a effetto serra.

In particolare, il Principato protegge con forza le proprie acque territoriali, che fanno parte del santuario marino Pelagos. A Monaco, inoltre, ci sono due riserve marine e, sulla terraferma, sono ospitate ben 880 specie vegetali. Aggiungiamo anche che si portano avanti assidue campagne per razionalizzare e ridurre il consumo d’acqua, che la qualità dell’aria è costantemente monitorata così come quella delle acque balneabili. Ancora, lo Stato si è dato come obiettivo il raggiungimento di un’impronta di carbonio neutra entro il 2050 e, di conseguenza, si è impegnato a ridurre, entro il 2030, le sue emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990.

Si organizzano poi regolarmente iniziative di sensibilizzazione sui temi della raccolta differenziata, della lotta allo spreco alimentare e della protezione della biodiversità. I viaggiatori che visitano il Principato sono incentivati a quantificare l’impatto della loro vacanza grazie a un calcolatore online di carbonio messo a disposizione dalla Direzione del Turismo e dei Congressi. Senza dimenticare le ben dieci aree verdi tra parchi e giardini, che occupano 470.000 m2 su una superficie totale di 2,2 km2, ossia più del 20% del territorio. Altra bella notizia riguarda gli alberghi, che per il 97% hanno sottoscritto il Patto Nazionale per la Transizione Energetica e in cui l’88% delle camere è certificato. La mobilità dolce, inoltre, è incentivata da 79 ascensori pubblici, 35 scale e 8 marciapiedi mobili, senza dimenticare le 350 biciclette a pedalata assistita (con autonomia di 60 km) presenti sul territorio e le 50 fontanelle d’acqua potabile dove riempire la borraccia senza acquistare bottigliette usa e getta.

Le Rocher. BenjaminVergely photo credit
Le Rocher. BenjaminVergely photo credit
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La ristorazione non sta a guardare. I moltissimi ristoranti del Principato combattono gli sprechi alimentari, si impegnano a sensibilizzare le coscienze di tutta la filiera sulla fragilità dei nostri ecosistemi marini, offrono menù per vegani e vegetariani e prediligono produttori biologici e locali.

Tutto questo spiega perché per i viaggiatori più sensibili e attenti, soprattutto quelli della generazione Z, il Principato di Monaco sia sempre più in testa alla classifica delle preferenze di viaggio.

L’altro elemento su cui il Principato di Monaco ha numeri da record, in rapporto ai suoi abitanti e ai turisti, è l’offerta culturale di qualità. Si tratta di uno degli elementi su cui, sempre di più, sta puntando per aprirsi a un turismo che non sia solo trainato dal lusso (e dagli eventi sportivi). Nel Principato c’è sempre qualcosa da vedere e da fare, dai musei (il Museo Oceanografico, il Palazzo dei Principi, la Collezione di automobili di S.A.S, su tutti) alle eccellenze, come Les Ballettes de Monte Carlo, diretti da Jean-Christophe Maillot, la cui lontana origine si ritrova nei Balletti russi di Sergei Diaghilev, impresario e personaggio che ha fatto la storia della danza. Oggi i Balletti regalano al Principato una stagione di ben 15 titoli di sola danza (impensabile per la maggior parte delle città italiane). E poi c’è il Monte-Carlo Jazz Festival, che nel 2025 compie 19 anni di attività e che programma almeno dieci appuntamenti di musica dal vivo, ogni anno, nella sfavillante cornice dell’Opéra di Monte-Carlo.

Restaurant Le Grill- Hotel de Paris BenjaminVergely photo credit
Restaurant Le Grill- Hotel de Paris BenjaminVergely photo credit

Di primo piano è anche la programmazione del Grimaldi Forum, nel quartiere del Larvotto, progettato da architetti rinomati come Henry & Fabrice Notari e Frédéric Genin, che ha quattro auditorium, il più grande dei quali può ospitare fino a 1800 spettatori e, grazie all’ampliamento previsto dall’ecoquartiere Mareterra, beneficerà di un ulteriore ampliamento degli spazi.

Non manca la prosa, a cui è dedicato il Théâtre Princesse Grace, inaugurato nell’attuale allestimento nel 1981, per volere della Principessa Grace che lo ridisegnò e ne fece migliorare l’acustica. Una quindicina di titoli d’opera anima di consueto il programma stagionale dell’Opéra di Monte Carlo, tempio della musica e dell’arte inaugurato nel 1879. Non va dimenticata l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo, che ha come direttore artistico e musicale Kazuki Yamada, e che tiene concerti all’Auditorium Rainier III, spaziando dalle grandi opere sinfoniche ai recital, con grande spazio per i giovani talenti. Come si vede, la cultura qui a Monaco ha più di una casa d’eccellenza.

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