Maiorca e Ibiza dicono addio agli alcolici… e al divertimento?
In alcune delle località più popolari delle Isole Baleari, tra cui Maiorca e Ibiza, è ora vietato vendere alcolici nei negozi dalle 21:30 di sera alle 8 del mattino. E per strada non è più possibile bere. Addio, quindi, ai famosi botellón notturni. Un provvedimento, questo, che di primo acchito può sembrare contraddittorio. Queste località, infatti, sono famose proprio per la loro giovane movida notturna all’insegna di un divertimento sfrenato, ma questa scelta si inserisce in un contesto più grande, per cui è davvero importante iniziare a pensare al turismo in modo più responsabile.

La nuova legge ha effetto solo in alcune zone di Maiorca e Ibiza, tra cui Llucmajor, Palma, Calvia (Magaluf) e Sant Antonio. Per ora le restrizioni sulla vendita di alcolici riguardano solo i negozi. Nei bar, ristoranti e discoteche si potrà continuare a consumare questo tipo di bevande durante la notte. È però vietato bere per strada, a meno che non ci si trovi in un’area autorizzata. Inoltre, la nuova legge non permette alle party-boat di navigare entro un miglio nautico dalle destinazioni sopra citate, impedendo così di far salire o scendere passeggeri. Le multe per la violazione del decreto variano da 500 a 1500 euro, con un aumento fino a 3000 euro in caso di comportamento particolarmente incivile o irresponsabile.
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Le amministrazioni locali si dicono stanche di un certo tipo di turismo, quello dell’eccesso. Negli ultimi anni turisti ubriachi e chiassosi hanno creato seri problemi di ordine pubblico e decoro. Il consumo eccessivo di alcool ha infatti portato diverse persone a comportarsi in modo incivile e irresponsabile, mettendo a serio rischio l’incolumità di tutti. Per non parlare poi dei danni provocati.
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Questo provvedimento, in vigore fino al 2027, rappresenta un ambizioso tentativo di trasformare quel turismo dell’eccesso che finora ha caratterizzato queste zone in un turismo responsabile. Un tentativo che abbiamo già visto fare anche in altre città, tra cui per esempio Amsterdam. Ma è davvero la fine del divertimento o è l’inizio di una nuova era? Chissà. Quello che però appare chiaro è che questa scelta non mancherà di far discutere, considerando che il turismo - così com’è adesso - rappresenta oltre il 45% del PIL di queste isole.
E voi, cosa ne pensate?