Itinerario nel Deep South a ritmo di Blues
Poche cose sono legate così strettamente al territorio (e lo rispecchiano con tanta fedeltà) quanto il blues con il Deep South. Le tortuose mulattiere e le remote cittadine del Delta del Mississippi sono i luoghi della diffusione del blues, e sono immortalate in musica, incise nelle leggende e nostalgicamente lontane nel tempo. Ascoltate il blues mentre vi fate strada tra le cappelle dipinte di bianco e le vecchie piantagioni e non stupitevi se talora sarete raggiunti dal suono di un’armonica o dal gemito di una Gibson dall’aria vissuta che risuonano nell’aria.
Le città del Delta sono molto cambiate dai tempi leggendari del blues, quando stelle come B.B. King e Muddy Waters suonavano per decine di entusiasti, e mezzadria e servitù cedevano finalmente il passo alla desegregazione e alla libertà. Lasciatevi affascinare dalle strade di campagna del Deep South e vi troverete fra paesaggi che sembrano usciti da una canzone di Charley Patton o Robert Johnson — incroci desolati, vie sterrate che non portano da nessuna parte, capanne di legno dimesse e segnali stradali che conducono a luoghi ormai abbandonati.
Per gli amanti del blues, un viaggio in questi luoghi non è una vacanza, è un pellegrinaggio. Il Delta del Mississippi è come una carta celeste delle stelle di questo genere musicale; ogni curva è una nota, ogni angolo il testo di una canzone. Le viuzze secondarie si snodano come cavi di un amplificatore tra le cittadine di campagna dove i primi dischi blues furono registrati e le remote capanne nelle piantagioni dove quegli stessi pezzi acquisirono anima e spessore. Questo itinerario propone alcuni di quei luoghi.
Beale Street
C’è un’unica città che merita di essere la prima tappa di un viaggio nelle radici del blues: Memphis, in Tennessee. Qui bluesmen itineranti iniziarono a conoscersi e riunirsi all’inizio del XX secolo, dando vita a una delle prime ‘scene’ musicali della storia. Grazie al prestigio musicale di personalità come W.C. Handy, i ritmi improvvisati e spontanei dei canti delle piantagioni trovarono un pubblico più stabile e attento nei caffè, nei parchi e nei teatri che punteggiano Beale St, a Downtown Memphis.
Un musicista rese famosa questa strada: Riley B. King, ossia B.B. King. Il Beale Street Blues Boy — questo era il suo soprannome, abbreviato in Blues Boy King — arrivò da Indianola dopo la Seconda guerra mondiale e iniziò a esibirsi al Palace Theatre al n. 380 di Beale St.
Il suo peculiare uso del vibrato e il fraseggio struggente sono un modello per ogni chitarrista blues del mondo. Fate un salto all’Handy Park per rendere omaggio alla sua statua, poi proseguite verso la South BB King Boulevard.
Fabbrica della Gibson
All’epoca dell’esplosione del blues a Memphis, le chitarre preferite dai migliori bluesmen del mondo erano realizzate a Kalamazoo, in Michigan. Le prime Gibson nate a Memphis arrivarono solo nel 2000, ma è qui che oggi nascono le Gibson con cassa acustica, tra cui la ES-335, una semi-hollowbody, primo modello commerciale usato da B.B. King e detta ‘Lucille’ per via del soprannome che il musicista diede alla sua chitarra del cuore, salvata da un teatro in fiamme a Twist, Arkansas, nel 1949.
I tour guidati mostrano la creazione di strumenti ispirati al modello che il pioniere chitarrista elettrico e liutaio Lester Polsfuss (Les Paul) creò nel 1940 inserendo un manico di chitarra acustica in un blocco di legno massiccio, su cui erano installate le parti elettriche.
BB King’s Blues Club
Dopo il tramonto tornate su Beale St, dove dovreste già sentire i primi accordi del sound check dei musicisti. Sebbene il fondatore sia scomparso nel 2015, Il BB King’s Blues Club è una fucina di talenti. King, che tenne fino a 200 concerti l’anno anche dopo aver superato l’ottantina, suonava qui di frequente.
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Blues Hall of Fame
Inaugurate il secondo giorno seguendo South Main St fino alla zona sud di Memphis. Qui troverete la Hall of Fame della Blues Foundation, una galleria dove molti musicisti, da Johnny Winter ai ‘Three Kings’ — Albert, Freddie e B.B. — sono considerati al pari di eroi nazionali. Curiosate tra i reperti del mondo del blues (la giacca di raso di Muddy Waters, gli stivali dorati di Koko Taylor), e assistete all’incoronazione di una nuova stella. Il rocker John Mayall è entrato nella Hall of Fame nel 2016.
National Civil Rights Museum
Sarebbe imperdonabile visitare Memphis senza fermarsi a valutare le condizioni di vita da cui il blues ebbe origine. A un isolato dalla Blues Hall of Fame, al 450 di Mulberry St, il National Civil Rights Museum ha sede nell’ex Lorraine Motel, dove Martin Luther King Jr fu assassinato nel 1968. Il blues si sviluppò in un clima di segregazione e profonda ingiustizia; B.B. King stesso, figlio di mezzadri, era nato in una piantagione a Itta Bena, Mississippi.
I crocevia del diavolo
Se avete un’anima da vendere, Clarksdale, Mississippi, può essere il posto giusto per stringere l’affare. Situata poco più a sud di Memphis, lungo le Hwy 61 e Hwy 49, questa sonnolenta cittadina è il luogo di origine di una delle più famose leggende del blues.
Si racconta, infatti, che una notte un musicista sfortunato, Robert Johnson, incontrò un uomo ben vestito, a un incrocio; l’uomo lo rese un chitarrista straordinario, e in cambio gli chiese l’anima. Il simbolismo legato ai ‘demoni dei crocevia’ ha dato vita a ipotesi che attingono dal folklore del Benin animista come dallo stereotipo che i bianchi hanno affibbiato al blues, considerata la ‘musica del diavolo’.
Il mito è tenace — almeno quattro cittadine locali rivendicano lo status di crocevia ‘demoniaci’, e Clarksdale ribadisce il concetto con un palo su cui sono montate tre chitarre posto all’incrocio tra la Hwy 61 e la Hwy 49.
Delta Blues Museum
A Clarksdale, scegliete una delle mete lungo il Blues Trail. Consigliamo il capanno di Muddy Waters, che sorgeva a Stovall Rd, a nord di Clarksdale.
Questa casetta è parte del Delta Blues Museum di Blues Alley: è intatta, a parte qualche asse di legno sottratta da Billy Gibbons degli ZZ Top per farne chitarre. Dirigetevi a sud fischiettando Mannish Boy e prendete la Hwy 49 verso Greenwood.
Tomba di Robert Johnson
Nonostante la sua grande influenza, Robert Johnson registrò la sua intera produzione musicale in due sole sessioni, tra il 1936 e il 1937. La sua vita resta in gran parte sconosciuta, e ancora di più la sua morte. Pare che la versione più credibile sia quella di Sonny Boy Williamson, secondo cui Johnson, noto bevitore e donnaiolo, fu ucciso da una bottiglia di whisky avvelenato offertagli da un marito geloso.
Johnson fu sepolto nei pressi di Greenwood — luogo natale del bluesman Guitar Slim — ma il sito della sepoltura non fu mai registrato; dovrebbe però trovarsi vicino alla Little Zion Missionary Baptist Church, dove i fan ufficialmente hanno la consuetudine di lasciare omaggi e fiori.