10 città con bike sharing da imitare: da Best in Travel 2013
Ti tieni in forma, rispetti l'ambiente, sconfiggi il traffico, scopri da vicino e al meglio le città del mondo. Questi sono i meriti del bike sharing, sempre più diffuso in Italia e all'avanguardia nelle 10 città di questo articolo.

Parigi, Francia
La bicicletta dà liberté, questo è il principio alla base del progetto Vélib, contrazione di vélo liberté. Nella città che ospita il più grande evento ciclistico del mondo, il Tour de France, 20.600 biciclette attendono ogni giorno di essere utilizzate in 1450 postazioni di noleggio. Il Vélib è diventato subito un modello per altre città, anche se si è distinto per l'elevato numero di furti.
L'abbonamento di 24 ore costa €1.70. Per l'utilizzo, poi, la prima mezz'ora è gratuita, per 1 ora si paga €1. Qui tutte le tariffe, pardon, "les tarifs".
Hangzhou, Cina
Se vuoi percorrere la strada imboccata dalla Cina verso l'ecosostenibilità vieni a Hangzhou, nello Zhejiang, oasi di bellezza urbanistica fiera di avere la seconda rete di bike sharing più estesa del mondo (la città cinese di Wuhan ha la prima). I dati di Hangzhou fanno sembrare il Vélib parigino piccola cosa: 60.000 biciclette con 2500 punti di noleggio, molti dei quali in facile connessione con i mezzi pubblici. Circa 250.000 persone in questa città di 6,7 milioni di abitanti usano la bicicletta quotidianamente, anche perché la prima ora è gratuita.
Copenaghen, Danimarca
Copenaghen ha una lunga storia di trasporti sostenibili: il 37% degli spostamenti giornalieri nella capitale avviene in bicicletta e il suo bike sharing, introdotto nel 1995, è stato il primo concepito secondo i criteri attuali. La peculiarità è che il noleggio è gratuito: infili una moneta da 20 corone e prelevi la bicicletta come se fosse il carrello di un supermercato. Le biciclette, in perfetta manutenzione, sono famose per la robustezza. Nel 2005 un giornalista danese pedalò in un mese da Copenaghen a Istanbul con una bici municipale. Unico limite: il sistema è in funzione solo da marzo a novembre. Freddolosi, questi danesi.
Londra, Inghilterra
Le 6000 bici di Boris - dal nome del sindaco Boris Johnson, appassionato ciclista - hanno calcato l'asfalto della capitale per la prima volta nel 2010 in un progetto ispirato al Bixi di Montréal. Su strade abituate agli autobus doubledecker e ai taxi neri, queste due ruote di 23 kg (quasi come un doubledecker...) sono state una piccola rivoluzione. Il primo anno furono usate 25.000 biciclette al giorno, si dice anche da parte di membri della Royal Family. Per un abbonamento di 24 ore si spende £1; le tariffe: 30min/1 ora - gratis/£1
Montréal, Canada
Il Bixi, il sistema di bike sharing di Montréal, va in letargo a novembre e riparte in aprile, quando le temperature tornano a essere accettabili. Alluminio, pneumatici anti foratura e pannelli solari per riscaldare le postazioni sono gli assi nella manica del Bixi. Lanciato nel 2009, questo sistema si è rivelato un tale successo da spingere altre città - come Londra, Washington DC e Toronto - ad adottarlo.
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Tel Aviv, Israele
Il bike sharing è sbarcato in Medio Oriente nel maggio del 2011 con l'inaugurazione del sistema Tel-o-fun di Tel Aviv: 1500 biciclette, molte delle quali dotate di sellino per bambini posteriore. In un paese noto per il suo spirito collettivista, la novità è stata bene accolta dai cittadini, che di solito non dispongono di molto spazio per riporre una bicicletta nella propria abitazione. Oltre 70 km di piste ciclabili, in parte lungo lo splendido fronte del mare, sono la spina dorsale della rete.
Washington DC, Stati Uniti
Le biciclette hanno invaso la capitale. Il secondo sistema di bike sharing del paese è stato istituito nel 2010, si chiama CaBi (Capital Bikeshare) ed è ispirato al Bixi di Montréal. Relativamente piccolo rispetto agli standard europei e cinesi, è un bell'inizio in una nazione innamorata dell'automobile. I geek appassionati di tecnologia possono scaricare una app gratuita che informa della disponibilità di biciclette alla postazione più vicina.
Melbourne, Australia
Lanciato nel 2010, il bike sharing di Melbourne è partito male perché le leggi australiane prevedono l'obbligo del casco se si va in bici. Nella fase iniziale, solo 250 persone al giorno hanno scelto le bici pubbliche, poi il comune si è messo a distribuire caschi a prezzi contenuti e la situazione è migliorata.
Città del Messico, Messico
Il più coraggioso e necessario sistema di bike sharing del mondo, l'estremo rimedio a un inquinamento mostruoso, è partito nel 2010. Le autorità hanno anche chiuso un occhio sull'uso del casco per diffondere l'utilizzo. Ecobici, la grande scommessa si chiama così, è stato un successo immediato, con 30.000 sottoscrittori. Dispone di 1000 bici, poche tutto sommato, ma ognuna è usata in media otto volte al giorno. È riservato ai soli residenti, che costituiscono un bacino piuttosto ampio, visto che sono circa 21 milioni.
Siviglia, Andalusia
Poche città hanno abbracciato l'ecologia come ha fatto Siviglia negli ultimi anni: dal 2007 ha avviato la costruzione di una metropolitana, di un sistema tranviario e di un pionieristico bike sharing, il Sevici. Pedalare per la pianeggiante e splendida città Andalusa, tra l'odore degli aranci e lungo strade ridisegnate per accogliere le biciclette, è una delle più appaganti attività all'aperto che tu possa immaginare.