Viaggio in South Carolina tra Charleston e le Sea Islands

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Tutti gli Stati Uniti sono una terra di contrasti e di contraddizioni. Ma se è vero che alcuni luoghi riescono a condensare questa caratteristica più di altri, allora nella lista non può mancare il South Carolina. Il Palmetto State, così chiamato per le sue palme, ha una storia controversa e sanguinosa, una vena irresistibilmente eccentrica e un forte legame con le tradizioni. Curiosi di visitarlo? Iniziate dalla vivace Charleston e dalla sua suggestiva costa disseminata di isolette.

Il molo di Folly Beach, una delle mete più gettonate nei dintorni di Charleston ©MarkVanDykePhotography/Shutterstock
Il molo di Folly Beach, una delle mete più gettonate nei dintorni di Charleston ©MarkVanDykePhotography/Shutterstock
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Cosa vedere a Charleston, città raffinata dal passato doloroso

Fondata nel 1670 dagli inglesi in onore di Carlo II di Inghilterra e poi spostata una decina di anni più tardi nel suo sito attuale, Charleston è la più popolosa città del South Carolina e una meta imperdibile durante un viaggio in questo affascinante Stato della costa orientale. Raffinata e piacevole, non bisogna lasciarsi distrarre sul suo quieto fascino d’altri tempi: anche se a volte è difficile scorgerle, è una città che custodisce ancora le cicatrici di un passato traumatico. Come une fenice risorta più volte dalle sue ceneri, Charleston è sopravvissuta alla Guerra di Indipendenza a quella di Secessione, oltre che a vari disastri naturali. Per rievocare in parte il passato di questa città è una buona idea visitare il quartiere a sud di Beaufain St e Hasell St, dove, tra negozi e cafè, si concentra la maggior parte delle case precedenti alla Guerra di Secessione. La Aiken-Rhett House mostra un interessante spaccato di come era la vita in quel periodo: basta un’oretta per visitare questa dimora storica del 1820 accuratamente preservata, centro dell’unica piantagione urbana sopravvissuta in città, scoprendo anche quali fossero il ruolo e la vita degli schiavi al tempo. Sullo stesso tema, è interessante anche l’Old Slave Mart Museum, museo che sorge in quella che è stata la più grande casa d’asta per vendere uomini, donne e bambini africani deportati negli Stati Uniti.

Edifici in stile coloniale nel Charleston Downtown District
Edifici in stile coloniale nel Charleston Downtown District © f11photo/Shutterstock

Lungo l’Ashley River ci sono diverse piantagioni aperte al pubblico in cui è possibile conoscere più a fondo la realtà della tratta degli schiavi, ma sicuramente vale il viaggio la visita della McLeod Plantation. Siamo a James Island, che per buona parte si trova entro i confini della città di Charleston. Si tratta di una piantagione appartenente a una famiglia del ceto medio-alto della popolazione, che cercava però di imitare lo stile di vita dei grandi proprietari terrieri. Per tornare agli anni difficili della Guerra di Secessione c’è invece il Fort Sumter National Monument, importante monumento storico che sorge in un’isola pentagonale nel porto cittadino. Visitabile solo partecipando alle escursioni guidate in barca, questo forte fu distrutto dalle cannonate dell’esercito dell’Unione tra il 1863 e il 1865.

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Le case in cui vivevano gli schiavi nella McLeod Plantation
Le case in cui vivevano gli schiavi nella McLeod Plantation © Danita Delimont/Shutterstock

Alla scoperta della cultura gullah

Molti dei visitatori che scelgono il South Carolina come meta non si allontanano praticamente mai dalla costa, che in effetti non è priva di bellezza. La metà meridionale del litorale di questo stato è un intrico di isolette, foreste coperte di muschio, spiagge di sabbia color perla, insenature e paludi che cambiano insieme alla marea. È un luogo in cui, a proposito di contrasti e contraddizioni, i resort e i campi da golf convivono con le piccole comunità di gullah, ovvero i discendenti degli schiavi deportati dall’Africa occidentale. A partire dal XVI secolo, gli africani trasportati in queste zone si ritrovarono in un paesaggio costiero simile a quello delle loro terre di origine, tra cui Senegal, Gambia, Angola e Sierra Leone. Vivendo in comunità, e preservando le loro tradizioni sia prima sia dopo l’abolizione della schiavitù, questi nuovi afroamericani hanno dato vita alla cultura gullah, appunto, la quale ha prodotto una lingua propria, ma anche arte, musica, gastronomia e artigianato originali. Per immergersi in questa cultura si può visitare St Helena Island, dove vivono la maggior parte delle persone che oggi conservano questo retaggio, oppure Beaufort, seconda città più antica del South Carolina in cui ogni anno si celebra il Gullah Festival.

Donna di cultura gullah a St Helena
Una guida dell’isola di St Helena, dove si può conoscere a fondo la cultura gullah © Ethan Payne for Lonely Planet
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Tra isole e spiagge nella Charleston Country

Chi a un’isola chiede soprattutto relax in riva al mare, non resterà deluso da questa zona del South Carolina. Le Sea Islands della Charleston County, che sono ad almeno un’ora di auto dalla città, sono una decina di isole adatte a tutti i gusti. Sullivan’s Island e Isle of Palms sono le mete ideali se sognate di confondervi tra i locals che, nelle giornate di bel tempo, accorrono da queste parti per rilassarsi e divertirsi sulla spiaggia. Anche Edisto Island promette tranquillità a buon mercato, e infatti è apprezzata dalle famiglie. Folly Beach è frequentata anche dai surfisti, mentre Su Kiawah Island, con i suoi campi da golf e i club raffinati, incontra sicuramente le esigenze di una clientela più altolocata. Anche se non si fa parte di questa categoria, comunque, vale la pena andare a dare un’occhiata: all’estremità meridionale c’è infatti Kiawah Beachwater Park, considerata tra le dieci spiagge più belle degli Stati Uniti.

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