La guida definitiva ai monasteri buddhisti tibetani: alla scoperta dei gompa dell'Himalaya
I brulli altipiani del Tibet e le vette innevate dell’Himalaya hanno qualcosa che li distingue da tutti gli altri ambienti di montagna: i gompa. In tibetano, il termine “gompa” significa “luogo di meditazione” e si riferisce essenzialmente ai monasteri – alcuni piccoli, altri grandi come villaggi – dove i monaci e le monache vivono, ricevono un'istruzione buddhista e si occupano delle esigenze spirituali delle comunità laiche circostanti. I gompa svolgono dunque una funzione fondamentale nel preservare la cultura e l’identità tibetana.

All’esterno, i gompa hanno una forma squadrata e lineare, sono spesso bianchi o dipinti di marrone e hanno di fianco gli stupa, strutture a forma di cupola che di norma custodiscono reliquie e servono da luoghi di meditazione. Gli interni, per contro, esplodono in un caleidoscopio di colori, tra le statue dorate di Buddha e le intricate pitture murali densissime di antichi principi di spiritualità, numerologia e cosmologia. Per i viaggiatori può non essere facile orientarsi: questa guida ai monasteri tibetani vi aiuterà a comprendere meglio i gompa, elementi importantissimi della cultura himalayana.

Decodificare l’architettura spirituale di un gompa tibetano
La ruota dell’esistenza (Bhavachakra)
Chi sono tutti i demoni furiosi che si trovano sulle pareti interne dei gompa e qual è il significato delle grandi ruote che reggono con gli artigli o, a volte, tra le zanne? La Bhavachakra, o Ruota dell’esistenza, è la rappresentazione più essenziale delle complesse relazioni che costituiscono la filosofia buddhista.
Il cerchio esterno della ruota simboleggia il ciclo infinito di causa ed effetto del karma, all’interno del quale sei spazi della stessa dimensione rappresentano sei diversi regni, o mondi coesistenti, in cui gli esseri umani, gli animali, gli dèi, i dannati e i semidei conducono una vita di sofferenza a causa di ciò che sta al centro della ruota stessa: i tre veleni dell’ignoranza (rappresentata da un maiale), dell’avversione o rabbia (un serpente) e dell’attaccamento alle cose materiali (un gallo).

Sale di preghiera principali (Lha khang)
La sala di preghiera principale di un gompa è un vero e proprio libro di testo per coloro che sono in grado di comprendere il significato simbolico delle diverse figure, ma è anche una casa. In tibetano, “lha khang” significa “residenza” (khang) “degli dei” (lha) e si riferisce al Buddha e agli illuminati (bodhisattva) che vivono al suo interno.
Sale delle maschere e spazi cerimoniali
Le danze cham tibetane, in cui i monaci indossano maschere di legno colorate e ballando rappresentano storie note ai fedeli, sono una meraviglia, ma hanno luogo soltanto in alcuni periodi dell’anno. La maggior parte dei gompa conserva alcune di queste bellissime e talvolta inquietanti maschere: cercate le figure scheletriche di Chitipati, il “Signore (pati) della pira funeraria (chiti)”, o le maschere a forma di cervo che simboleggiano l’innocenza e il potere di questo animale.
Chorten
"Chorten" è il nome tibetano degli stupa. La cupola a bulbo, posta sopra strati di gradini, simboleggia l’acqua, mentre la guglia dorata che la sormonta rappresenta il fuoco. All’interno, i chorten sono organizzati su vari livelli e rappresentano il percorso verso l’illuminazione. Creati inizialmente per custodire le reliquie del Buddha, oggi i chorten si trovano nei gompa di tutto l’Himalaya, della Cina nord-occidentale e della Mongolia. Sul piano simbolico, molto complesso, questi monumenti evocano i diversi momenti della vita del Buddha e gli elementi fondamentali della filosofia buddhista.

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Le divinità e i simboli buddhisti
Diverse forme di Buddha
Per “Buddha” non si intende soltanto il Buddha storico Sakyamuni (il principe Siddharta Gautama, nato a Lumbini, in Nepal, e vissuto presumibilmente tra il VI e il V secolo a.C.). I gompa possono ospitare anche le statue di Maitreya, il “Buddha del futuro”, che un giorno arriverà e accompagnerà l’umanità al raggiungimento dell’illuminazione, o dei cinque Dhyani Buddha, che rappresentano in essenza le pure qualità mostrate dagli esseri illuminati. Raffigurati in posizione seduta e quasi identici, si distinguono per il colore che è associato loro e per la posizione delle mani.
I bodhisattva e i loro significati
Nei gompa sono spesso presenti altre statue accanto a quelle del Buddha: si tratta dei bodhisattva, nome che deriva dalle parole sanscrite “bodhi” (illuminazione) e “sattva” (essere). Sono persone che, pur avendo già raggiunto l’illuminazione, hanno deciso di ritardare il loro ingresso nel Nirvana e di continuare a reincarnarsi per aiutare altri esseri umani a raggiungerlo a loro volta. Avalokitesvara, il bodhisattva della Grande compassione, è il più venerato della scuola mahayana.

Divinità protettrici (dharmapala)
Noterete che sulle pareti dei gompa sono dipinte figure spaventose, simili a mostri dallo sguardo feroce, alcune con ghirlande di teschi sotto le zanne affilate. In realtà, si tratta di esseri benevoli. Come il Buddha, questi dharmapala hanno sulla fronte un terzo occhio dell’illuminazione e sono i protettori dai suoi insegnamenti, il dharma, che insieme al karma rappresenta la legge universale che governa la vita.
Simboli buddhisti comuni
Altri simboli buddhisti comuni sono il fiore di loto, che nei diversi stati di apertura evoca le fasi del percorso di illuminazione; la conchiglia bianca, che rappresenta la diffusione del dharma; i due pesci d’oro, emblemi dell’assenza di paura e la liberazione dalle sofferenze; il parasole, che nella propria funzione protettiva richiama il potere e la regalità.
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Sei gompa da visitare
Palazzo del Potala, Lhasa, Tibet
Situato nel centro di Lhasa, nella regione autonoma tibetana della Cina, l’antica residenza del Dalai Lama è il più grandioso dei gompa, con tantissime sale affrescate. Visitare questo monastero, e il Tibet intero, è tuttavia possibile solo prendendo parte a tour strettamente controllati dalle autorità, che concedono ai viaggiatori troppo poco tempo per ammirare questo incredibile gompa.
Monastero di Tawang, India
Arroccato sul confine tra l’Arunachal Pradesh, nell’India nord-orientale, e il Tibet, Tawang è il più grande monastero dell’India e il secondo gompa per dimensioni dopo il Palazzo del Potala. La sala più imponente è quella delle assemblee, chiamata Dukhang: alta l’equivalente di tre piani, ospita una statua d’oro di Buddha seduto su un trono di loto alta sette metri e mezzo. Visitatelo all’inizio di marzo, quando i monpa, un gruppo etnico locale, celebrano il Losar, il capodanno tibetano, o nei mesi estivi, molto più indicati dei gelidi inverni.

Monastero di Labrang, Xiahe, Cina
Uno dei sei grandi monasteri della della scuola Gelugpa, detta anche “dei berretti gialli”, questo grande gompa simile a una fortezza si trova a Xiahe, nel Gansu, in Cina. Ha un circuito di ruote di preghiera lungo 3 km ed è una delle scuole più famose della cultura tibetana, e a differenza del Tibet è facilmente accessibile senza restrizioni. Alzatevi prima dell’alba e unitevi ai pellegrini che cantano e fanno girare le ruote per vivere un’esperienza unica.
Monastero di Tabo, India
Nascosto nell’arida valle dello Spiti, nell’Himachal Pradesh, il Tabo Gompa fu fondato nel 996 d.C. ed è il più antico dell’Himalaya tra quelli ininterrottamente in attività. Anche se la struttura avrebbe bisogno di essere rimessa in sesto, la collezione di ben conservate statue buddhiste antiche, affreschi e thangka è davvero unica.

Monastero di Pughtal, Zanskar, India
Simbolo del totale isolamento e della bellezza scabra della regione himalayana del Ladakh, il gompa di Pughtal, ricavato da una grotta naturale abitata da monaci itineranti già oltre 2500 anni fa, venne realizzato nel XII secolo. La struttura odierna è abbarbicata su un’imponente parete rocciosa a 3800 m di quota e ricorda la tenacia dei monaci.
Monastero di Kopan, Kathmandu, Nepal
Situato vicino allo stupa di Boudnath, il gompa di Kopan non è solo splendido, con le sue quattro torrette che svettano su una collina sullo sfondo di una montagna verdeggiante, ma è anche famoso per essere uno dei pochi gompa in cui gli insegnamenti buddhisti vengono impartiti agli stranieri.
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Etichetta e usanze
Nelle sale di preghiera camminate in senso orario, rispettando il silenzio e la dignità dell’ambiente monastico. Non rivolgete le punte dei piedi, considerati la parte più impura del corpo, verso gli insegnanti, i monaci, l’altare o gli oggetti sacri. Inoltre, non sedetevi mai sul pavimento o sulle stuoie riservate ai monaci.
Linee guida per le fotografie
Le sale interne dei gompa, meravigliosamente colorate in toni blu, verde e oro, sono tra i soggetti più fotogenici al mondo, soprattutto quando sono affollate di monaci che cantano alla luce del mattino. Frenate gli entusiasmi, però: nella maggior parte di questi edifici scattare fotografie è proibito. Immortalare gli esterni e i dintorni dei gompa è generalmente considerato accettabile (e la maggior parte dei monaci novizi più giovani sarà lieta di posare per voi), ma per gli interni il discorso è diverso. Anche in assenza di cartelli, non puntate mai l’obiettivo troppo vicino a un monaco, a un altare o a una statua.

Dress code
Come in tutti i luoghi di culto, è bene vestirsi in modo decoroso. Se vi recate sull’Himalaya in estate, quando il sole ad alta quota è cocente, evitate di entrare nei gompa con pantaloncini e vestiti succinti, e toglietevi il cappello nel lha kang.
Orari delle preghiere e delle cerimonie
Come regola generale, ogni gompa è più attivo poco prima del tramonto, quando i monaci si riuniscono per le preghiere e i canti nel lha kang.