11 esperienze da non perdere in Corea del Sud

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

Tagliata in due da un confine temibile, la penisola coreana offre una vasta gamma di esperienze, paesaggi incantevoli e 5000 anni di storia e cultura. La Corea sarà anche nota come la ‘Terra della Calma Mattutina’, ma vi basterà tuffarvi nella capitale Seoul per dimenticarlo. A ogni ango­lo si incontra un centro di informazioni turi­stiche, una fermata della metro o un taxi e in questa metropoli variegata ed eclettica edifici meticolosamente ricostruiti si affiancano a mercati notturni affollati e alle ultime novità nel campo della tecnologia. 

La statua del Buddha al tempio Bongeunsa, Seoul ©Nattee Chalermtiragool/Shutterstock
La statua del Buddha al tempio Bongeunsa, Seoul ©Nattee Chalermtiragool/Shutterstock
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Le dimensioni contenute e la superba rete di trasporti significano però che potrete trovare la pace altrove. Scalate monti rocciosi circondati da parchi nazionali ricchi di fore­ste. Salpate alla scoperta di isole remote, dove gli abitanti saranno lieti di accogliervi a casa loro. Riposatevi in tranquilli villaggi circon­dati da risaie e dormite in un rustico hanok (tradizionale abitazione in legno). La Corea del Sud è una destinazione da sogno, un luo­go ospitale e stimolante, dove ai vantaggi di una nazione industrializzata e high­tech fa da contrappeso la venerazione per le tradizioni e il modo di vivere dell’antica Asia. 

Il coloratissimo tetto del palazzo Changdeokgung ©tratong/Shutterstock
Il coloratissimo tetto del palazzo Changdeokgung ©tratong/Shutterstock

1. Changdeokgung

Il ‘Palazzo dell’illustre virtù’ fu costruito all’inizio del XV secolo come seconda residenza della famiglia reale, che abitava a Gyeongbukgung. Oggi il complesso, dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, lo supera per bellezza e gra­zia – anche perché molti dei suoi edifici sono stati abitati dai membri della famiglia reale fino a metà Novecento. La parte più suggestiva è lo Huwon, un ‘giardino segreto’ che farà la gioia degli appas­sionati di orticultura. Prenota­te in anticipo per accaparrarvi uno dei pochi biglietti per il tour che si tiene nelle notti di luna piena da aprile a giugno: molto suggestivo! 

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L’alba su Jeju­do ©CJ Nattanai/Shutterstock
L’alba su Jeju­do ©CJ Nattanai/Shutterstock

2. Escursioni nei dintorni di Jeju-do

Il paesaggio vulcani­co di Jeju­do, la più grande delle tante isole della corea del Sud, si ammira meglio con un’escursione a piedi. il Jeju Olle Trail è una rete di 26 itinerari da percorrere in mezza giornata o in un giorno intero lungo

la costa dell’isola, parte dell’entroterra e su altre tre isole. Trascorrere una giornata seguendo anche in parte uno di questi percorsi è un modo fantastico per apprezzare il fascino unico di Jeju. La vetta dell’Hallasan, il monte più alto  del paese, è facile da raggiungere e, quando il tempo è bello, la vista è spettacolare. 

Festival del fango ©yochika photographer/Shutterstock
Festival del fango ©yochika photographer/Shutterstock
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3. Festival del fango di Boryeong

Ogni anno, a luglio, migliaia di persone arrivano nell’ignara ma ac­cogliente Boryeong solo per saltare in enormi vasche pie­ ne di fango. Ufficialmente, il fango locale ha proprietà curative, ma guardandovi intorno noterete che i partecipanti si divertono come pazzi, rotolandosi e sporcandosi. Fango a parte, questo festival molto apprezzato dagli stranieri prevede anche concerti di alto livello, rave e fuochi d’artificio. Un consiglio: non indossate niente che non siate disposti a rovinare per sempre. 

La porta settentrionale della fortezza di Hwaseong ©Flash Parker/Getty Images
La porta settentrionale della fortezza di Hwaseong ©Flash Parker/Getty Images

4. Fortezza Hwaseong di Suwon

Costruita come atto di devozione filiale, la fortezza fu gravemente dan­neggiata durante il periodo coloniale di inizio novecento e poi nella Guerra di Corea. I restauri dell’edificio, sito UNESCO, sono iniziati negli anni ’70 e sono quasi termi­nati. Grazie a un accurato resoconto della costruzione del 1801, è stato possibile erigere con grande precisio­ne storica le mura di 5,52 km e lo Hwaseong Haenggung (il palazzo del re durante le sue visite a Suwon).

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5. Cheong-gye-cheon

Una strada sopraele­vata è stata demolita per riportare alla luce questo fiume, a lungo sotterrato. Con ciò si è trasformato il centro di Seoul: si è creato infatti un parco fluviale con una passeggiata pedonale, oasi di tranquillità a due pas­si dalla frenesia della zona commerciale circostante. Le sponde sono punteggiate di opere d’arte e ospitano molti eventi, tra cui uno spettaco­lare festival delle lanterne, a novembre, quando vengono fatte galleggiare sull’acqua migliaia di gigantesche lan­terne di carta e oggetti di­pinti luminescenti. C’è anche un museo interessante dove potrete scoprire la storia del Cheon­gye­cheon. 

6. Sci nella regione di Pyeongchang

Dopo tre candidature, nel 2018 Pyeongchang ha finalmente ospitato le olimpiadi invernali. Le gare si sono svolte nelle località sciistiche di Alpensia e Yong­ Pyong, a poca distanza l’una dall’altra, nonché nell’area costiera di Gangneung. In­sieme Alpensia e Yongpyong hanno decine di piste, tra cui alcune adatte alle famiglie e ai principianti, hotel nuovis­simi e strutture per il tempo libero. Nelle giornate limpide la vista spazia fino al Mar dell’Est. 

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Assaggiate la versione più genuina del bibimbap ©JeeHyun_K/Getty Images
Assaggiate la versione più genuina del bibimbap ©JeeHyun_K/Getty Images

7. Jeonju Hanok Maeul

La versione di Jeonju di un villaggio tradizionale è impressionante, anche se molti edifici sono nuovi. Le case dal tetto di ardesia ospi­tano artigiani che realizzano ventagli e carta fatta a mano e producono soju (la vodka locale). I buongustai saranno lieti di assaggiare la versione più genuina del bibimbap (riso, uovo, carne e verdure con salsa piccante) dove questo piatto è nato. Ci sono nume­rose guesthouse tradizionali, in cui gli ospiti dormono su uno yo (trapunta imbottita) in una camera ondol (con riscal­damento a pavimento). Una delle guesthouse è gestita dal nipote di re Gojong. 

8. Mercato di Gwangjang

Di giorno questo mer­cato di Seoul è frequen­tato da clienti a caccia di abiti di seconda mano e tessuti, ma è di notte che Gwangjang si anima, riempiendosi di chioschi di venditori ambu­lanti di street food. Zampetto e muso di maiale stufati, gimbap (riso, verdure e carne in scatola avvolti in alghe gim) e bindaettok (frittelle con pastella di fagioli mungo e verdure) vengono consumati con gran quantità di magkeolli o soju (liquori locali). 

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9. Bulguksa

È difficile scegliere solo uno dei tesori di Gyeongju, ma questa loca­lità meravigliosa dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO si aggiudica il titolo, visto che vi si trovano almeno sette dei tesori nazio­nali coreani. Il punto più alto dell’architettura dei regni di Silla, questo complesso sacro incredibilmente sofisticato è un monumento alla maestria degli artigiani che lo hanno realizzato, con le sue pagode interne, i ponti esterni e il magnifico panorama di dolci pendii che lo circondano. 

10. Soggiorno nel tempio a Guinsa

La campana vi sveglia alle 3.30 per prepararvi alla meditazione del mattino. La prima colazione è un pasto austero, consumato in silenzio, riflettendo sulle proprie ossa doloranti, dopo 108 inchini davanti alla statua del Buddha. Dopo colazio­ne, avrete altro tempo per meditare mentre corpo e mente si abbandonano alla ricerca della pace interiore.

Il soggiorno in un tempio è l’antidoto perfetto ai ritmi frenetici della Corea moderna e, tra i molti templi del paese, l’imponente complesso di Guin­sa è senza dubbio uno dei più spettacolari. 

La zona demilitarizzata tra le due Coree ©Anthony Plummer/Lonely Planet
La zona demilitarizzata tra le due Coree ©Anthony Plummer/Lonely Planet
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11. DMZ

Larga 4 km, lunga 250 km, è nota come Zona demilitarizzata, ma, controllata a vista da uomini armati e circondata da campi minati, questo confine tra le due Coree è tutt’altro che pacifico. Terribile memento della Guerra fredda, oggi è diventata una sinistra attrat­tiva per turisti da ambo i lati della frontiera. Nell’area di Sicurezza congiunta – la zona cuscinetto neutrale definita dopo l’armistizio del 1953 per ospitare le negoziazioni di pace e visitabile solo con un tour organizzato – la tensione è palpabile. Sette punti di osservazione posti lungo il confine sudcoreano della DMZ consentono ai visitatori di dare una sbirciatina nel miste­rioso Nord. 

Imparate a mangiare Banchan, proprio come un local ©MaSovaida Morgan/Lonely Planet
Imparate a mangiare Banchan, proprio come un local ©MaSovaida Morgan/Lonely Planet

Specialità

  • Banchan Una caratteristica del mangiare alla coreana è che la portata principale non è servita solo con bap (riso bianco), zuppa e kimchi, ma con una serie di banchan (contorni) Ognuno prende un boccone da ciascuna portata, mescolando dolce e piccante a seconda dei gusti.
  • Gusto coreano Sono in molti a pensare che kimchi e barbecue siano sinonimi della cucina coreana, perché queste due specialità racchiudono i sapori che i coreani apprezzano di più in assoluto: il gusto maturo e acidulo delle verdure fermentate e l’aroma delicato delle marinate che accompagnano la carne. Ma nella tradizione culinaria coreana c’è molto altro da scoprire. Ogni pasto è gustoso, abbondante e molto soddisfacente. 
  • Salse Gli ingredienti base della cucina coreana sono inequivocabilmente asiatici (aglio, zenzero, cipollotti, pepe nero, aceto e olio di sesamo), ma vengono accompagnati da tre tipi di salse: ganjang (salsa di soia), doenjang (pasta di fagioli di soia fermentati) e gochujang (pasta di peperoncini piccanti). 
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Sullo schermo

  • L’ospite (2006, Bong Joon-ho) Tipico film di mostri ambientato a Seoul, mescola humour, scene patetiche e azione mozzafiato. 
  • Poetry (2010, Lee Chang-dong) Il dramma di una donna alle prese con un nipote ribelle che, pur con un principio di Alzheimer, frequenta un corso di poesia.
  • In Another Country (2012) Hong Sang-soo, regista premiato per il film Hahaha (2010), a da a Isabelle Huppert l’interpretazione di tre donne diverse, le cui storie si intrecciano nella località balneare di Mohang.
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