Svizzera d'inverno: un viaggio sostenibile e senz'auto tra vette e tradizioni
Intermodale, interconnessa, sostenibile: la mobilità svizzera è da sempre all’avanguardia nei campi che maggiormente interessano tanto i viaggiatori slow, quanto quelli appassionati di attività sportive e outdoor.

Il Trenino Verde delle Alpi è un mondo di efficienza, puntualità e mobilità ad emissioni quasi zero ed è un’ottima idea anche in inverno, anzi: con la stagione fredda la connessione fra i mezzi di trasporto è risultata persino più evidente. Il Trenino Verde delle Alpi offre la carta giornaliera BLS Trenino Verde (62 CHF / 65€), acquistabile su bls.ch/treninoverde o presso rivenditori ufficiali. Disponibile anche in versione da due giorni (66 CHF / 70€), consente viaggi illimitati sul treno, con la possibilità di scendere e risalire liberamente per esplorare le splendide località svizzere lungo il percorso, includendo una gita in battello sul Lago di Thun. Corrugata di monti, la Svizzera impone un rallentamento, ma non uno stop. Gli svizzeri hanno escogitato i più vari sistemi: dalle pelli di foca ai treni a cremagliera.

Si parte da Domodossola verso Brig, stazione storica di passaggio dell’Orient Express e luogo topico sulla via del Passo del Sempione. Il grande Castello di Stokalper ancora incombe a monito dell’importanza che la sorte consegnò a questo piccolo paesino nel cuore degli scambi euromediterranei. Dopo la pausa di riflessione è ora di rimettersi in marcia.
La rete ferroviaria Svizzera è capillare e si interseca perfettamente con tutti gli altri mezzi, perfino seggiovie e cabinovie sono in coincidenza. Così con il treno siamo arrivati a Goppenstein, con l’autobus fino a Wiler e con gli impianti di risalita abbiamo raggiunto in quota il comprensorio sciistico ed escursionistico, con paesino annesso, della Lauchernalp.
Esauriti i mezzi non resta a questo punto che camminare: una rete di sentieri percorribile anche in inverno sulla neve battuta, oppure con le racchette, conduce nel bianco fino a quota 3100 m, dove lo sguardo spazia su oltre 40 vette che superano i 4000 m di altitudine e letteralmente accarezza il tetto innevato d’Europa.

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L’interconnessione mezzi pubblici-impianti di risalita si ripete con la cabinovia di Sunnbüel, giungendo a una valle in quota ampia e incantata, che richiama i paesaggi estremi del Canada, percorsa da sentieri percorribili anche in groppa a uno slittino. Come bambini surfiamo in un mare di dolci pendii innevati, prima di scendere a Kandersteg.
Mentre riposiamo in una delle spa dei graziosi alberghi-chalet del paesino, programmiamo una breve escursione al romantico laghetto alpino Blausee, poi a Thun, per imbarcarsi sul battello del lago ma soprattutto visitare il centro medievale con il suo castello del XII secolo, e infine raggiungere Berna, con il suo centro medievale sorprendente e i suoi ricchi musei. Dalla capitale vale la pena servirsi nuovamente dell’efficiente rete di trasporti elvetica per tuffarsi nel cuore rurale del paese e per fare la conoscenza con una delle star della Svizzera: il formaggio Emmentaler.

L’Emmentaler Schaukäserei è un caseificio storico immerso nel verde dei prati, un centro di produzione, documentazione e di visita che descrive la produzione del famoso formaggio con un percorso pensato per i bambini ma di sicuro divertente e interessante anche per gli adulti, che apprezzeranno anche il ristorante annesso che propone ricette a base di formaggio. Se avete pregiudizi sul formaggio coi buchi sappiate che derivano dal fatto che non conoscete le mille sfaccettature, varietà e stagionature di questa icona svizzera.
In circa due giorni abbiamo rallentato, percorso brevi distanze in modo sostenibile, ma al contempo fatto un sacco di cose. A un certo punto bisogna rientrare, ma l’impressione è che questa esperienza svizzera potrebbe non finire mai.