Le straripanti meraviglie artistiche di Brescia
C’è ancora gente che associa alla Leonessa d’Italia l’immagine della città industriale. Ma basta un weekend per rendersi conto che, oltre ad essere laboriosa e produttiva, Brescia va inserita nel novero delle grandi città d’arte della penisola.

Le piazze centrali
Per infatuarsi della città è sufficiente gironzolare senza meta per il centro storico, tra palazzi ornati da prestigiosi portali, ombrosi cortili in cui spiare furtivamente, viuzze aggraziate brulicanti di vita. Per razionalizzare la visita, invece, è meglio procedere ordinatamente attraverso alcune tra le principali piazze cittadine. Piazza Paolo VI costituisce il cuore della Brescia medievale: sul lato est fanno bella mostra di sé, uno dopo l’altro, il Palazzo del Broletto (il più antico edificio pubblico di Brescia), l’imponente Duomo Nuovo, in uno stile sobriamente barocco, e soprattutto il Duomo Vecchio, uno dei più enigmatici edifici romanici esistenti, con la pianta circolare che richiama il Santo Sepolcro di Gerusalemme e i rimandi alle architetture germaniche. Per un repentino cambio di atmosfera, poi, ecco Piazza della Loggia, dove le linee rinascimentali raccontano della secolare dominazione veneziana e l’orologio astronomico stempera con un tocco di colore la solenne gravità delle architetture. Si chiude il tour con Piazza della Vittoria: se non fossimo certi di vivere nel terzo millennio, si potrebbe pensare di essere stati catapultati chissà come nel Ventennio fascista: così, un po’ stralunati, si osserva la maestosità razionalista del Palazzo delle Poste e della Torre della Vittoria, inconsapevoli che il meglio che Brescia ha da offrire deve ancora arrivare.

L’area Unesco
Raggiungendo Piazza del Foro, si iniziano a intuire le ragioni per cui nessuna città del Nord Italia può sfoggiare un patrimonio di vestigia d’epoca romana paragonabile a quello di Brescia: di fronte a voi, infatti, si stagliano il Parco Archeologico di Brescia Romana, con il Capitolium (dedicato a Giove, Giunone e Minerva), e, subito a est, ilTeatro Romano. Negli spazi al chiuso, però, il visitatore è atteso da veri e propri effetti speciali: nella terza cella, infatti, è collocata la Vittoria Alata (I secolo d.C.), una delle più magnificenti statue in bronzo giunte a noi dall’antichità; sotto il Capitolium, invece, si nascondono le sale ipogee del Santuario Repubblicano, che rifulgono ancora degli illusionistici affreschi del I sec a.C. Dopo aver appurato di non essere a Pompei, le suggestioni archeologiche proseguono nel poco distante Museo di Santa Giulia: già al primo sguardo ci si accorge che domus romane dagli ambienti così ben identificabili come le Domus dell’Ortaglia non si vedono mica tutti i giorni. Tuttavia, quello che lo sterminato percorso museale custodisce di più prezioso risale all’epoca longobarda: la Croce di Desiderio costituisce uno dei massimi capolavori dell’oreficeria altomedievale, mentre per soppesare la straordinarietà della Basilica di San Salvatore basta considerare che, in tutta Italia, gli edifici del popolo venuto dalla Pannonia ancora in piedi sono solo sette.

La pittura a Brescia
La necessità del ricorso ai superlativi continua ad accompagnare il visitatore anche cambiando genere artistico. Brescia, infatti, può essere considerata una delle capitali della pittura italiana: gli artisti locali del Cinquecento, Romanino, Moretto e Savoldo rappresentarono la principale fonte di ispirazione di Caravaggio, sia in relazione allo studio della luce che nel realismo dei soggetti. Ebbene, visitando la Pinacoteca Tosio Martinengo si ammirano numerose loro opere, ma anche tele di Raffaello, Lorenzo Lotto e di un altro grande eroe della pittura bresciana, Giacomo Ceruti, detto il ‘Pitocchetto’, che per primo nel Settecento diede dignità agli strati più umili della popolazione. Inutile dire che l’ubriacatura estetica prosegue nelle chiese cittadine: nella Cappella del Santissimo Sacramento, all’interno della Chiesa di San Giovanni, il talento di Romanino e Moretto sembra fronteggiarsi in un unico, sontuoso ambiente. La Chiesa dei Santi Nazaro e Celso ospita il celebre Polittico Averoldi del Tiziano; nella Chiesa di Santa Maria del Carmine sono presenti affreschi del Foppa, il precursore della pittura lombarda del Rinascimento. Potremmo proseguire a lungo, ma in quel caso scordatevi di fermarvi solo un week end.

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Il Castello
Ultima, classica attrazione di una gita a Brescia è il Castello, raggiungibile dal centro con una passeggiatina in salita di un quarto d’ora: si tratta di un’immensa struttura, tra le più grandi d’Europa, in cui si possono seguire passaggi sotterranei o camminamenti aerei, attraversare ponti levatoi e salire sopra torri, scoprire storie di battaglie e assedi, tradimenti e gesta eroiche, o ancora visitare l’interessantissimo Museo delle Armi, immaginandovi di essere ardimentosi cavalieri medievali, o il Vigneto Pusterla, il più grande vigneto urbano italiano. Ma dopo l’abbondanza di prodigiose bellezze che avrete immagazzinato nei vostri ricordi, forse desidererete semplicemente osservare la città dall’alto, già con un pizzico di malinconia. E di fronte a un tramonto infuocato, con lo skyline cittadino che si ammorbidisce nell’orizzonte e le campane che rintoccano, sorriderete pensando a quanto fosse assurda quell’immagine di Brescia come semplice città industriale.
