Cosa vedere a Oviedo e dintorni

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Oviedo, tranquilla e laboriosa, con una bella cattedrale e un forte senso della tradizione, negozi specializzati e una vivace scena gastronomica, è il luogo dove vivere le Asturie ‘di tutti i giorni’. Ecco i nostri consigli su cosa fare e come godersi il meglio di Oviedo.

Il centro storico di Oviedo ©Migel/Shutterstock
Il centro storico di Oviedo ©Migel/Shutterstock
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A breve distanza, le cittadine di Avilés e Villaviciosa, sull’estuario, rappresentano un’alternativa interessante per un pranzo e una passeggiata, mentre i piccoli villaggi di pescatori di Cudillero e Tazones sono il set ideale per i fotografi. Se poi praticate birdwatching sulle vicine rive del fiume con la bassa marea, potrete restare in questa zona per giorni. 

L’ingresso principale della cattedrale di Oviedo ©Pierre Jean Durieu/Shutterstock
L’ingresso principale della cattedrale di Oviedo ©Pierre Jean Durieu/Shutterstock

La cattedrale gotica di Oviedo

Che cosa hanno in comune i tessuti, una scultura in pietra di un paio di natiche, un’università fondata nel 1608, un festival internazionale del formaggio e una statua di Woody Allen? Fanno tutti parte dell’intrigante tessuto urbano di Oviedo. 

Insieme al mercato dei fiori, ai negozi di carbayones (pasticcini glassati), ai teatri e alle sidrerías notturne, offrono un’esperienza eclettica della verdeggiante capitale delle Asturie

Oviedo ha una storia interessante. Fu capitale del regno delle Asturie fino al 910 (quando il regno si trasferì a León) e da qui, nell’814, partì il primo pellegrino, il re Alfonso II, alla volta di Santiago per rendere omaggio alle spoglie di San Giacomo. Per anni rimase il punto di partenza del Camino de Santiago.

Il casco antiguo della città, restaurato dopo i gravi danni subiti durante la guerra civile, è ricco di piazze eleganti Tra queste spicca Plaza de la Constitución con il suo municipio barocco e la magnifica Catedral de San Salvador. Espressione degli stili gotico e barocco, la cattedrale ospita tesori inestimabili come il Santo Sudario, un telo che si dice abbia coperto il volto di Cristo dopo la morte, e la Cruz de los Ángeles del IX secolo, emblema della città: sono conservati nella Cámara Santa, una cappella preromanica risalente all’VIII secolo, e visibili dalla Sala Apostolar, sorretta da colonne con scolpite coppie di apostoli dalle espressioni intense e realistiche. Prima di andar via, notate la nicchia vuota nel pantheon di figure sulla facciata della cattedrale: è stata mantenuta vuota per i posteri. 

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Celebrazione del formaggio

Se fate un giro nelle Asturie, non potrete fare a meno di notare l’amore dei locali per il formaggio. Forse riconoscerete il Cabrales dei Picos o il Casín di Campo de Caso, ma che dire del Gamonéu di Cangas o del Bedón de Vaca di Llanes? Le estati temperate e gli inverni rigidi, l’allevamento tradizionale e le umide grotte di stagionatura sono perfetti per la produzione di formaggio. 

Manuale o robotizzata, l’industria casearia a Oviedo si celebra ogni anno: con 230 giudici internazionali di oltre 4000 formaggi, l’annuale Asturias Paraíso Natural International Cheese Festival attira 10.000 visitatori e ospita i World Cheese Awards. 

Oviedo vista dal Monte Naranco ©Jose Miguel Sanchez/Shutterstock
Oviedo vista dal Monte Naranco ©Jose Miguel Sanchez/Shutterstock
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Il sidro, la bevanda preferita delle Asturie

Entrando nel Museo de la Sidra, la cui forma ricorda una botte, si capisce subito che la visita sarà diversa da tutte le altre. Innanzitutto, è guidata (in spagnolo) non da un curatore annoiato ma da un membro delle 25 principali case produttrici di sidro, che ne hanno preservato la produzione fino ai giorni nostri. 

La tecnologia è cambiata, ma la produzione di sidro è ancora un’attività artigianale nelle Asturie. Qui viene mostrata l’evoluzione dei processi di spremitura delle mele, con le grandi presse d’epoca, realizzate con enormi tronchi d’albero, accanto ad apparecchiature attuali più sofisticate. Nella regione si coltivano circa 76 varietà di mele, ma l’arte di un buon sidro sta nella scelta dell’equilibrio tra note dolci e acide, che s’intuisce solo con anni di esperienza. 

Un altro fattore critico è la pulizia delle bottiglie: per adeguarsi alla scala di produzione del mercato moderno è necessario lasciare i metodi manuali tradizionali e passare a procedure più efficienti. L’industria del sidro delle Asturie è più piccola di quella del Regno Unito, ma produce comunque oltre 45 milioni di litri l’anno (l’80% della produzione spagnola). 

Al termine di una visita guidata che illustra l’importanza del sidro nella cultura asturiana, ci si può sedere al bar e degustare questo liquido pallido, leggermente torbido e quasi fermo. Meglio ancora, unitevi a tutta la città di Nava nella seconda settimana di luglio per fare baldoria al suono delle cornamuse. 

Un tipico hórreo delle Asturie  ©imag3s 4 U/Shutterstock
Un tipico hórreo delle Asturie ©imag3s 4 U/Shutterstock

Storia dell’agricoltura nelle Asturie

Se passate un po’ di tempo nelle Asturie, noterete sicuramente le piccole strutture in pietra chiamate hórreos. Con i loro balconi in legno e i tetti in tegole, potrebbero sembrare abitazioni o dépendance. In realtà, non sono stati progettati per accogliere persone ma grano. Se osservate infatti l’ultimo gradino di questi magazzini sopraelevati, noterete che non è collegato al pianerottolo, tenendo lontani anche i roditori più acrobatici. 

Vere opere d’arte, queste costruzioni in legno, generalmente di forma quadrata, mantengono il grano asciutto nel clima umido delle Asturie, essendo soprelevate su colonne di pietra, e sono ‘decorate’ con muschio, rametti di felce che spuntano dai tetti e ciuffi di spighe sulle ringhiere. Ogni distretto vanta con orgoglio le proprie tradizioni costruttive, come dimostra lo stile lineare e caratteristico degli hórreos in pietra delle Asturie nord-occidentali. Secondo le stime, nel principato ci sono 18.000 hórreos e paneras (granai rialzati più grandi) e quasi ogni casa rurale ne ha uno. 

Per capire l’importanza di questi granai nella storia sociale, visitate il Museu del Pueblu d’Asturies a Gijón. Questo museo etnografico, dedicato alla vita domestica della regione a partire dal 1800, presenta vari edifici ricollocati, come il padiglione delle Asturie dell’Expo ’92 di Siviglia, e comprende uno o due hórreos. Meglio ancora, percorrete la N634 da Oviedo ad Arriondas, dove molti di questi edifici, antichi e moderni, punteggiano i terreni agricoli della regione. 

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