Alla scoperta di Aquileia: la capitale del mosaico romano in Friuli Venezia Giulia
L’importanza che 1000 anni fa doveva avere Aquileia, oggi un comune di poche case e poco più di 3000 abitanti nel Friuli Venezia Giulia, è equiparabile a quella di una delle grandi capitali di oggi. Fra la fine del mondo antico e l’inizio del Medioevo, infatti, qui si trovava uno dei poli spirituali e politici più importanti di tutta la penisola, che all’epoca era uno dei centri del mondo. È allora il caso di dedicarle un po’ di tempo per scoprire tutti i suoi tesori: ecco i nostri consigli su cosa vedere ad Aquileia in un giorno, ma meglio in due.

Un’importanza testimoniata ancora oggi dalla grande e imponente Basilica di Aquileia, che appare al visitatore come un fuori-scala rispetto agli edifici che la circondano e alla pianura in cui si trova. Ma la basilica in realtà rispecchia con le sue dimensioni e la magnificenza delle sue decorazioni il rango di un centro di fama globale. Per un certo periodo, Aquileia aveva persino rivaleggiato con Roma e Bisanzio in termini di importanza spirituale. Era il VI secolo e la città esisteva già da 700 anni.
Preparatevi a una grande area archeologica, che vi farà viaggiare nel tempo fra l’impero romano, le incursioni di unni e longobardi e la sto ria della Chiesa d’Occidente. Tutte le attrattive di Aquileia possono essere visitate conla FVG Card Aquileia, un biglietto cumulativo che si può acquistare all’Infopoint.

Che cosa vedere
Basilica di Aquileia
La Basilica di Aquileia è uno dei monumenti più importanti per la storia della Chiesa medievale. La sua fondazione risale al tempo dei primi editti e concili. Fu nel 313, infatti, anno dell’Editto di Milano, che il vescovo Teodoro stabilì che si costruisse un luogo per il culto costituito di due sale, una delle quali si trovava dove oggi sorge la basilica. Già all’epoca questi ambienti erano interamente mosaicati, ma l’edificio attuale è il risultato di secoli di stratificazione, durante i quali si sono sovrapposti elementi romanici, gotici e rinascimentali.
L’edificio attuale è l’esito dell’imponente rimaneggiamento e restauro del 1031 voluto dal patriarca Poppone, lavori che durarono a lungo e che compresero anche la costruzione del campanile, alto 73 m, il rifacimento dei capitelli e l’affrescatura dell’abside. Non furono gli unici lavori che cambiarono il volto della basilica: nel XIV secolo, le nuove strutture murarie della navata resero più adatti gli archi a sesto acuto, gotici, al posto di quelli romanici a tutto sesto; nel Rinascimento furono aggiunti l’altare maggiore nell’abside, le scale e il rivestimento marmoreo della Cripta degli Affreschi.

I mosaici della Basilica
Una volta entrati, sarete catturati dalla bellezza del mosaico pavimentale, del IV secolo, che con i suoi 750 mq è il più vasto e antico del mondo occidentale: risale all’epoca della basilica teodoriana.
Il mosaico è costituito da nove grandi riquadri, tre per ogni navata, divisi da fascioni di acanto, e di una parte che copre la superficie del presbiterio e che si estende per tutta la larghezza dell’aula. I riquadri rappresentano varie scene, alcune di significato simbolico e non del tutto decifrabile, come La lotta del gallo con la tartaruga, altri molto più intellegibili, come i ritratti dei benefattori della chiesa e gli episodi biblici, come le Storie del profeta Giona.
La Cripta degli Scavi è oltre la navata sinistra, non distante dall’ingresso della basilica, e conserva i mosaici più antichi e di più difficile interpretazione. Gli animali fantastici e le piante che popolano lo straordinario tappeto musivo della parte più a nord sono per lo più estranei alla tradizione iconografica cristiana e sembrano invece confermare i legami culturali dell’antica Aquileia con il mondo orientale e in particolare con Alessandria d’Egitto.
All’inizio della navata di sinistra passerete per il Santo Sepolcro, costruito nella prima metà dell’XI secolo a imitazione di quello di Gerusalemme, che veniva usato durante la liturgia della Settimana Santa.
La Chiesa dei Pagani e il battistero, rispettivamente dell’XI e del IV secolo, si trovano di fronte all’ingresso della chiesa, cui sono collegati da un porticato. I due ambienti sono abbastanza differenti tra loro; di particolare interesse è il battistero, a pianta ottagonale, dal quale si aveva accesso a due sale, una a nord e l’altra a sud. Quest’ultima, l’Aula Cromaziana, è detta Südhalle perché fu scoperta nel 1893 da archeologi austriaci. Entrambe le sale erano dotate di pavimenti a mosaico, datati tra la fine del IV e i primi decenni del V secolo. Del pavimento della sala meridionale si conserva un’ampia superficie.
Il Campanile, staccato dal corpo centrale della basilica, è visitabile: entrate per vedere il suggestivo mosaico nella penombra e per guardare la basilica dall’alto.
Museo Archeologico Nazionale
Assieme alla basilica, il Museo Nazionale è una tappa irrinunciabile ad Aquileia. La collezione è composta unicamente da reperti rinvenuti durante gli scavi, che restituiscono facilmente l’immagine del glorioso passato di Aquileia. Tra i pezzi esposti, oltre alle immancabili sculture, troverete monete, gemme incise, oggetti in vetro e ambra. Nel cortile ha sede il lapidario, con epigrafi, stele e parecchi frammenti di pavimenti musivi, alcuni davvero impressionanti.
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Il Museo Paleocristiano
Fino al 1961 era la sezione tardoantica e paleocristiana del Museo Archeologico Nazionale, ora invece è un museo a sé, importantissimo per conoscere la storia e lo sviluppo del cristianesimo in questo sito. L’esposizione è costituita per lo più di mosaici e iscrizioni funerarie paleocristiane e si trova all’interno di un bellissimo edificio agricolo costruito sui resti di una basilica dei primi secoli del cristianesimo.
Il Foro romano
I resti del foro non sono così monumentali, ma di certo vi piaceranno, forse anche per il fatto di averli già intravisti viaggiando lungo la statale. È un peccato che non siano totalmente fruibili o percorribili, ma non mancheranno di farsi apprezzare durante la vostra passeggiata archeologica. Il foro si sviluppava all’incrocio tra cardo (la Via Iulia Augusta) e decumano; ricostruito nel 1939, mostra una serie di colonne, che un tempo sorreggevano il porticato, resti della bella pavimentazione e resti di una basilica romana.

Come arrivare
Aquileia è facilmente raggiungibile sia in auto che con i mezzi pubblici. Se viaggiate in auto, l’uscita consigliata dall’autostrada A4 è quella di Palmanova; da lì, seguite le indicazioni per Aquileia percorrendo la Strada Statale 352.
Per chi preferisce il treno, la stazione più vicina è quella di Cervignano del Friuli, situata a circa 10 km da Aquileia. Dalla stazione, è possibile proseguire con un autobus della linea SAF fino alla fermata "Aquileia Centro", da cui la Basilica è raggiungibile a piedi in circa 5 minuti.
L’aeroporto più vicino è l’Aeroporto Friuli Venezia Giulia di Ronchi dei Legionari; da lì, è possibile prendere un taxi o un autobus fino ad Aquileia.
Dove parcheggiare
Per visitare Aquileia in tranquillità, è consigliabile parcheggiare nei pressi del centro storico. Un parcheggio a pagamento comodo e sicuro si trova in Via Enrico Curiel, a breve distanza dalla Basilica e dal Museo Archeologico. Per chi viaggia in camper, è disponibile un’area sosta attrezzata in Via Achille Grandi, con una tariffa di 10,00 € al giorno. Inoltre, la FVGcard Aquileia offre vantaggi anche per il parcheggio, consentendo l’accesso gratuito per 24 ore in questo parcheggio specifico
Cosa mangiare in questa parte di Friulia
La cucina di Aquileia riflette la tradizione friulana, con piatti che combinano influenze venete e slovene. Tra i piatti tipici, non perdere le frittatine con erbe di campo, il frico con patate e formaggio, e la minestra con orzo e fagioli. Per gli amanti del pesce, le sarde fritte o in saor, i fasolari e le capesante gratinate sono delizie da provare. I primi piatti a base di pesce, come il risotto alla granseola e i ravioli con il rombo, sono specialità locali da non perdere. Accompagna il tutto con un bicchiere di vino locale, come il Refosco o la Malvasia.