Tra Venezia e Jesolo, alla scoperta della laguna
Parte di un’area che si estende per 550 kmq e che, nel suo complesso, è la zona paludosa costiera più ampia d’Europa, ospita un arcipelago ricco di storia e immerso in un ambiente lontano anni luce dalla frenesia che contraddistingue le frequentatissime città vicine.

Oltre i 'classici'
Attirati dall’unicità di Venezia e dalle straordinarie spiagge di Jesolo, ogni anno milioni di turisti invadono queste due classiche destinazioni del turismo veneto, trascurando quasi del tutto quello spazio magico, sospeso tra terra, acqua e cielo che si trova nel mezzo. Ma la laguna a nord di Venezia ha molte ragioni per dare torto a turisti pigri, frettolosi o distratti.

Isole fuori dal mare
Anche in questa zona non mancano località che tutto il mondo conosce: Murano per la lavorazione del vetro e i troppi negozi di souvenir; la colorata e allegra Burano, giustamente rinomata per la vivacità cromatica delle case e soprattutto per la lavorazione del merletto viva, ancora oggi, grazie alla passione di alcune donne “resistenti”. Eppure chi desidera partire per una sorta di viaggio di scoperta, che è anche un viaggio nell’arte e nella letteratura, troverà soddisfazione nelle isole meno celebrate: San Michele, dove le mura rosso mattone proteggono il riposo di artisti, poeti e letterati; la magnifica San Francesco del Deserto, con il rigoglioso giardino a incorniciare il porticciolo, isola ideale per un ritiro spirituale presso i frati francescani disposti ad aprire le porte del convento a chi desidera trascorre qualche giorno tra pace e contemplazione;
Torcello, che brilla della luce emanata dalla Basilica di Santa Maria Assunta (fondata nel 639). Qui prendetevi il tempo necessario per ammirare con calma i suoi sorprendenti mosaici e fermatevi, sulla stessa piazza, nel museo ospitato in un palazzo del XIII secolo. Avrete la prova che la storia della laguna ha avuto inizio molto prima dell’affermazione di Venezia. Dopodiché, fermatevi nelle rinomate locande di questa piccola isola (due su tutte: Villa ‘600 e Locanda Cipriani) e scoprirete perché Hemingway scelse di trascorrere proprio qui alcuni mesi della sua creativa e turbolenta esistenza.
Infine, c’è Sant’Erasmo che la prima domenica di ottobre ospita la festa del mosto, probabilmente il momento migliore per scoprire l’isola passata alla storia come “Orto dei Dogi”.

Viaggio nel paesaggio.
Se è vero che questi piccoli rifugi sono le vere destinazioni di un viaggio in laguna, mai come in questo caso è il viaggio stesso che diventa indimenticabile. Le imbarcazioni si muovono lentamente attraverso un intricato sistema costituito da canali punteggiati da dame, bricole e paline (i pali che si vedono emergere in superficie): costituiscono la segnaletica di queste strade acquatiche e si snodano tra lingue di terra, bocche e barene, ossia le terre periodicamente sommerse dall’acqua. Paesaggio fragile e opportunamente protetto, qui sopravvive l’aspetto originario della costa veneta, caratterizzato dal costante mutare degli orizzonti, dai labili confini tra terra e acqua, dove i panorami in ogni stagione propongono nuove ragioni per essere ammirati: in autunno, quando i colori assumono tonalità languide e gli uccelli migratori vengono a nidificare; o in estate, quando queste acque diventano il rifugio ideale per fuggire dalla monotona vita da spiaggia. Il momento migliore per visitare la laguna è senza dubbio la primavera quando le barene si ricoprono dei colori della fioritura.
La storia scritta sull'acqua
Qui non è solo la natura e il suo fragile equilibrio a essere protagonista. A queste acque si deve, in qualche modo, la costruzione di Venezia. La sua nascita affonda le radici nelle impetuose acque del Piave, vero genius loci di questa porzione di mondo e, a sua volta, destinazione per un viaggio alla scoperta del suo ricco patrimonio storico. Per tutti gli italiani è “il fiume sacro alla patria” in memoria del sangue versato dalle truppe durante la prima guerra mondiale.
Ma per molti secoli, lungo il suo percorso, dalle Alpi bellunesi alla laguna, è stato protagonista di un massiccio traffico commerciale, un’autostrada fluviale dove transitavano tronchi di legno e pietre delle Dolomiti destinate a costruire le fondamenta della Serenissima e a costituire l’ossatura delle navi.
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In barca o in bicicletta
Tutte le isole sono raggiungibili facilmente attraverso i collegamenti esistenti dalla Serenissima o (più comodamente) da Jesolo.
Una buona opzione è affidarsi ai servizi di Laguna Fla che, partendo da Quarto d’Altino (a 5 km dall’aeroporto di Tessera, comodo anche per chi arriva in autostrada), consente di risparmiare tempo, evitando l’attraversamento di Venezia. Le escursioni avvengono a bordo di barche tipiche, sulle quali il comandante diventa la guida ideale per descrivere ciò che si offre agli sguardi poco abituati a muoversi in un ambiente che gioca a confondere e a eliminare i punti di riferimento: qui l’acqua stessa assume mille forme diverse.
Per chi preferisce, invece, godersi la laguna rimanendo sulla terra ferma, il consiglio è montare in sella e percorrere gli argini sterrati dei fiume Sile e Piave o partire alla scoperta delle centinaia di chilometri di piste ciclabili che si snodano lungo anse, insenature, parchi fluviali e vecchi tratturi nel territorio di Jesolo. Non mancheranno le occasioni per soste golose, come ad esempio l’agriturismo La Barena romantica e solitario rifugio in località Lio Maggiore.
Procurandosi la guida gratuita Jesolo Ambient Bike, disponibile presso gli uffici del turismo, potrete scegliere tutti i percorsi e gli indirizzi utili per pernottare nelle strutture dedicate al cicloturismo aderenti al circuito Adria Bikes Hotel.