Kamchatka: la prima tappa del giro in bicicletta dell’Artico in solitaria

L’ultracylcist Omar Di Felice è partito per il suo viaggio lungo oltre 4.000 chilometri lungo la linea artica muovendosi da solo in bicicletta. La prima parte del viaggio lo ha visto affrontare fin da subito impressionanti bufere di neve e pedalare lungo le strade gelate della Kamchatka, in Russia. Gli abbiamo fatto qualche domanda per sapere come è stata questa incredibile prima tappa.

ciclista solitario in mezzo alla neve
Omar Di Felice in Kamchatka ©Omar Di Felice
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Qual è stato il momento più difficile della tappa? 

Di tutta la traversata la parte più difficile è stata la partenza perché sono partito dalla capitale in un momento di forti bufere, tanto che poi hanno chiuso gli aeroporti. Poi dovevo rompere un po’ il ghiaccio, sia in senso figurato che reale, e mi sono ritrovato catapultato di fronte a traffico, neve e anche la polizia, che mi ha fermato per dirmi di stare molto attento. Dopo tre ore di pedalata avevo fatto solo 20 chilometri e ho temuto che si trattasse di una traversata complessa.

bicicletta al riparo dalla bufera di neve sotto fermata del bus
La partenza è stata rallentata da forti bufere di neve ©Omar Di Felice
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Qual è stata la cosa più bella che hai vissuto? 

Sicuramente la prima cosa che mi ha colpito sono stati gli scenari, davvero pazzeschi. Quando sono arrivato nella parte più a nord dell’itinerario, nella zona dei vulcani e dei fiumi ghiacciati, dal punto di vista paesaggistico ho trovato qualcosa di unico. Si tratta di un territorio incontaminato, dove gli insediamenti umani sono piccoli gruppi di case che distano centinaia di chilometri l’uno dall’altro.

vulcano coperto di neve in Kamchatka
La zona dei vulcani e dei fiumi ghiacciati regala scenari incredibili ©Omar Di Felice
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La seconda cosa molto bella è stata l’umanità: ho trovato una popolazione disposta ad accoglierti e aiutarti subito. In ogni villaggio mi hanno trovato un posto in cui dormire, che si trattasse di una Guest house o di casa loro. Sicuramente si tratta di contesto umano molto diverso da quelli a cui siamo abituati noi.

Cosa hai imparato da questa tappa?

Ho avuto la conferma che la vita nei luoghi molto remoti e molto difficili fa si che l’essere umano diventi più empatico verso l’altro. Questa empatia unisce le persone e fa si che quando qualcuno vede un suo simile muoversi in questi territorio si attivi immediatamente per aiutarlo, per stargli vicino.

Dal punto di vista climatico mi hanno confermato che questo è stato l’ennesimo inverno più caldo del solito. Ho trovato temperature minime tra i -10 e i -15 e sono temperature fredde per noi ma più calde di quelle degli inverni passati, infatti i fiumi non gelano più completamente.

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Destinazioni in questo articolo:

Estremo Oriente Russo Kamchatka
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