Il primo giro del mondo (artico) in bicicletta
Ogni viaggio non è soltanto uno spostamento, ma un’esperienza. Alcune, però sono così estreme da coinvolgere non soltanto chi lo fa, ma anche chi lo segue da lontano. Ecco perché abbiamo deciso di raccontare l’ultima sfida dell’ultracyclist Omar Di Felice che dai primi giorni di febbraio partirà per un giro lungo oltre 4.000 chilometri lungo la linea artica muovendosi da solo in bicicletta. L’obiettivo sarà, oltre a sfidare se stesso, verificare e raccontare il cambiamento climatico incontrando le popolazioni locali e scienziati esperti sul tema.
Omar pedalerà attraverso le tre linee di demarcazione dei confini artici (il circolo polare artico, la linea delle isoterme +10°C e la linea artica degli alberi) attraversando tutte le nazioni all’interno dei confini. Partirà con gli 800 chilometri della traversata della Kamchatka per proseguire con gli oltre 1500 km pedalati nelle regioni della Lapponia (Russia, Finlandia, Svezia e infine Norvegia) da Murmansk a Tromso, passando attraverso i boschi della Finlandia, Rovaniemi e la tundra svedese. Poi si sposterà alle isole Svalbard, toccando il punto più settentrionale dell’avventura, tra spettacolari scenari artici, orsi polari e le luci dell’aurora boreale a far da scenario.
Attraverserà l’Islanda da est a ovest prima di spostare il focus sulla Groenlandia dove pedalerà l’Arctic Circle Trail, un sentiero di oltre 200 km che si snoda dal Point 66 ai margini dell’ice cap groenlandese e il villaggio di Sisimiut. A questo punto Omar si sposterà nel continente americano pedalando dal Canada all’Alaska, attraverso Fairbanks e spingendosi fin oltre la linea di demarcazione del Circolo Polare Artico, dove l’avventura terminerà ufficialmente. Curiosi all’idea di raccontarvi, tappa dopo tappa, questa incredibile avventura, abbiamo fatto a Omar qualche domanda mentre si prepara a partire.
Cosa ti ha spinto a organizzare questo viaggio?
Il mio amore, la mia passione per freddo e per le avventure invernali mi hanno spinto a cercare una nuova sfida. Dopo averne fatte tante, guardando il mappamondo ho cambiato il punto di osservazione: vedere il globo dall’alto mi ha dato l’intuizione di seguire la linea dell’Artico.
Sei già stato nei luoghi che attraverserai? Ce n’è qualcuno a cui sei particolarmente legato?
La Lapponia Norvegese è stata la mia prima vera avventura invernale nel 2014 e l’Islanda è un luogo del cuore, in cui torno sempre volentieri: ha quella magia che da avventura un qualcosa in più. Quando ti trovi con la terra che fuma e tutto il ghiaccio intorno riesci a sentire tutti gli estremi della natura.
Cosa speri succeda in viaggio?
Sicuramente voglio stupirmi, cerco sempre quel qualcosa di nuovo che mi faccia emozionare davanti alla natura. Spero di pedalare sotto l’aurora boreale.
Qual è la tua maggiore preoccupazione?
Ho un po’ di ansia per gli orsi polari, ma sto facendo il massimo per organizzarmi nel modo più sicuro possibile nei tratti in cui si possono trovare. Alle isole Svalbard sono tenuto ad avere una guida alla sicurezza, che mi seguirà con una motoslitta e tutte le sere starà con me nella cabin, impostando uno speciale filo elettrico per tenere lontani gli animali con gli ultrasuoni.
Come si organizza un viaggio così? Quali sono gli aspetti fondamentali?
Il primo fondamentale aspetto è la logistica: bisogna tenere conto di tutte le regioni e tutte le regole imposte dalle autorità locali; verificare la validità dei visti (che sotto Covid è una cosa molto complessa, soprattutto in Russia); divertirsi con l’’incastro dei voli e lo studio delle mappe.
Poi c’è la parte tecnica, che prevede l’attrezzatura per sistemare la bicicletta, borse e abbigliamento.
Devo organizzare l’alimentazione e quindi capire dove è devo fare la spesa in anticipa e dove posso affidarmi a servizi in loco.
Infine, dato che documenterò tutto il viaggio, devo pensare all’attrezzatura, come camera, drone, e GoPro.
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Come si fa la valigia per una viaggio simile?
Si ragiona per litri. Avrò delle borse attaccate alla bicicletta, una parte di attrezzatura per bici e una con l’abbigliamento per il freddo estremo, poi uno zaino per cose più delicate, come il computer. Alle Svalbard e in Groenlandia farò un cambio di bici, utilizzando una Fat Bike con slitta annessa per le scorte di cibo e il materiale per campeggiare in mezzo al nulla.
Cosa ci racconterai quando sarai on the road, cosa ci dobbiamo aspettare?
Sarà possibile seguire il puntino che si sposta sulla mappa (link in mail), sui miei canali farò racconti quotidiani dalle zone e alcune dirette in cui racconterò uno dei temi centrali del viaggio: il cambiamento climatico, dialogando con scienziati ed esperti.
Sui canali Lonely Planet, invece, seguiremo il viaggio di Omar a tappe, scoprendo l’Artico un pezzettino alla volta. Seguiteci anche su Instagram per non perdervi nulla di questa incredibile avventura.