Illuminazioni d'Islanda

Redazione Lonely Planet
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L'Islanda non è una terra mordi e fuggi, non sbalordisce con effetti speciali, ma a tratti la sensazione è che sia un posto dal quale si possa ricominciare ad ascoltare, a vedere e a sentire.

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Illuminazioni d'Islanda

L'intuizione si presenta in spiaggia a Ytri Tunga, nella penisola dello Snæfellsnes, in cerca di foche che non abbiamo visto, ma dove gli avvistamenti sono abbastanza frequenti.

Il panorama è semplice ed esaltante, come dimostra la foto di apertura del post, e non credo si possa fare a meno di godere del rumore degli uccelli, dell'immagine delle placide anatre che si muovono nella baia e, perché no, del freddo pungente che anche il primo giorno d'estate si presenta puntuale e severo.

Islanda 2011 L'altra illuminazione, molto più funzionale, è che l'Islanda può essere attraversata senza grandi budget. Qui il campeggio libero è consentito almeno per una notte e, se ben organizzato, diventa un'esperienza meravigliosa.

Il ghiacciaio Snæfellsjökull mostra la sua immobile potenza da tutti gli angoli della penisola, ma lo scorcio migliore a mio avviso è tra Hellnar e Vegamot. Il consiglio è di passare di qui.

Chi dispone di un budget elevato può approfittare dell'Hotel Búðir (IS-365 Snaefellsnes), un vero gioiello. A sud della penisola di Snæfellsnes, vicino a Borgarnes, da non perdere è anche l'Hotel Bru, un hotel ristorante molto più economico, immerso nella natura e davanti al mare. Ristrutturato di recente, con nuova gestione e titolare pieno di entusiasmo. Si mangia pesce e piatti della tradizione islandese.

Con un po' di accortezza anche la spesa pasti è abbordabile e, in alcuni casi, riserva sorprese davvero gratificanti. Noi abbiamo cenato a base di merluzzo e pesce gatto (skotuselur in islandese) all'Hotel Framnes (Nesvegur 8. 350 Grundarfjörđur), per 2500 corone islandesi (15 euro circa). Nel conto era incluso lo skyr, non industriale, una bella sorpresa, che impone una rettifica alla perplessità di ieri.

Grundarfjörđur ha anche almeno due bar che valgono il vaggio, uno è Emil Kaffi e sta sull'unica strada principale che attraversa il paese, l'altro è nei pressi del porto, poco distante dall'Hotel Framnes. Un kaffi costa 300 corone circa (1.80 euro circa).

Esperienza extra: ci caliamo nelle viscere della terra proprio accanto al ghiacciaio. Si scende di una decina di metri e, a parte l'altissimo interesse geologico che la mancanza di strumenti mi impedisce di apprezzare appieno, l'esperienza si fa proprio indimenticabile quando la guida ci chiede di spegnere le luci di cui siamo tutti dotati e di restare nella grotta al buio più completo, vivendo la dimensione del ventre della terra.

I primi minuti sono lunghissimi, poi il suono delle gocce che cadono e il buio nero in cui siamo immersi ci spinge dentro una sensazione piacevolissima. Da provare. Il riferimento è la Vatnshellir Cave, info accurate sul sito di Visit Iceland (in inglese).

Anche qui esiste la possibilità di fare un bagno caldo, ma nell'acqua frizzante. Noi non l'abbiamo provato, ma l'indirizzo di Lýsuhóll resta in evidenza per un prossimo viaggio.

A proposito di bagni: una sauna davvero speciale in una struttura piena di fascino si può fare a Laugarvatn, nell'itinerario verso Gullfoss, quello del post di ieri.

LOCAL VOICE
Quella di Rosa, 46 anni, guida islandese.

Il viaggio che mi ricarica di più (l'ho fatto per sei anni di seguito) è il trekking itinerante sulla lunghissima spiaggia di Longufjorur, a sud della penisola di Snæfellsnes.

Il viaggio che non ho ancora fatto e vorrei fare, invece, è l'attraversamento del ghiacciaio Langjökull con le super jeep (macchine inquietanti con ruote alte quasi quanto un giocatore di pallacanestro!).

Il viaggio più estremo che ho fatto ed ho ancora nel cuore è sull'altipiano vicino ad Askja. Qui si cammina sulla sabbia nera ma con le scarpe senti che sotto i tuoi piedi c'è il ghiaccio. Qui, per intenderci, si sono allenati gli americani prima di andare sulla luna.

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