Alla scoperta del Quarto Vuoto tra dune sconfinate

Redazione Lonely Planet
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Il Quarto Vuoto (Rub’ al Khali in arabo) non è il deserto più grande del mondo, né il più arido o il più caldo. Ma quando si immagina il deserto, è inevitabile pensare al Quarto Vuoto: un mondo di sabbia sferzata dal vento e dune ondulate, di albe dorate e tramonti infuocati, di cammelli dall’andatura dinoccolata e avventurieri solitari. La sua assenza di tratti distintivi fa risaltare l’eroismo di chi vi si addentra, lasciando le proprie impronte sulle sue dune incontaminate o proiettando una rara ombra nei tratti completamente assolati. Questo deserto gode fama di luogo incantato, ma è anche un posto molto impegnativo da esplorare.

Il Quarto Vuoto a Liwa, Abu Dhabi ©Adam Sapien  /Shutterstock
Il Quarto Vuoto a Liwa, Abu Dhabi ©Adam Sapien /Shutterstock
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Il Quarto Vuoto si estende su una superficie di circa 600.000 kmq tra Oman, Yemen, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. È un vasto territorio privo di strade o insediamenti, con pochi esseri umani e scarsa ricezione dei telefoni cellulari: un angolo del pianeta lasciato in modalità predefinita, poiché ha prodotto ben poco per sostenere la vita dell’homo sapiens. Per centinaia di anni, solo le carovane beduine si aggiravano tra i suoi pozzi remoti; nel secolo scorso gli esploratori occidentali cercarono fama e gloria attraversando questo territorio alieno. Oggi alcuni turisti partecipano a tour che ne esplorano solo una minima parte, ma anche un viaggio breve può dare un’idea della sua immensa vastità.

Alcune delle rare pozze, in Arabia Saudita  ©Slim Segi  /Shutterstock
Alcune delle rare pozze, in Arabia Saudita ©Slim Segi /Shutterstock

Tra le dune

Un buon punto di partenza è il porto di Salalah in Oman, una città caratterizzata da relazioni marittime con l’Africa orientale. Fate provviste nel suq prima di unirvi a un tour guidato del Quarto Vuoto e avventurarvi nell’entroterra. Poco dopo aver lasciato la città, vi ritroverete tra i boschetti di Boswellia (le piante da cui si ricava il franchincenso) dei monti del Dhofar. Una volta all’anno, verso giugno, questo angolo d’Arabia fiorisce miracolosamente con l’arrivo del khareef, il monsone di sud-est che avvolge le montagna facendo nascere nuova vita dal suolo arido. Questo paesaggio offre un ultimo scorcio di verde prima di entrare nello sconfinato deserto.

Proprio alla soglia delle dune, i tour di solito fanno tappa alle rovine di Ubar, un antico insediamento a volte noto come ‘l’Atlantide del deserto’. Alla fine l’asfalto cede il passo alla sabbia: le dune si stagliano all’orizzonte e gli autisti devono sgonfiare i pneumatici del fuoristrada per poter guidare sulle distese di sabbia.

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Un ultimo scorcio di verde a Salalah  prima di entrare nel deserto ©Emranovic  /Shutterstock
Un ultimo scorcio di verde a Salalah prima di entrare nel deserto ©Emranovic /Shutterstock

Sfide estreme

Un viaggio nel Quarto Vuoto è simile per portata a una traversata in mare; come per un viaggio in mare, è essenziale una buona pianificazione. In genere i tour vengono effettuati da due o più fuoristrada in caso di guasti meccanici e sono dotati di carburante di scorta, pezzi di ricambio e attrezzi per la manutenzione. Inoltre le spedizioni devono disporre di tutto ciò che serve per sostenere la vita umana in un luogo lontano dai soccorsi: cibo di scorta, taniche d’acqua e telefoni satellitari in caso di emergenza.

I pericoli sono numerosi, ma il più serio è perdere l’orientamento: le dune ondulate cambiano forma di continuo, e la cartina viene costantemente ridisegnata dal vento. Tutte le guide esperte hanno la propria mappa mentale del deserto, che aggiornano a ogni nuovo viaggio. Questa cartografia cognitiva è un’arte raffinata che il visitatore può iniziare a perfezionare da sé. Inoltre le guide sanno leggere anche i più piccoli granelli di sabbia, come i capitani di mare sanno interpretare i vortici dell’oceano.

Il Quarto Vuoto è quasi del tutto privo di punti di riferimento, per cui in genere i tour salgono sulle dune più grandi, scendono lungo pendii ripidi come sulle montagne russe, affrontano le creste e scorrazzano liberamente nel paesaggio. Sembra facile, ma in realtà richiede una grandissima abilità; in alcuni tour i partecipanti possono provare a guidare. Chiunque sia al volante, però, a un certo punto quasi inevitabilmente il mezzo finirà per insabbiarsi e i passeggeri dovranno prendere una pala e aiutare a scavare una via d’uscita. A volte bastano pochi minuti per liberare le ruote, più raramente sono necessarie ore. Si raccontano storie di veicoli rimasti bloccati per giorni e di alcuni che non hanno mai fatto ritorno alle strade asfaltate. È a questo punto che il deserto insegna le sue lezioni più preziose: la fiducia in se stessi, mantenere la calma in condizioni di stress, avere fiducia nella possibilità di una via d’uscita.

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Tramonti nel deserto

A fine giornata le temperature si abbassano, i profili delle dune si fanno più nitidi e la vostra ombra si allunga con gli ultimi raggi del sole. A questo punto si allestisce l’accampamento: il caffè al cardamomo bolle sul fuoco, il vento agita le tende di pelle di capra e il deserto notturno si anima di topi delle piramidi e serpenti. Ben presto in cielo si accendono le costellazioni, e prima di dormire si condividono le storie dei jinn (geni).

Nel corso del tempo i deserti sono stati luoghi di rivelazione: santi, profeti ed eremiti venivano in questi paesaggi silenziosi per ascoltare più chiaramente la parola di Dio. Anche per chi non ha fede, il deserto è un luogo adatto a un periodo di riflessione interiore, una rara e preziosa nicchia di spazio e silenzio in un mondo sempre più affollato.

Le dune del Quarto Vuoto in Oman  ©Jiri Vlach  /Shutterstock
Le dune del Quarto Vuoto in Oman ©Jiri Vlach /Shutterstock

Come arrivare

La capitale dell’Oman, Muscat, ospita il principale aeroporto internazionale del Paese, da cui partono a frequenza regolare voli per Salalah (1 h 40 min). Si può arrivare a Salalah anche da aeroporti degli Emirati Arabi Uniti e altre città del Golfo.


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Quando andare

Le temperature estive nel Quarto Vuoto possono superare i 50°C, quindi è preferibile viaggiare nei mesi più freschi, da ottobre ad aprile.


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