Alla scoperta del Parco Naturale Regionale delle Madonie

Redazione Lonely Planet
6 minuti di lettura

Dopo aver trascorso del tempo facendosi strada tra orde di vacanzieri in cerca di sole e mare sulle spiagge della Sicilia, vale davvero la pena di abbandonare le sdraio per dirigersi verso le colline ed esplorare lo spettacolare paesaggio del Parco Regionale delle Madonie, immergendosi nella quiete dei suoi 400 kmq.

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La spettacolare vista sul Parco delle Madonie ©Emily Marie Wilson
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Si tratta di un vero paradiso all’aperto, perfetto per chi ama viaggiare con calma, dedicandosi alla cultura e alla natura. La vetta più elevata del massiccio montuoso delle Madonie è Pizzo Carbonara (1979 m), la seconda montagna più alta della Sicilia dopo l’Etna; il parco regionale comprende aziende agricole, città arroccate e località sciistiche, in cui spicca Rifugio Merlino: le Madonie brillano in uno dei suoi punti più panoramici.

Qui le stagioni sono ben distinte: in primavera le pendici montuose si ammantano di spettacolari distese di fiori selvatici; l’autunno porta con sé i funghi selvatici e i colori intensi del fogliame del bosco; con l’arrivo dell’inverno si apre la stagione sciistica sulle piste; i mesi estivi da giugno ad agosto, infine, offrono una gradevolissima frescura e un rifugio dall’atmosfera caotica della costa. 

Essendo un’area abitata e non una semplice riserva naturale, è possibile alternare le escursioni a piedi alle visite delle cittadine storiche tra i monti e alle soste in alcuni tra i migliori ristoranti dell’isola. 

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Piano Zucchi, nel Parco delle Madonie © lenisecalleja.photography

Castelbuono

Il centro più importante delle Madonie si trova in una posizione davvero incantevole, tra antichi boschi di castagni e frassini da manna. La cittadina deve gran parte dei suoi edifici e della sua atmosfera ai Ventimiglia, una potente famiglia aristocratica che governò Castelbuono dal XIV al XVI secolo. 

Che cosa vedere a Castelbuono

Il Castello dei Ventimiglia, in origine noto come Castello del Buon Aere, è l’immensa fortezza che domina l’agglomerato dorato di case di Castelbuono ha dato il nome alla città ed è la struttura che la caratterizza maggiormente. Fatta costruire da Francesco I Ventimiglia nel 1316, ospita esposizioni sull’archeologia e la storia locale. 

Una leggenda popolare narra che il primo martedì di ogni mese, puntualmente, lo spirito della regina Costanza Chiaramonte, vissuta nel XIV secolo, si aggiri per i corridoi del castello. Nel cuore dell’edificio, custodito in un’urna d’argento, c’è però il presunto teschio di un’altra donna, sant’Anna, la cui cappella risale al 1683 ed è decorata con straordinari stucchi della scuola di Giacomo Serpotta, rinomato scultore siciliano. 

Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo, dedicato al naturalista Francesco Minà Palumbo (1814-99), è un modesto museo che si trova nell’ex convento di Santa Venera e ospita una collezione di manufatti che illustra in modo esaustivo la botanica, la storia naturale, i minerali e l’archeologia delle Madonie. 

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Un viale alberato porta al villaggio di Petralia Soprana © Nicola Pulham

Petralia Soprana

In bella posizione in cima a una collina orlata da una pineta, Petralia Soprana è una delle cittadine meglio conservate della Sicilia centro-settentrionale, con le sue case di pietra grezza e i balconi in ferro battuto pieni di gerani. È anche il comune ad altitudine più elevata nella regione delle Madonie. Per i visitatori non c’è molto da fare, tranne che passeggiare per gli stretti vicoli acciottolati, visitare un paio di chiese e ammirare la vista a 360° dal belvedere della città. 

Che cosa vedere a Petralia Soprana

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo: il duomo, in Piazza del Popolo, nei pressi di Piazza dei Quattro Cannoli, fu consacrato nel 1497 e presenta un elegante porticato del Settecento e un campanile quattrocentesco. È dedicato ai santi Pietro e Paolo. 

Chiesa di Santa Maria di Loreto, tra le numerose chiese di Petralia Soprana, è senz’altro la più bella. La settecentesca Chiesa di Santa Maria di Loreto si trova in fondo a Via Loreto, nei pressi della piazza principale (Piazza del Popolo; seguite le indicazioni per il ristorante Da Salvatore). All’interno si possono ammirare una pala d’altare di Gagini e una Madonna di Giacomo Mancini. A destra della chiesa, un arco dà accesso all’U Castru belvedere, da cui la vista spazia su tutta la vallata e, nelle giornate terse, fino all’Etna. 

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Piazzo Duomo e la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Petralia © Soprana Marco Crupi
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Petralia Sottana

Sotto Petralia Soprana, la cittadina di Petralia Sottana è la porta di accesso al parco regionale e ospita la sede dell’Ente Parco delle Madonie. L’ufficio, collocato nell’atrio del Museo Civico Antonio Collisani, fornisce cartine e informazioni sugli itinerari escursionisti nelle Madonie, oltre a opuscoli e informazioni sulla stessa Petralia Sottana. Vale la pena di visitare la città anche per ammirarne le numerose e pittoresche torri e chiese di pietra. 

Che cosa vedere a Petralia Sottana

Petralia Sottana gravita intorno alla sua strada principale, Corso Paolo Agliata, frequentata via dello shopping di giorno e teatro di un’affollatissima passeggiata nelle prime ore della sera. Al pari di Petralia Soprana, la cittadina sfoggia diverse chiese degne di nota, tra cui la barocca Chiesa di San Francesco sul corso e la secentesca Chiesa Madre in Piazza Umberto, alla fine del corso, il cui campanile è il principale punto di riferimento in città. Lungo la strada che porta a Petralia Soprana si erge la Chiesa di Santissima Trinità alla Badia, che custodisce una pregevole pala d’altare di marmo opera di Giandomenico Gagini. 

Museo Civico Antonio Collisani: questo piccolo e interessante museo dedicato all’archeologia e alla geologia delle Madonie custodisce una ricchissima collezione di fossili ritrovati nella zona e merita una breve visita. 

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Il Parco delle Madonie è un paradiso all’aperto di 400 kmq © Emily Marie Wilson

Piano Battaglia

La piccola località sciistica di Piano Battaglia è costellata di chalet che d’inverno accolgono i sempre più numerosi sciatori siciliani. Il complesso sciistico del Mufara (versante settentrionale) raggiunge i 1840 m e offre 3,5 km di piste, mentre il Mufaretta (versante sud-occidentale) raggiunge i 1680 m, con una pista lunga circa 500 m. Due skilift, rinnovati nel 2015, portano gli sciatori sulla cima. Qui si possono praticare anche lo sci di fondo e lo snowboard. 

Piano Battaglia è una meta interessante anche in primavera, quando offre eccellenti possibilità di praticare escursioni a piedi e in mountain bike lungo i numerosi sentieri segnati che si snodano in campi pieni di fiori selvatici. Un itinerario molto amato dagli escursionisti parte dal Rifugio Merlino a Piano Battaglia e si dirige verso nord-nord-ovest toccando il Pizzo Scalonazzo (1903 m) e il Pizzo Carbonara (altresì conosciuto come Rifugio Carbonara Scalonazzo), per terminare in un querceto a Piano Sempria Madonie (1300 m). 

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Collesano

La parte più alta di questa incantevole cittadina medievale è dominata dalla mole bianca e rosa della Basilica di San Pietro su Corso Vittorio Emanuele e dalle rovine danneggiate dal tempo di un castello normanno poco lontano. Come Castelbuono, Collesano un tempo era governata dai Ventimiglia e infatti conserva un’aria aristocratica. 

Che cosa vedere a Collesano nelle Madonie

Tra le diverse chiese che meritano una visita figurano il Duomo quattrocentesco decorato con affreschi (anche noto come Santa Maria la Nuova), la Chiesa di Santa Maria la Vec- chia del XII secolo, la secentesca Chiesa di Santa Maria del Gesù e la Chiesa di San Giacomo, del Cinquecento. 

Museo Targa Florio: Unico nel suo genere, questo piccolo museo espone fotografie e cimeli legati alla Targa Florio, una delle più antiche corse automobilistiche al mondo. Istituita nel 1906 da Vincenzo Florio, facoltoso appassionato di automobili, la gara di 72 km lungo le insidiose stradine delle Madonie presentava un altissimo grado di difficoltà, con tornanti che mettevano a dura prova sia l’abilità del pilota sia le caratteristiche tecniche delle vetture. La gara fu interrotta nel 1977 perché considerata eccessivamente pericolosa. 

Nella prima sala del museo, una targa ricorda i nomi e i modelli delle automobili dei vincitori nei 70 anni di vita di questa manifestazione (nel caso ve lo stiate chiedendo, la Porsche vinse il titolo più volte, seguita a poca distanza dall’Alfa Romeo). 

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