6 itinerari alla scoperta della natura tra Novara, Vercelli e Biella

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Novarese e Vercellese si estendono in un angolo di Piemonte squadrato dalle risaie, arrotondato da dolci colline pedemontane sorvegliate dal Monte Rosa e bagnato dalle acque di grandi fiumi e laghi. Tutta questa ricchezza merita di essere scoperta con calma, percorrendo itinerari a piedi o in bicicletta. Ecco cinque spunti di turismo lento adatti a tutti: famiglie, coppie romantiche, buongustai, ciclisti di pianura e scalatori.

La cupola di San Gaudenzio, Novara © Claudio Giovanni Colombo / shutterstock
La cupola di San Gaudenzio, Novara © Claudio Giovanni Colombo / shutterstock
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L’ecosistema fragile e protetto del Novarese attraverso il binocolo

Compreso tra i fiumi Ticino e Sesia e chiuso a nord da verdeggianti colline che si sciolgono lentamente nelle risaie, il Novarese è un habitat unico in cui trovano rifugio centinaia di specie animali. Data la sua importanza naturalistica e la sua fragilità, gran parte della provincia di Novara ricade all’interno di aree protette: tra queste il Parco Naturale Valle del Ticino.

Prima di partire infilate nello zaino un binocolo, quindi andate alla sede del parco, nell’elegante Villa Picchetta di Cameri (a circa 10 km da Novara). Da qui numerosi sentieri, da esplorare a piedi o in bicicletta, vi porteranno a osservare da vicino aironi, cicogne, trampolieri, ibis e altre specie di uccelli che nidificano o passano da qui nelle loro migrazioni. A Bellinzago Novarese troverete, invece, il Mulino Vecchio, mulino ad acqua ancora funzionante e perfettamente conservato, che l’Ente Parco ha trasformato in un centro di educazione ambientale adatto anche ai più piccoli. Si raggiunge in bici o a piedi sempre da Villa Picchetta.

In bicicletta alla ricerca di capolavori d’arte

Il modo migliore per spostarsi nel Novarese è percorrere in bicicletta l’ingarbugliato labirinto di stradine che lo attraversa e che vi ricompenserà facendovi scoprire chiesette, pievi e oratori impreziositi da colorati affreschi. Come quelli che decorano l’abside e il fianco sinistro dell’Oratorio di Santa Maria a Garbagna Novarese, alcuni dei quali realizzati da Tommaso Cagnola, uno dei più importanti artisti novaresi del XV secolo. Ma ad attrarre l’attenzione sono anche le opere di un grande archistar dell’Ottocento: Alessandro Antonelli. Nato a Ghemme, borgo in provincia di Novara famoso anche per il suo ricetto e per il vino, oltre ad aver dotato Torino del suo simbolo, la Mole, sfogò la sua creatività anche nella terra natìa, a partire dalla cupola della Basilica di San Gaudenzio di Novara fino alla sontuosa Villa Caccia di Romagnano Sesia o al Santuario di Boca : li potrete scoprire sulle due ruote seguendo gli itinerari antonelliani che toccano tutti i nove comuni del novarese in cui l’architetto ha lasciato il segno.

Una passeggiata al tramonto sui laghi

Nell’ora in cui i raggi del sole tingono l’acqua lacustre di sfumature rosse, il Lago Maggiore e il Lago d’Orta offrono spettacolari panorami per una passeggiata romantica che attraversa ville sontuose e giardini incantati. Dalla colossale statua in rame di san Carlo Borromeo ad Arona, lungo le propaggini meridionali del Lago Maggiore, la vista è rigenerante. Anche la Riviera del Lago d’Orta, a cavallo tra le province di Novara, Vercelli e il Verbano è storicamente molto amata dai pittori e dai cacciatori di paesaggi. Esplorate le rive di questo lago senza una meta precisa, oppure salite a mezzacosta per vederlo dall’alto: ovunque vi fermiate, resterete meravigliati. A Orta San Giulio, per esempio, un’incantevole passeggiata di 1,5 km costeggia il lago tra fronde di salici che accarezzano l’acqua, invidiabili ville e poetici pontili.

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Vigneti di uve Gattinara © Luciano Fochi / shutterstock
Vigneti di uve Gattinara © Luciano Fochi / shutterstock

Tra risaie, cascine e storie di mondine

Anche se probabilmente le credevate estinte, nelle campagne tra Novara e Vercelli vi capiterà di rivedere le mondine, donne chine in mezzo alle risaie che strappano a mano le erbacce cresciute tra le piantine di riso. Il periodo più suggestivo per girovagare a piedi o in bicicletta tra gli appezzamenti allagati è la tarda primavera, quando le grandi cascine spuntano come isolotti dal ‘mare a quadretti’ delle risaie. La riscoperta di queste tradizioni agricole è il modo migliore per conoscere il Vercellese e alla fine della giornata portarsi a casa qualche chilo di ottimo riso.

Un buon punto di partenza è la Tenuta Colombara di Livorno Ferraris, dove all’interno dell’immensa cascina quattrocentesca che coltiva una particolare varietà di riso (l’Acquerello) è stato allestito un piccolo museo. D’obbligo per buongustai e cinefili è la tappa a Lignana, all’Azienda Agricola Veneria, dove fu in parte girato Riso amaro (1949), il film di Giuseppe De Santis con Silvana Mangano nei panni di una sensuale mondina.

Sacro Monte di Varallo © Luca Lorenzelli Shutterstock
Sacro Monte di Varallo © Luca Lorenzelli Shutterstock
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Da Gattinara verso il Monte Rosa: la Valsesia

Considerata la più verde d’Italia, questa valle tipicamente alpina del territorio della provincia di Vercelli e attraversata per la sua lunghezza dal fiume Sesia, è uno scrigno d’arte e natura. Partite da Gattinara, famosa per il vino amato anche dallo scrittore Mario Soldati: «Un sorso di Gattinara. Purché vero, s’intende. Non chiedo di più». Concedetevi un bicchiere di questo nettare, quindi risalite il fiume che vi condurrà fino in alta montagna, cuore autentico della valle. A Varallo non potrà mancare una visita alla Gerusalemme in miniatura del Sacro Monte UNESCO; dal centro di Scopello partono diversi sentieri, ma è ad Alagna Valsesia, ai piedi della strapiombante parete del Monte Rosa, che gli escursionisti troveranno pane per i loro denti. Alagna è un piccolo centro di tradizione walser, un popolo che nel XIII secolo lasciò il Canton Vallese, in Svizzera, per stabilirsi lungo la Val Grande. Oggi la comunità conta poco più di 3000 persone, ma mantiene vivissime le sue tradizioni. Intorno ad Alagna la rete sentieristica è ampia, articolata e adatta a tutte le preparazioni, ma gli escursionisti più allenati non potranno perdersi il Tour del Monte Rosa, un trekking di circa 190 km da percorrere in nove giorni.

Nel Biellese tra natura, storia e spiritualità

La provincia di Biella è in grado di riservare piacevoli sorprese a chi ama passeggiare nella natura o ammirare la bellezza di antichi borghi e luoghi intrisi di spiritualità. Partite da Biella, cittadina dal passato industriale che vanta un delizioso quartiere medievale costruito su un colle, il Piazzo. Da Biella si sale a uno dei più grandi complessi religiosi d’Italia, il Santuario di Oropa, incorniciato da boschi di castagni e faggi; il suo Sacro Monte è patrimonio UNESCO. Alle spalle della Basilica Superiore una funivia sale al Monte Mucrone, da cui una bella passeggiata montana porta all’omonimo lago. Tornati a valle, fate rotta verso Candelo e camminate nelle vie acciottolate del Ricetto medievale, cittadella fortificata protetta da mure e da possenti torrioni medievali, ancora intatta nonostante 13 secoli di vita.

Se poi non siete ancora sazi di panorami e natura fate rotta verso nord: percorrete in auto la Panoramica Zegna, strada costruita negli anni ‘30 dall’industriale laniero Ermenegildo Zegna che collega Trivero (sede del suo lanificio) all’alta Valle Cervo. Attraversate l’Oasi Zegna e visitate dopo una breve passeggiata la Conca dei Rododendri, un giardino che in primavera è un tripudio di colori, per concludere in bellezza, a pochi chilometri da qui, con un balcone panoramico dove godrete di una vista perfetta sulle Prealpi con la sagoma del Monte Rosa sullo sfondo.

Articolo scritto in collaborazione con Regione Piemonte.

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