Viaggio al centro della Sardegna, tra natura, archeologia e arte

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Lontana dalle coste scintillanti e dal meraviglioso mare che la circonda, esiste e resiste una Sardegna disegnata da una natura sorprendente, in cui andare alla ricerca di siti archeologici unici e di inaspettate opere d'arte. In questi luoghi il cielo sembra così vicino da poterlo accarezzare, la notte è avvolta nel buio totale e la luna illumina il fondo dei pozzi, mentre la musica jazz risuona per le vie dei paesi e i boschi danzano allo stesso ritmo. Bisogna aggrapparsi alle aspre montagne e prendere confidenza con misteriosi menhir, fortezze nuragiche e altre pietre immense e sacre per raggiungere questa Sardegna, perché l'isola, che secondo alcuni coincide con la leggendaria Atlantide, conserva buona parte dei tesori al centro, «dentro il suo splendore e le sue tempeste. E di qualcosa di salmastro odora anche su a mille metri», scriveva Elio Vittorini.

Misteriosi menhir, fortezze nuragiche e altre pietre immense e sacre sono uno dei lati piùaffascinanti della Sardegna ©Buena Vista Images/Getty Images
Misteriosi menhir, fortezze nuragiche e altre pietre immense e sacre sono uno dei lati piùaffascinanti della Sardegna ©Buena Vista Images/Getty Images
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L'eredità nuragica

Sono oltre settemila i nuraghi riportati alla luce in tutta la regione, forse sommersi da un catastrofico tsunami che tremila anni fa potrebbe aver colpito e annegato l'isola; secondo alcuni proprio quell'isola Atlantide che, citando Platone: «similmente ingoiata dal mare scomparve». Questa ipotesi non fa che alimentare il velo di mistero che avvolge la Sardegna e i suoi nuraghi, antichissime torri per cui ancora gli studiosi non hanno trovato una vera spiegazione: erano abitazioni, torri di controllo, luoghi sacri? Di sicuro c'è che non esiste niente di simile altrove ed è impossibile fare un viaggio in terra sarda senza avvistarne e visitarne almeno uno. Ma il nuraghe dei nuraghi si trova a Barumini, nella regione storica della Marmilla, più o meno al centro geografico dell'isola. Patrimonio mondiale dell'umanità, 'Su Nuraxi' potrebbe essere la mamma di tutti i nuraghi, una fortezza inespugnabile che conserva la maggiore eredità dell'enigmatica civiltà.

Ma un altro patrimonio del tutto singolare, unico caso in Europa, vive e resiste ancora oggi poco lontano da qui. Si tratta di un'antichissima razza di cavallini selvatici - probabilmente introdotta proprio dalle popolazioni nuragiche - che è possibile avvistare allo stato naturale solo sull'altopiano della Giara di Gesturi. Questi animali riconoscibili per la loro piccola stazza galoppano liberi e fieri lungo i sentieri delineati da secolari querce da sughero, e incontrarli durante una passeggiata a piedi o in bicicletta è un'esperienza arcaica e indimenticabile.

Su Nuraxi, a Barumini ©Valery Rokhin/Shutterstock
Su Nuraxi, a Barumini ©Valery Rokhin/Shutterstock

La natura offre riparo e regala bellezza

Occorre munirsi di scarpe da trekking e di scorte d'acqua per toccare il vero cuore della Sardegna. L'isola saprà ricompensare lo sforzo fisico regalando la vista di luoghi di una bellezza commovente, a partire da uno dei canyon più profondi d'Europa. Una ferita si apre nel Supramonte, tra i comuni di Orgosolo e Urzulei, nella regione storica della Barbagia: è la Gola di Su Gorropu. Scavata dal lavoro paziente e millenario dell'acqua, la spaccatura è lunga circa un chilometro e mezzo e in alcuni punti si restringe fino a raggiungere una larghezza di quattro metri. Esistono diverse vie di accesso alla gola, anche in base alla difficoltà, ma è sempre meglio affidarsi a una guida esperta che saprà valorizzare al meglio questo monumento storico, geologico, ambientale e anche culturale. Sono molte, infatti, le testimonianze che attestano il passaggio umano tra queste alte pareti di roccia, naturale scudo difensivo, anche se il Gorropu non è il luogo più inconsueto in cui la popolazione nuragica trovò rifugio.

Ancora più sorprendente è pensare come alcuni uomini siano arrivati a nascondersi all'interno di una dolina carsica sul Monte Tiscali, tra il Supramonte di Oliena e Dorgali. Raggiungibile ancora oggi tramite un non semplice cammino che sale fino a quando la montagna si apre per accogliere il visitatore nel suo grembo, Tiscali è un angolo di Sardegna che non venne mai conquistato dagli antichi invasori romani. È, inoltre, un importante sito archeologico da cui osservare, come da un'immensa e privilegiata finestra sul centro dell'isola, una natura incontaminata e popolata da mufloni, gatti selvatici e aquile reali.

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Dentro la Gola di Su Gorropu, in Supramonte ©Ivan Hlobej/Shutterstock
Dentro la Gola di Su Gorropu, in Supramonte ©Ivan Hlobej/Shutterstock

Menhir e pozzi per osservare il cielo

Non solo nuraghi, ma altre pietre millenarie conficcate a partire dal Neolitico nella verde campagna sarda richiamano l'attenzione del visitatore. Sono centinaia i menhir disseminati sull'isola e molti si trovano nel Parco Archeologico di Pranu Muttedu di Goni, in provincia di Cagliari. Questi monoliti si allungano verso il cielo solitari o disposti in fila e la loro origine è sconosciuta, così come il significato: forse legato a riti di fertilità, oppure allo studio del cielo; in ogni caso, le storie che li riguardano spesso si confondono con il mito. Ed è giusto che sia così. Per questo motivo, oltre a storici e archeologi, anche astronomi, astrologi, finanche ufologi si sono occupati dello studio delle pietre sarde.

In pochissimi, però, sono riusciti a dare spiegazioni plausibili per alcuni ritrovamenti che infittiscono ulteriormente il mistero: su tutti il Pozzo di Santa Cristina, nel territorio del comune di Paulilatino in provincia di Oristano. La costruzione di quest'opera ha qualcosa di straordinario, soprattutto se si tiene conto dell'epoca a cui risale: probabilmente a mille anni prima di Cristo. Si tratta di un capolavoro di ingegneria, un perfetto gioco d'incastri, un pozzo che scende nel sottosuolo tramite una scalinata di 25 gradini che si restringono fino a raggiungere l'acqua. Secondo gli studiosi, però, venne pensato e realizzato come un vero e proprio osservatorio lunare. Lo dimostra un evento che accade esattamente ogni 18 anni e 6 mesi, quando la luna piena si specchia sul fondo del pozzo attraverso il piccolo foro della cupola: accadrà di nuovo nel 2025.

Murales a Orgosolo © Anita Franzon / Lonely Planet
Murales a Orgosolo © Anita Franzon / Lonely Planet
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Tenores e murales, jazz e arte contemporanea

Parole cantate, voci modulate, sillabe ripetute, una poesia e il ricordo del belato di un pecora o del fischio del vento: il canto a tenore è il miglior racconto della cultura pastorale sarda. Quattro uomini disposti a semicerchio, un solista e tre cantori, si esibiscono per i bar e nei giorni di festa tramandando una delle più antiche tradizioni musicali del Mediterraneo, un canto che risuona nello spazio immenso e selvaggio della Barbagia e riconosciuto dall'Unesco patrimonio immateriale dell'umanità. Tanto rurale, quanto fucina di menti fervide e ribelli, quest'area centrale della Sardegna è insieme la parte più arcaica dell'isola e la più moderna. Non è un caso che nel territorio barbaricino siano fiorite diverse manifestazioni d'arte raccolte nelle sale del Museo d'arte contemporanea MAN di Nuoro, che nel 2019 compie vent'anni, o sulle case di Orgosolo, magari accompagnate dalla musica intima e raffinata del jazzista sardo Paolo Fresu.

Un tempo covo di banditi, Orgosolo è letteralmente un paese dipinto. Fu il maestro di educazione artistica Francesco Del Casino, di origine senese, a coinvolgere gli alunni nel progetto di decorazione di alcuni muri del centro. Era il 1975 e da allora i murales fanno parte della cultura degli abitanti del luogo, ne rappresentano la quotidianità e le lotte socio-politiche, dai fatti di cronaca locale agli eventi internazionali; sono grida silenziose, uno strumento di protesta e di racconto collettivo della storia di un popolo con un'identità forte e una terra da tutelare. Eccolo il centro dell'isola: «Tu sei qui», indica il dito su uno dei murales, «si ama la Sardegna rispettandone la bellezza e la natura».

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