Ravenna: esplorare la città sui passi di Dante Alighieri
Per decidere di visitare Ravenna non serve un’occasione speciale: l’abbagliante scintillio dei mosaici dei monumenti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, i 35 chilometri di spiagge sabbiose, le zone umide circondano la città, infatti, sono motivi d’attrazione irresistibili in qualsiasi periodo. Tuttavia, se a questi si aggiunge il nutrito palinsesto di eventi previsto per il settecentesimo anniversario della morte di Dante, beh, allora una visita in Romagna nel 2021 diventa un dovere morale per qualsiasi viaggiatore.
I luoghi danteschi
Il legame tra il Sommo Poeta e la città di Ravenna è strettissimo: fu qui che egli trascorse gli ultimi anni della sua vita, dopo l’esilio dall’ingrata Firenze e le amare peregrinazioni in giro per l’Italia. Fu qui che trovò finalmente pace e serenità, sotto la protezione del signore della città, Guido Novello Da Polenta, e l’ispirazione necessaria per completare il Paradiso, oltre ad opere minori come le due Egloghe e la Questio de aqua et terra. Fu qui che lo colse la morte, tra il 13 e il 14 settembre 1321, forse a causa delle febbri malariche contratte durante un’ambasceria presso Venezia svolta poche settimane addietro.
Nonostante i lunghi secoli trascorsi, nei luoghi consacrati alla sua memoria l’eredità spirituale del più importante autore italiano continua a pulsare: la Basilica di San Francesco, per esempio, è l’edificio sacro in cui gli storici ritengono che Dante si ritirasse in preghiera, oltre che il sito dove ne venne celebrato il funerale. E, chissà, forse non è un caso che uno degli angoli più suggestivi della città, la cripta del V secolo al suo interno, oggi sommersa dall’acqua e con i pesci rossi che sguazzano tra i mosaici paleocristiani, si trovi proprio in un luogo in cui il genio del grande poeta si immerse a lungo. Di sicuro, è imbevuto della sua ispirazione il Museo Dantesco (oggi in riallestimento, ma che dovrebbe riaprire prima della fine del 2020), con il racconto della Divina Commedia, supporti multimediali che attualizzano la fruizione delle sue opere e creazioni contemporanee griffate da artisti prestigiosi come Giacomo Manzù. Il primato tra gli spazi dedicati a Dante in città, però, spetta certamente al Sepolcro: non solo perché il tempietto neoclassico (1780) e il sarcofago sormontato da un bel rilievo quattrocentesco di Pietro Lombardo, con l’immagine del poeta immerso nella lettura, hanno il physique du rôle delle opere di assoluta solennità, ma anche perché rappresentano il simbolo architettonico della dedizione con cui Ravenna ha custodito i suoi resti. La città, infatti, seppe nasconderli nel 1519, quando Leone X accolse l’istanza di Firenze di riavere indietro le ossa dell’ormai illustrissimo cittadino, e così nel 1810, quando la ratifica delle Leggi Napoleoniche impose l’abbandono del Convento francescano dove erano state trafugate.
Chiude il tour dantesco il cosiddetto Quadrarco di Braccioforte, proprio lì accanto, con due sarcofaghi del V secolo e il giardinetto dove le spoglie di Dante furono nascoste un’ultima volta, durante la Seconda Guerra Mondiale, per proteggerle dai bombardamenti.
Gli eventi per l'anno dantesco
Ravenna racchiude luoghi dal grande fascino che possono essere gustati in ogni periodo dell’anno. Ma il 2021 ha in serbo una serie di manifestazioni, edificanti come un’ascesa attraverso il Purgatorio, che rendono l’occasione di visitare la città ancora più ghiotta.
Da non perdere per nessuna ragione le due mostre de Gli occhi e la mente: la prima, Le Arti al Tempo dell’esilio, nella Chiesa di San Romualdo presso la Biblioteca Classense, dal 5 marzo al 4 luglio 2021, espone opere dell’inizio del Trecento, tra cui una scultura del grande nemico di Dante, lo spietato Bonifacio VIII; la seconda, Un’epopea pop, dal 19 marzo al 18 luglio 2021 al Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna -, raccoglie citazioni musicali, letterarie e cinematografiche, creazioni fumettistiche, opere d’arte contemporanea legate all’iconografia dantesca. Ancora Dante e la figura della musa ispiratrice, quale fu per lui Beatrice, sono i fili conduttori della mostra che invece già si può visitare: sempre nei corridoi del Mar, fino al 10 gennaio, potrete godere degli scatti fotografici di Paolo Roversi – Studio Luce.
Molti altri festeggiamenti sono già in atto: dal 14 settembre ogni giorno (alle 17.30 dal lunedì al venerdì, alle 18.30 il sabato e la domenica) di fronte alla tomba di Dante si svolge L'ora che volge il disio, una lettura quotidiana della Divina Commedia alla quale si può partecipare in qualità di lettori; il 17 ottobre è stata installata La luce delle parole, un insieme di luminarie che adorna le vie del centro storico con i versi più importanti delle tre Cantiche. Ed ancora, è disponibile presso l’ufficio turistico la prenotazione delle Dante Experience, una serie di visite guidate dedicate al poeta che include il gettonatissimo Silent Play per Dante, per andare alla scoperta della Ravenna trecentesca con l’ausilio di una tecnologia immersiva.
Per rimanere aggiornati sugli eventi in programma consultate il sito VivaDante.it e la pagina Facebook di Ravenna Cultura.
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Ravenna con Dante
Ma Dante può rappresentare anche una guida inconsueta per visitare luoghi della città non direttamente connessi con la sua vita, ma da cui probabilmente attinse impressioni poi rese eterni nei suoi versi. Quando nel canto VII del Purgatorio (v73-75), il poeta descrive i colori dell’erba e dei fiori nella Valletta dei Principi “Oro e argento fine, cocco e biacca, indaco, legno lucido e sereno, fresco smeraldo in l’ora che si fiacca”, non sta forse raccontando la deflagrante esperienza cromatica della contemplazione dei mosaici della Basilica di San Vitale? E il corteo di anime del canto XXIX del Purgatorio (v. 64-66) “Genti vid’io allor, come a lor duci, venire appresso, vestite di bianco; e tal candor di qua già mai non fuci” non evoca immediatamente l’immagine delle scintillanti processioni di martiri e santi nella Chiesa di Sant’Apollinare Nuovo? Non abbiamo una risposta certa, ma, considerando che venire a Ravenna e tralasciare i mosaici è condotta meritevole dei più profondi gironi infernali, avrete modo di formulare una vostra personale opinione.
Non c’è alcun dubbio, invece, sul fatto che valga la pena fare una capatina nella Pineta di Classe, se è vero che Dante, uno che di selve la sapeva lunga, la paragonò al Giardino dell’Eden nel XXVIII del Purgatorio. Infine, ci sono le esperienze che il poeta non ha fatto ma che certamente amerebbe fare se fosse qui oggi, come bersi un drink in un localino trendy della Darsena e percorrere in bicicletta le immense aree umide che cingono la città. Perché un’altra cosa non è cambiata in città in 700 anni: la capacità di Ravenna di accendere il più vitale entusiasmo, nei geni eccelsi, come in ogni turista di passaggio.
Per altre informazioni consulta il sito ufficiale www.turismo.ravenna.it