Prizren: anima storica, festival contemporanei e tante avventure

È il festival più importante del Kosovo e dal 2002, ogni anno, anima le notti estive di Prizren: si tratta del DokuFest, una vera e propria istituzione nel giovane Paese e un appuntamento imperdibile per gli appassionati di cinematografia e documentari balcanici (e non solo). Il festival è nato nelle sale del vecchio Kinema Lumbardhi, lungo l’omonimo fiume che taglia in due la città, e in breve tempo si è espanso a macchia d’olio in numerose location del centro storico e oltre, trasformando Prizren in un grande cinema estivo a cielo aperto: il lungo fiume, i ponti, le piazze, il grande hamam e persino la suggestiva fortezza medievale sulla collina, ogni agosto, ospitano oltre 200 documentari e cortometraggi con focus su vari temi, quali diritti umani, questioni ambientali, proteste studentesche. Si parla anche di Kosovo, ovviamente, e dei suoi giovani abitanti. Tante idee e un unico sogno nel cassetto: poter viaggiare liberamente, come i loro coetanei nel resto d’Europa, passaporto alla mano. Un Paese politicamente in perenne fase di stand by, tra crisi economica e obbligo di visto per permettere ai propri cittadini di viaggiare nell’Unione Europea, ma culturalmente in continuo movimento. E Prizren, capitale culturale, ne è la prova. 

Prizren: anima storica e culturale del Kosovo ©Scott Biales/Shutterstock
Prizren: anima storica e culturale del Kosovo ©Scott Biales/Shutterstock
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Un microcosmo nel cuore dei Balcani

Un viaggio a Prizren inizia con la visita alla Moschea Sinan Pasha, il più fine esempio di architettura islamica del Kosovo meridionale, eretta a inizio ‘600 dall’omonimo governatore locale. La cosa che colpisce di più di questo tempio islamico, oltre alla sua maestosità che lo fa risaltare nello skyline cittadino, sono i superbi arabeschi interni della grande cupola centrale e le incisioni in arabo di pezzi del Corano. Qualche passo in avanti e si raggiunge Shatervan il cuore e, un tempo, il fulcro della vita sociale e commerciale della città. Al centro, la piazzetta con la fontana da cui il quartiere prende il nome (shatervan è una parola di origine persiana che significa fonte). Da un lato l’Ura e Gurit (ponte di pietra), distrutto da una piena del fiume alla fine degli anni ’70 e ricostruito secondo i parametri originari dell’architettura ottomana, e dall’altro una stradina lastricata che conduce prima alla Chiesa di San Giorgio, sede dell’eparchia serbo-ortodossa del Kosovo, e poi alla Cattedrale cattolica della Madonna del Perpetuo Soccorso. Il Kosovo è grande come l’Abruzzo ma, nonostante le sue dimensioni contenute, oltre alla maggior parte della popolazione composta da albanesi, ci vivono serbi, turchi, bosniaci, rom, ashkali e gorani. Un microcosmo nel cuore dei Balcani dove si parlano ufficialmente due lingue (albanese e serbo, a Prizren è lingua ufficiale anche il turco) e dove moschee, minareti e tekke (conventi dove vivono e studiano confraternite musulmane) si alternano a chiese cattoliche, parrocchie e monasteri ortodossi dove preti barbuti vivono isolati dal resto del mondo.

Sapori autentici e pezzi di Storia

Dopo una sosta di gusto in uno dei numerosi ristoranti del centro storico (da Tiffany, in particolare, si possono assaporare alcuni tra i migliori piatti della tradizione locale, tra cui tavë kosi, casseruole ripiene di carne di agnello, yogurt e farina, ajvar, salsa molto usata in tutta la Penisola a base di peperoni rossi, e carne cotta nel saç, un pentolone posto sotto la brace ardente), è il momento di visitare un altro edificio simbolo della città. Il Museo della Lega di Prizren ospitato nelle sale dove alla fine dell’800 i delegati delle allora province albanesi dell’impero ottomano si riunirono, a seguito dei Trattati di Santo Stefano e Berlino che avevano assegnato aree popolate da albanesi ad altri stati, per cercare di fronteggiare le pretese territoriali dei paesi limitrofi. Tra mappe storiche, costumi tradizionali e antichi oggetti di uso quotidiano, il viaggio indietro nel tempo è assicurato. Si sale poi fino alla Fortezza di Prizren che regala le viste migliori sulla città. L’ideale è visitarla al tramonto, quando il sole colora tutto di arancione e le piccole luci della città iniziano ad accendersi regalando un panorama mozzafiato sui tetti e i minareti di Prizren. 

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La chiesa Ortodossa di Prizren ©Spumador/Shutterstock
La chiesa Ortodossa di Prizren ©Spumador/Shutterstock

Il regno delle avventure

Arte, storia e cultura. A Prizren, però, non mancano anche gli spunti per praticare attività sportive e divertirsi all’aria aperta con l’arrivo della bella stagione. La città, infatti, è collocata in una posizione naturalistica di assoluto privilegio: a pochi chilometri dalle gole del fiume Lumbardhi, lungo le quali si scoprono preziosi monasteri e resti di antiche fortezze, e dal Parco Nazionale dei Monti Sharr, la catena montuosa che segna il confine naturale con la vicina Macedonia del Nord. Posti incredibili, selvaggi e lontani dalle masse di turisti a cui siamo purtroppo abituati in Europa occidentale. Nel parco si può partecipare a escursioni a piedi o in mountain bike (per info) lungo i sentieri tracciati e fermarsi ad assaporare la gastronomia locale nei piccoli villaggi disseminati al suo interno. Chi, invece, preferisce non allontanarsi troppo dalla città, a soli 4.5 km dal centro storico di Prizren la Via Ferrata Panorama è una pista di arrampicata da poco inaugurata che offre avventurose escursioni, per trekker sia professionisti che non, alla scoperta di un paesaggio, quello del Kosovo orientale, ancora largamente inesplorato e, inutile dirlo, bellissimo. L’abbiamo già detto che non si rischia di incappare in turisti qui? 

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