In Valle Camonica: storie di dèi ed eroi narrate sulla pietra

Redazione Lonely Planet
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In passato era terra d’emigrazione e di dura vita di montagna, ma scalpellando la crosta della sua apparente ‘freddezza’ la mappa della Valle Camonica si snoda e si apre come un forziere per appassionati di storia, sportivi e buongustai. Percorsa per intero dal fiume Oglio, la valle è lunga oltre 80 km ed è conosciuta soprattutto per i suoi paradisi naturali, come il Parco dell’Adamello, una porzione dello Stelvio, per le sue piste da sci e per il ricchissimo patrimonio d’arte rupestre, Patrimonio UNESCO dal 1997. Ma nella ‘Valle dei Segni’ le storie sono scritte anche sui volti degli abitanti. Le antiche tradizioni e i mestieri artigiani sopravvivono custoditi in un territorio denso di saperi contadini, buoni cibi e anche ottimi vini. 

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Il paesaggio spettacolare della Valle Camonica ©  ledmark
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La Valle Camonica e le incisioni rupestri

L’etimo ‘Camonica’ deriva dall’antico popolo dei camuni, che vi si stanziò fin dal Neolitico e vi lasciò traccia in un numero impressionante d’incisioni. Verso la fine del I secolo a.C. il territorio della valle fu annesso all’Impero Romano e fu fondata la città di Cividate Camuno, che conserva ancora preziose memorie di Roma. Oggi andiamo alla scoperta di alcuni dei borghi e dei segreti della valle. Uno ve lo sveliamo subito: è il bellissimo Sentiero dei fiori Valle Camonica, una delle escursioni più belle che collega la Valle Camonica con la Val di Sole, perfetto per gli alpinisti esperti.

Cosa vedere in Valle Camonica: Darfo Boario e le Terme di Boario

Il motivo principale per fermarsi qui è un trattamento termale, ma se siete in zona non tralasciate il patrimonio rupestre, tra i più ricchi in Valle Camonica e andate nella frazione di Montecchio a vedere il cosiddetto ponte romano (in realtà del 1686) con la sua ardita campata nei pressi della Chiesetta dell’Oratorio. Oppure, se volete inebriarvi d’atmosfere, salite alla frazione di Erbanno, grazioso borghetto medievale tutto in pietra proprio sopra Boario. 

Il Parco Archeologico di Luine Custodisce più di 100 rocce dal caratteristico color viola (la ‘pietra simona’) incise con circa 10.000 figure, le più antiche note dei camuni. A partire dal X millennio a.C. gruppi di cacciatori nomadi cominciarono a penetrare nella valle da sud, a frequentare la collina di Luine e a lasciare le prime incisioni: armi, animali e guerrieri che possiamo leggere sulle pietre, in particolare la grandiosa roccia 34, sorta di riassunto dell’arte camuna, ma anche la roccia 6. Non lontano, in località Monticolo, il sito archeologico dei Corni Freschi è celebre per la roccia delle alabarde, così detta perché presenta nove alabarde incise a grandezza naturale. 

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Cosa fare alle Terme di Boario

L’Archeopark è un museo interattivo all’aperto con insediamenti preistorici ricostruiti su base scientifica: 15.000 anni di storia, dal Paleolitico ai romani, e uno spazio di 100.000 mq immerso nella natura, con laboratori didattici, area ristoro e negozio. 

Passeggiate nel Parco del Lago Moro, una piccola perla montana tra i comuni di Darfo Boario Terme e Angolo Terme, immersa nel silenzio, tra pendii soleggiati e felci.

‘Acqua Boario, fegato centenario’ è un claim entrato nel linguaggio degli italiani. La ‘Fabbrica della Salute’ di Boario si occupa di benessere da oltre 150 anni: le proprietà terapeutiche sono conosciute fin dal XV secolo e nell’Ottocento questa località divenne ritrovo mondano della borghesia. L’ultimo restauro risale al 2008.

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Scorci della Valle Camonica © ekko81

Bienno e la magia del borgo degli artisti

Con le stradine acciottolate, i vecchi edifici di pietra con balconate in legno e attrezzi in ferro appesi alle pareti esterne e un ricco patrimonio ‘industriale’, è decisamente il paese più affascinante della valle (oltre che uno dei Borghi più Belli d’Italia). Un’intelligente operazione ha trasformato Bienno in un borgo degli artisti, con atelier e botteghe di creatori e designer. Con un flashback nel passato si scopre che fu il centro più importante per la lavorazione del ferro in Valle Camonica fin dal XVI secolo, grazie ad acque e miniere. Questa peculiarità ha forgiato il paese, che ospita officine e mulini ancora funzionanti, mossi grazie alla forza del Vaso Ré, canale artificiale che da 1000 anni sottrae le acque dal torrente Grigna per incanalarle lungo le vie del borgo e convertirle in forza motrice. 

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Cividate Camuno e la Storia che fa capolino

La più antica città della Valle Camonica ha due segni particolari, visibili fin da lontano: un’inconfondibile cupola a cipolla e un’alta torre merlata. Seguiteli e fermatevi. Ci sono interessanti testimonianze di epoca romana. 

La leggenda vuole che qui si sia fermato anche Carlo Magno durante il suo viaggio nelle Alpi. Dopo avere donato la Valle Camonica ai monaci di Saint Martin di Tours in Francia, si dice che l’imperatore avesse infatti deciso di convertire le popolazioni montane non ancora cristianizzate. Fuor di leggenda, invece, è la Civitas Camunnorum: l’antichissimo insediamento, dopo essere stato conquistato da Augusto nel 16 a.C., divenne il maggiore centro romano di tutta la valle e assunse la fisionomia di molte altre città dell’impero. 

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Alcune incisioni rupestri dell’antico popolo dei camuni © Naquane

Capo di Ponte

È il vero gioiello artistico e culturale della Valle Camonica, conosciuto in tutto il mondo per l’enorme quantità di incisioni rupestri presenti sul suo territorio. Sono due le tappe imprescindibili, sia per l’importanza sia per il contesto naturalistico in cui sono immerse: il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane e la Pieve di San Siro a Cemmo. 

Cosa vedere al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane 

Il parco è un bosco incantato e ben tenuto dove tra castagni, abeti, betulle e carpini fanno capolino 104 rocce di arenaria grigio-violacea con ampie superfici ricche di incisioni, databili tra il Neolitico (V millennio a.C.) e l’Età del Ferro (I millennio a.C.). 

Si possono seguire, completamente (3 km circa, da 1h 30min a 2h) o in parte, cinque percorsi di diverso colore che conducono alle rocce più importanti, come la roccia 1 o Grande Roccia con circa un migliaio d’incisioni, e la roccia 11, con misteriose figure composite; sulla roccia 23 è inciso un bel carro dalla prospettiva bizzarra, mentre la roccia 35 presenta una scena di villaggio e l’iconico ‘sacerdote che corre’. Particolare per la presenza degli oranti e del ‘grande guerriero’ è la roccia 50, mentre la roccia 99 mostra anche iscrizioni romane che testimoniano la consuetudine di incidere la pietra anche dopo l’occupazione. 

Pieve di San Siro, itinerario nel cuore della Valle Camonica

Domina la valle da uno stretto ripiano a strapiombo sul fiume Oglio e risale all’XI-XII secolo. Edificata con conci di pietra locale, mostra la facciata addossata alla parete rocciosa e le tre absidi che sporgono su un precipizio. All’interno camminerete nel silenzio pulviscolare delle tre navate, salirete sull’imponente gradinata, scenderete nella cripta. Gli affreschi sono quasi perduti, ma si può ancora ammirare un notevole Crocifisso del XIV-XV secolo in controfacciata. 

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