Gli artisti di Berlino hanno trasformato i loro balconi in un’esposizione d’arte
La pandemia COVID-19 ha temporaneamente fermato le mostre d’arte, ma questo non ha fatto smettere di esporre le proprie opere sulle finestre e sui balconi a un gruppo di creativi di Berlino est.
Un gruppo di circa 50 creativi ha partecipato a Die Balkone: Life, art, pandemic and proximity una mostra nel quartiere di Prenzlauer Berg, organizzata dall’Universität der Künste Berlin (Università delle Arti di Berlino). L’esposizione è stata curata da Joanna Warsza e dal visiting professor, Ovul Durmusoglu, con la premessa di avere “budget zero, nessuna data di apertura, zero folla.” Il progetto ha esortato i residenti a imbarcarsi una passeggiata intima rispettando le normative vigenti per cercare segni di vita, arte e punti di affinità e connessione.
Gli organizzatori hanno sentito che siamo all’inizio di un nuovo ciclo in cui non possiamo ancora collocarci, ci sono cambiamenti nella relazione tra fuori e dentro, tra cosa è privato, pubblico e politico.
I balconi sono aperture pubbliche sul privato, si dice, e nella storia politica sono state sia terrazze di apertura e speranza sia palcoscenici per autoritarismo e supremazia. L’abbiamo visto quando in Italia si è incominciato a cantare dai balconi durante il lockdown e quando DJ di tutto il mondo si sono esibiti per intrattenere le persone.
“I balconi oggi sono il confine da cui possiamo incontrare il mondo durante la reclusione domestica: che è sicura e sana per molti ma non per altri”, dice l’università. ”Sono uscite d’emergenza per respirare aria fresca, prendere un po’ di sole e fumare. Mentre la nostra libertà di movimento è in pausa, diventano luoghi unici per performance quotidiane o anche mobilitazione civica. Ogni scuola di architettura ha il suo modo di progettare balconi. Ognuno ha il proprio modo di abitarli, soprattutto adesso.”