Vivere tra le maree a Holy Island, nel Northumberland
Un sottile rivolo d'acqua marina attraversa il nostro percorso, inseguendo le ruote dell’auto: “procedi con cautela”, ci avverte. Non appena la strada rialzata per Lindisfarne viene riaperta al traffico e c’è vento, percorrerla può dare l’impressione di guadare un fiume. Vari segnali avvertono i turisti che deve essere percorsa seguendo l’alternarsi delle maree, ma ogni mese qualcuno rimane ancora intrappolato.
Due volte al giorno, quest’isoletta collegata alla costa del Northumberland da una sottile lingua di sabbia, viene separata dalla terraferma dalla forza del Mare del Nord. Qui la vita ruota intorno alle maree, come accade da oltre mille anni, ed è grazie a tale isolamento semi-permanente che per la prima volta fu raggiunta dai monaci nel VII secolo. Uno in particolare, Aidan (che verrà fatto santo), ha lasciato un segno sull'isola talmente indelebile che molte persone la conoscono tuttora solo con il nome conferitole dal suo monastero medievale: Holy Island. Ed è questo nome, e non Lindisfarne, che ci accoglie su un cartello mentre raggiungiamo l’isola, guidando tra i solchi scavati nella sabbia.
La culla del cristianesimo britannico
Il monaco irlandese sant’Aidan fondò un monastero a Lindisfarne nel 635 d.C., da dove avviare la conversione al cristianesimo del popolo della Northumbria secondo il volere del suo re cristiano Oswald. La missione ebbe un tale successo che oggi l'isola è considerata la culla del cristianesimo britannico ed è diventata un luogo di pellegrinaggio per i fedeli di tutto il mondo. All’epoca della morte di Aidan giunse nell’isola Cuthbert, un prete della Northumbria che diventerà priore di Lindisfarne e in seguito un celebre vescovo. Cuthbert venne sepolto nell'isola (ma le sue spoglie furono successivamente traslate a Durham) e proclamato santo nel 698 d.C.
Dobbiamo a questi due protagonisti del cristianesimo britannico il fatto che oggi nei pochi negozi di Holy Island si trovino in vendita rosari, crocifissi e altri oggetti legati al culto. 'Riceviamo molti gruppi di pellegrinaggio, alcuni piccoli, altri con un centinaio di fedeli’ ci dice l'impiegato dell'ufficio postale.
Ogni mattina, quando si abbassa la marea, l'apertura del passaggio per Lindisfarne determina un flusso costante di traffico a senso unico mentre gitanti, escursionisti e lavoratori si dirigono verso la strada rialzata. La popolazione permanente dell'isola conta circa 50 anime, quindi molte persone che lavorano qui provengono in realtà dalla terraferma, e persino i turni del personale nei pub del villaggio sono determinati dagli orari delle maree. Il minimarket locale vende generi di prima necessità, ma il supermercato più vicino si trova a 20 minuti di automobile (marea permettendo), a Berwick-upon-Tweed. Sull’isola non esiste il pronto soccorso, e quando i bambini raggiungono l’età del liceo, non hanno altra scelta che iscriversi a una scuola privata sulla terraferma.
Qui Madre Natura si comporta nel modo più singolare. ‘Ci si adatta’, afferma scrollando le spalle un isolano. Molti residenti vivono qui da generazioni, ma alcuni si sono trasferiti a Lindisfarne per il suo stile di vita più in sintonia con la natura rispetto alla maggior parte delle altre località del Regno Unito. L’isola, le acque circostanti e le distese fangose sono aree protette e un habitat importante per le migrazioni invernali di oche artiche e altri uccelli. Le vicine Farne Islands (dove san Cuthbert trascorse lunghi periodi vivendo come un eremita) richiamano visitatori ogni anno per le loro importanti popolazioni di foche, gli stormi di urie che frequentano le coste rocciose d’estate e i graziosi pulcinella di mare.
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Un’incantevole gita in giornata
Oltre all’emozione di arrivare fin qui, la maggior parte dei gitanti in giornata viene a Holy Island per il castello. Magnificamente arroccato su uno sperone roccioso che sembra troppo perfetto per essere opera della natura, il Lindisfarne Castle risale alla metà del XVI secolo, ma fu rimaneggiato da Edwin Lutyens nei primi anni del Novecento per la famiglia Hudson.
La passeggiata di un quarto d’ora che inizia dall'unico villaggio dell’isola segue il litorale di una baia rocciosa dove le barche capovolte fungono da capanni per i pescatori (lungo la costa del Northumberland si pescano granchi e ostriche). Dall'altra parte della baia s’intravede il profilo incerto ma imponente del Bamburgh Castle. Gli obelischi di riferimento per la navigazione, simili a sentinelle di un tempio egizio, furono eretti negli anni ’20 dell’Ottocento per guidare le navi nella baia e sono tuttora visibili lungo le vicine coste.
Nei pressi del castello, guglie di legno sporgono dal basso fondale: sono le uniche tracce rimaste di un vecchio molo che un tempo portava il calcare nei forni sotto il maniero. I forni del XIX secolo si possono ancora visitare, ma puzzano terribilmente di escrementi di pecora. Sul retro del castello, l’itinerario di visita si snoda tra un mare d’erba nel pittoresco giardino protetto da un muro. Il giardino fu creato all'inizio del XX secolo per intrattenere gli ospiti di sir Edward Hudson, proprietario del castello all'epoca in cui fu rimaneggiato da Lutyen, ma si trova sul sito di un orto adibito in precedenza al sostentamento dei soldati; visitatelo in luglio o agosto per ammirare le piante fiorite.
L’altra principale attrattiva di Lindisfarne è il Priory (priorato). Ripetute invasioni vichinghe costrinsero la comunità di monaci a fuggire nell'875 d.C. e a stabilirsi infine a Durham, ma l'isola esercitava un fascino magnetico e i monaci benedettini vi si reinsediarono nel XII secolo. Il priorato che costruirono sul sito dell’antica chiesa di legno di sant’Aidan - ispirato alla vicina Durham Cathedral – attesta l’importanza dell’isola come fulcro religioso. Oggi sopravvivono alcune rovine, un museo e la chiesa parrocchiale. All'interno della chiesa, accanto a un’inquietante scultura in legno che rappresenta la sepoltura di san Cuthbert, è possibile vedere una copia dell'importante Vangelo di Lindisfarne - il testo sacro più riccamente ornato del Regno Unito, che si pensa sia stato realizzato proprio sull'isola (l'originale è attualmente conservato nel British Museum di Londra).
La moderna Lindisfarne
Non sono soltanto il castello e il priorato a rendere unica Lindisfarne. Quando la marea inizia a salire e i gitanti se ne vanno, sul villaggio cala il silenzio e gli abitanti si riappropriano dell’isola. I negozi, che osservano orari dipendenti dalle maree, chiudono e i residenti si accomodano accanto ai caminetti dei pub. Crown & Anchor e Ship Inn sono due locali diversi, ma entrambi eccellenti; il primo è consigliabile per il cibo, mentre il secondo produce il proprio gin. ‘Abbiamo iniziato a produrlo con un alambicco in rame da due litri nella stanza dietro il pub e solo su ordinazione, ma era talmente richiesto che il proprietario ha acquistato un alambicco americano Moonshine da 100 litri con il quale produciamo 90 bottiglie per volta’ ci spiega il barman. Oggi si fanno quattro o cinque distillazioni a settimana per soddisfare la richiesta.
Nell’isola si produce anche l’idromele, una tradizione avviata dai monaci 1200 anni fa, e c’è un bar con torrefazione di caffè; le due attività si sono dimostrate talmente popolari che la yurta nel cortile dove si tostava il caffè è stata appena eliminata per fare spazio a una nuova micro-fabbrica ospitata in un paio di container.
Gli affari vanno chiaramente a gonfie vele su Lindisfarne e la peculiarità dell'isola - ovvero la sua lotta quotidiana con il mare - si sta dimostrando più attraente che mai.