Tutto su Alicudi

Redazione Lonely Planet
4 minuti di lettura

Selvaggia e primitiva, abitata da poche decine di persone e priva di strade (qui tutto si muove a dorso d’asino, lungo strette scalinate in pietra), Alicudi è un luogo per amanti della natura e della solitudine. Conosciuta nell’antichità come Ericusa per la gran quantità di piante di erica che coprivano il suo territorio, è la più occidentale dell’arcipelago eoliano, bagnata da un mare cristallino e dominata dal Filo dell’Arpa, la vetta più alta dell’isola, ai cui piedi si allunga una fertile pianura tutta da esplorare. 

Alicudi
Il profilo selvaggio di Alicudi ©GiovanniCaruso/Getty Images
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Il filo dell’Arpa

Con i suoi 675 m, questa vetta che deve il nome alla poiana (arpa, in dialetto siciliano) e si raggiunge tramite ripide rampe di scalini, è il punto più alto di Alicudi. Sebbene molti viaggiatori salgano quassù direttamente per ammirare gli splendidi panorami sull’arcipelago, vale la pena di allungare l’itinerario e fare il periplo dell’isola, visitando antiche contrade abbandonate e vecchi pascoli in disuso, punteggiati di strane strutture in pietra. 

1 Alicudi Porto 

Punto di partenza e di arrivo dell’itinerario è Alicudi Porto, la principale contrada dell’isola. Dal molo degli aliscafi ci si inoltra in salita tra le case del borgo, lungo ripidi scalini lastricati che conducono fino alla Chiesa del Carmine, con l’inusuale campanile staccato dall’edificio di culto. Il sentiero (segnalato in azzurro) prosegue regalando fantastici scorci sul mare e sull’abitato che si sviluppa ai suoi piedi. 

2 Chiesa di San Bartolo 

In poco meno di 20 minuti si giunge fino alla scenografica Chiesa di San Bartolo, edificata nel 1821 sui resti di un edificio secentesco. Il sagrato terrazzato è un punto ideale per fare una sosta e riposarsi, magari scattando qualche bella foto alla vicina isola di Filicudi, che si intravvede tra gli alberi, e a Salina. Ripreso il cammino, e superata la strana struttura alle spalle del tempio (è una cisterna), si imbocca il tracciato sulla sinistra e si sale fino alla Contrada Montagna, un tempo il borgo più popolato dell’isola e oggi completamente abbandonato, e non solo perché occorre salire circa 1000 scalini per raggiungerlo, ma anche per la forte emigrazione fra Otto e Novecento. 

Alicudi Porto
Alicudi Porto © ROBERT67

3 Dirittusu 

La ragione della (passata) importanza della contrada risiedeva, oltre che nella sua posizione impervia che garantiva protezione dagli assalti dei pirati, nella vicinanza agli unici campi coltivabili dell’isola, che si trovavano su un ampio pianoro a poche centinaia di metri da qui. Il tratto che si addentra nella pianura è il più semplice dell’itinerario, scortato da muretti a secco che delimitano gli appezzamenti di terra (le lenze) punteggiati di mannare, edifici in pietra che servivano per ospitare il bestiame o custodire gli attrezzi. Seguendo il sentiero fino alla fine si raggiunge il bordo della falesia sul versante occidentale dell’isola, con una vista magnifica sullo Scoglio Galera. 

4 Filo dell’Arpa e Timpone delle Femmine 

Per salire al punto più alto dell’isola, a 675 m sul livello del mare, occorre tornare indietro fino al pianoro di Montagnole, superare alcuni rifriscaturi, soffioni naturali di aria fredda (intorno ai 10°C) che fuoriescono dal terreno, e riannodare il cammino ai piedi della vetta. In poco tempo arriverete alla cima passando accanto ad alcune fenditure nella roccia che servivano da rifugio alle donne dell’isola in occasione delle incursioni dei pirati: il Timpone delle Femmine. 

5 Contrada Pianicello 

Dopo un breve tratto in piano, il tracciato (che alterna fondo in terra battuta e gradoni) è interamente in discesa e si sviluppa lungo il brullo versante sud-orientale dell’isola, attraversando la piccola Contrada Pianicello, toccando la Cappella di San Giuseppe e raggiungendo infine il mare e Alicudi Porto.

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Il Perciato, una roccia vulcanica forata (‘perciata’ in siciliano) © EugeniaSt
Il Perciato, una roccia vulcanica forata (‘perciata’ in siciliano) © EugeniaSt

Da vedere

Casa del Tramonto 

Alicudi è l’isola più occidentale dell’arcipelago, il che è già di per sé garanzia di tramonti spettacolari; ma per potenziare l’effetto gli animi romantici non si perdano questa piccola casetta abbandonata, collocata alla fine di un sentiero a mezza costa che comincia sopra Contrada Tonna, a ovest del porto. Non c’è assolutamente nulla qui, a parte il rudere e i terrazzamenti delle antiche coltivazioni, ma fermarsi a osservare il sole che scompare tuffandosi in mare, e colorando tutto di rosso, è uno spettacolo imperdibile. 

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La spiaggia di Alicudi Porto 

La sola spiaggia dell’isola a poter essere raggiunta agevolmente a piedi è questa lunga distesa di sassi scuri che fiancheggia interamente l’abitato di Alicudi e si sviluppa ai due lati del porto. La parte più lunga, ma anche più stretta, è quella meridionale, dove si alza lo Scoglio della Palomba, un grande arco di roccia; se volete un po’ di intimità, vi consigliamo di raggiungere la fine dell’arenile (verso sud), dove si alzano altri scogli minori come il Perciato, una roccia vulcanica forata (‘perciata’ in siciliano). Portate un materassino su cui sdraiarvi e qualcosa per ripararvi dal sole, perché non ci sono zone d’ombra. 

Spiaggia di Bazzina 

Dovrete farvi accompagnare da qualche pescatore o chiedere un passaggio ai barcaioli che stazionano attorno al porto per godere di questa spiaggia che si sdraia a nord-est dell’abitato, ai piedi dell’omonima contrada di Bazzina. Fondali bassi, acqua limpidissima e piena di vita e totale solitudine: a parte una scorta di acqua e cibo a sufficienza, perché da queste parti non c’è assolutamente nulla, che cosa volere di più? Nel caso in cui siate camminatori esperti, sappiate che c’è anche un sentiero un po’ accidentato e a strapiombo sul mare che conduce fin qui. Però al ritorno sarà durissima! 

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