Phuket vs Bali: come scegliere tra le due isole paradisiache
Se state pianificando un viaggio nel sud-est asiatico vi troverete con l'imbarazzo della scelta tra tante meraviglie. Questa magica area del mondo vanta abbastanza spiagge, punti dal tramonto indimenticabile, templi e cibi piccanti da riempire non un viaggio ma una vita intera. Tuttavia, se non avete in mente un trasferimento, fare una selezione è un'impresa più che ardua. Noi abbiamo interpellato una coppia di autori di viaggio esperti per stabilire chi vinca tra Phuket e Bali.
Visitare la favolosa Phuket
Isabella Noble, giornalista di viaggio di base a Barcellona, torna spesso in questa bellissima isola thailandese, spesso incompresa, da quasi un decennio.
Chi ama Phuket, come me, sa che è un’isola magica che si schiera umilmente contro ogni stereotipo. La Thailandia è un concentrato di isole da sogno lambite da dolci onde turchesi, sì, ma Phuket aggiunge a tutto questo fascino tropicale paradisiaco il fermento, l’atmosfera creativa e la cucina di un dinamico centro urbano.
Cominciamo dalle favolose spiagge dalla sabbia morbida e bianca come la farina. Le mie preferite sono quelle a nord dell’isola, tra cui Hat Surin, Ao Bang Thao, lunga 8 km, e la selvaggia Hat Layan. Anche le tre strisce più a nord-ovest sono una delizia: Hat Nai Yang, Hat Mai Khao e Hat Nai Thon si trovano tutte all’interno dell’area protetta del Parco Nazionale di Sirinat e regalano un’atmosfera di beato relax in mezzo alla natura. Sulla punta meridionale dell’isola, la tranquilla Rawai è un’altra bellezza che cerco di includere in ogni visita; è nota per i ristoranti di pesce rustici, la vivace scena del kitesurf e le spiagge dalla sabbia finissima, come Hat Nai Han. I suoi tramonti richiamano la gente a Laem Phromthep, un punto panoramico dove si respira un’atmosfera quasi mistica mentre tutti ammirano insieme il sole tuffarsi nel Mare delle Andamane, dello stesso colore della giada.
La vivace scena gastronomica di Phuket
Phuket vanta anche una delle scene gastronomiche più irresistibili della Thailandia, nata dai ripetuti incontri nel corso dei secoli tra le culture del sud-est asiatico con quella della Cina (conosciuta qui come cultura Baba). La capitale artistica dell’isola, Phuket Town, è l’epicentro culinario. Famosa per l’estrazione dello stagno nel XIX e XX secolo, oggi è un mix di edifici sino-portoghesi dalle facciate color caramella, hôrng tăa·ou (case-botteghe) restaurate e santuari nascosti che si animano di vita per il Festival vegetariano di settembre/ottobre. Io adoro fare un salto da Lock Tien per mangiare grandi classici come mèe hokkien (noodles hokkien) e involtini primavera fatti sul momento serviti ai loro tavolini di plastica, oppure mangiare i friabili roti accompagnati da uovo fritto a Thalang, una via molto gettonata per la colazione thailandese-musulmana. Mee Ton Poe è amato da tutti e da sempre per i suoi noodles, Kopitiam serve piatti tradizionali thailandesi in stile Phuket e Raya prepara il suo famoso curry al cocco in una casa sino-portoghese decorata con meravigliose piastrelle.
Se volete salire di livello, provate le prelibatezze della cucina sarda contemporanea inventate dal celebre chef Alessandro Frau da Acqua, i sapori locali elevati al massimo del gusto da Ta Khai a Patong, ristorante immerso in uno splendido giardino, l’elegante Suay a Cherngtalay per il tocco artistico dello chef Noi Tammasak o ancora lo stellato PRU nel nord di Phuket. Anche il panorama locale del caffè ha molto da offrire, con numerosi bar arredati in stile hipster, come The Shelter Coffee e Bookhemian a Phuket Town, all’altezza della rivale Chiang Mai.
Negli anni, ho visitato Phuket con mio fratello, il mio partner e molti amici, ma anche come viaggiatrice in solitaria. Che stiate cercando una lezione di yoga sulla spiaggia, un’immersione subacquea, templi buddisti (come Wat Chalong, costruito 150 anni fa) o un incontro di muay thai, il calendario delle attività di Phuket è perfetto per accogliere calorosamente tutti i tipi di viaggiatori.
L’attrazione numero uno di Phuket è lo splendido Parco Nazionale di Ao Pha-Nga: il kayak e il SUP sono il mezzo più gratificante e a basso impatto ambientale per esplorare questa incantevole baia costellata di montagne calcaree di varie forme. È fattibile visitare con una gita di un giorno anche Ko Phi-Phi, dove Maya Bay ha recentemente riaperto imponendo nuove regole piuttosto rigide a tutela della sua bellezza. E sapevate che è possibile fare fantastici trekking partendo da Phuket? I percorsi più belli sono la salita attraverso la giungla fino al Buddha alto 45 metri nelle colline di Nakkerd, vicino a Kata, (preparatevi a sudare) e i sentieri che conducono attraverso le foreste pluviali della Riserva Naturale di Khao Phra Thaew a nord di Phuket (sede del pionieristico progetto di riabilitazione dei gibboni).
Felicità vista mare
Da nessun’altra parte si trovano hotel sulla spiaggia (o spa) belli come a Phuket. Potreste viziarvi con un soggiorno di lusso in uno dei migliori resort della Thailandia, come Amanpuri, Trisara, The Surin Phuket o Rosewood Phuket. Ma non mancano anche gli ostelli per fare amicizia in viaggio, boutique hotel di design (soprattutto a Phuket Town, Casa Blanca è una chicca), e alberghi sulla spiaggia per assaporare la pace, come quelli a Kamala Bay, sulla costa occidentale.
Quando la mia mente nostalgica vaga fino a questa meravigliosa isola, penso a una passeggiata mattutina attraverso Phuket Town, ai noodles fumanti serviti in un piatto di plastica e cucinati in un baracchino sulla spiaggia, mangiati mentre affondo le dita dei piedi nella sabbia, a una nuotata tra le onde turchesi che si increspano quando incontrano le casuarine. Ecco, questa è Phuket. Non c’è da stupirsi che attiri viaggiatori da ogni angolo del mondo da secoli.
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Niente di meglio di Bali
Se a Mark Eveleigh venisse imposto di scegliere un solo paese da visitare per il resto della vita, lui sceglierebbe l’Indonesia. Questo giornalista e autore di viaggio ha esplorato il mondo e ne ha scritto per case editrici e riviste. Il suo ultimo libro si intitola Kopi Dulu: 15.000 km attraverso l’Indonesia.
Troppo affollata e ormai sviluppata? O l’isola più bella del mondo?
Bali, la leggendaria Isola degli Dei, accoglie di sicuro molti più turisti del numero che dovrebbe limitarsi a ospitare. La città di Ubud, famoso paradiso dello yoga e capitale dell’arte, ha il suo seguito di devoti, così come Uluwatu, con il suo affascinante tempio e le opportunità per fare surf adrenalinico. Kuta era un tempo nota come città dove fare festa, anche se ora gli animali notturni tendono a preferire i beach club e i bar di Seminyak e Canggu, sempre più numerosi.
Oltre ai resort a cinque stelle come Raffles e Four Seasons che si fanno largo tra i giardini tropicali e le spiagge di talco, i visitatori possono dormire nei vari alloggi di design aperti di recente, come Lost Lindenberg e Nirjhara. E anche se la domanda aumenta ogni giorno, è ancora possibile trovare una camera semplice e confortevole con balcone privato che si affaccia su un giardino tropicale a meno di 10€ a notte, colazione inclusa.
Quindi, sì, il turismo è in piena espansione a Bali. Ma su un’isola che è 10 volte più grande di Phuket, rimane ancora facilissimo scovare un angolo incontaminato.
Le incantevoli spiagge di Bali
Sono un grande fan della Thailandia e ho lavorato a molti progetti (anche libri) in quel meraviglioso paese, ma il colorato cast composto da dei, demoni, fantasmi e streghe che svolgono un ruolo così importante nelle tradizioni balinesi mi ha affascinato al punto da eleggerli a protagonisti del mio ultimo romanzo. Perché è la sua gente a rendere l’isola un posto unico nel suo genere, per non parlare di una delle culture più intriganti al mondo.
Certo, Bali e Phuket vantano entrambe spiagge di sabbia bianca ombreggiate da palme che fanno impazzire i visitatori, ma solo Bali ha imposto una legge che impedisce la costruzione di edifici più alti di quegli alberi: questo significa che anche i centri turistici più espansi sono stati risparmiati dai grattacieli e dagli scenari urbani tipicamente thailandesi.
Oltre alle spiagge da sogno intorno a Nusa Dua e alla penisola di Bukit, ci sono altre spiagge vulcaniche molto romantiche dove si può passeggiare per kilometri su uno specchio nero brillante senza incontrare un turista. Se amate le coste dove si infrangono impetuose le onde (e si pratica surf di prim’ordine), scegliete la costa meridionale; se preferite scogliere tranquille dove si ritrovano delfini, tartarughe e altre creature marine, dirigetevi verso la costa settentrionale più riparata.
Un’isola di meraviglie naturali
Quando ne avrete abbastanza delle spiagge, tenete conto che gli altopiani vulcanici di Bali offrono una miriade di attività che la piccola Phuket può a malapena sognarsi. L’escursione all’alba a Batur è tra le attività più gettonate, insieme alla foresta delle scimmie di Ubud. Nell’entroterra, si può anche pedalare (oltre 56 kilometri in discesa!), fare rafting o esplorare la giungla e le alture a piedi, a cavallo o persino in elicottero. Nell’incontaminato "wild west", potete passeggiare con i bufali rosa o ammirare i pescherecci tradizionali impossibili da non fotografare.
Le aride colline del nord di Bali sono coltivate ad anacardi, dragon fruit e (sorpresa) persino vigneti. A sud, i pendii sono dominati dalle risaie terrazzate, che in alcuni luoghi scendono fino all’oceano.
Mi sono innamorato di Bali circa vent’anni fa e il mio rifugio di scrittura ideale si trova nella parte occidentale più remota dell’isola. Ogni volta che torno, quest’area di Bali mi riconferma che mi trovo nell’angolo più bello del pianeta, tanto meraviglioso da starci male. Questo terzo dell’isola viene quasi sempre escluso dagli itinerari dei visitatori; anche i nativi stessi rimangono spesso sbalorditi nel sapere che il Parco Nazionale di West Bali vanta spiagge deserte dove i cervi selvatici trotterellano sulle secche e una giungla che ospita buceri, volpi volanti ed entelli. Il mondo è pieno di destinazioni per un viaggio di due settimane, ma vent’anni dopo la mia prima visita a Bali, sono ancora convinto che l’isola abbia abbastanza da offrirmi da tenermi potenzialmente occupato per tutta la vita.