5 cittadelle sparse nel Mediterraneo
Cittadelle a strapiombo sul mare, porti circondati da mura, avamposti, torrette di avvistamento e camminamenti merlati, se siete appassionati di pirati e avventure marittime ecco 5 luoghi affacciati sul mar Mediterraneo per ripercorrere le tracce di una storia battagliera.
1 Porto Palermo, Albania
Tra Corfù e il Canale d’Otranto, dove le onde dell’Adriatico si confondono con quelle dello Ionio, si protende una lingua di macchia mediterranea: è la penisola di Porto Palermo, piccola ma in posizione strategica. Le sue acque, agitate già nell’antichità dalle scorrerie dei pirati illirici, congiungevano Occidente e Oriente e nel corso dei secoli hanno visto transitare mercanti, predoni, crociati e guerrieri. Un simile avamposto naturale non poteva che essere coronato da una fortezza, così all’inizio del XIX secolo Ali Pashë Tepelena, il temibile Leone di Giannina, ordinò la costruzione di una grande struttura difensiva a pianta triangolare, con una torre a ogni estremità, numerose sale e camere, sotterranei adibiti a polveriere e un immenso spiazzo che oggi è uno splendido belvedere. E in quest’angolo di Mediterraneo leggenda vuole che Ali Pashë (celebre personaggio di cui scrissero Lord Byron, che lo conobbe personalmente, e Alexandre Dumas padre, che gli dedicò alcune pagine de Il Conte di Montecristo) abbia nascosto il proprio tesoro. Nessuno sembra averlo mai trovato, però, neppure gli architetti e gli operai che progettarono i passaggi segreti del forte, costretti nel sangue all’eterno silenzio.
Porto Palermo, 9 km a sud di Himarë, è una località di mare rinomata per le spiagge oltre che per il ‘Castello di Ali Pashë’. Deve il proprio nome attuale ai soldati italiani di stanza in Albania durante la seconda guerra mondiale.
2 Livorno, Italia
Tutta la storia di Livorno è riassunta e simboleggiata in un solo monumento – che, non a caso, è una fortificazione posta a riparo del porto. Edificata in epoca medievale sui resti di un insediamento preistorico, la Fortezza Vecchia si ingrandì nel tempo, prima per volontà della Repubblica di Pisa, poi dei Medici. Così alla rocca originaria si aggiunsero una cinta di mura, un mastio, tre fortini muniti di bombarde, e ancora scarpate difensive, una cappella e perfino una residenza principesca a uso del granduca Cosimo I de’ Medici. In questo armonico sovrapporsi di destini e tracce storiche si capisce molto di Livorno: della sua vocazione marinara, del suo essere stata a lungo considerata un avamposto militare, una prima linea, una periferia battagliera. Della sua capacità di sporgersi sul mondo, di mescolare nella propria cultura tracce diverse, come accade nel cacciucco, la tipica zuppa di pesce che è la sua maggiore gloria gastronomica. E del carattere fiero dei suoi abitanti, che non teme la sfida del tempo.
Molte compagnie di navigazione inseriscono una tappa a Livorno negli itinerari delle crociere nel Mediterraneo: la posizione centrale fa della città un punto di partenza ideale per raggiungere la Corsica, le isole dell’Arcipelago Toscano e il sud Italia.
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3 Castello di Kantara, Cipro
In cima a un pilastro di roccia, protetto su tre lati da pareti a strapiombo, il Castello di Kantara è stato per secoli un baluardo insuperabile in difesa di Cipro.
È situato sulla costa di Cipro Nord, all’inizio della Penisola di Karpas, lo spuntone di terra che da Famagosta si protende nel Mediterraneo verso le coste della Turchia. Costruito dai bizantini nel X secolo, riedificato 200 anni dopo e lasciato al suo destino nel Cinquecento, oggi è ridotto male, ma la torre di osservazione e quel che resta delle mura incutono ancora rispetto, anche se i secoli di abbandono si fanno sentire. Il punto di forza del posto, in ogni caso, è la vista panoramica. Per godere di quella più ampia, che comprende l’intera penisola e, nelle giornate terse, la costa turca e addirittura quella siriana, bisogna salire in cima alla torre nord: la prudenza è d’obbligo in quanto il tetto della torre è stretto e privo di parapetti.
La Penisola di Karpas ha attirato con un certo ritardo gli speculatori edilizi, ma da qualche tempo l’aumento dei flussi turistici ha portato conseguenze non piacevoli come la costruzione di palazzoni di appartamenti e un generale rialzo dei prezzi. Niente di paragonabile, comunque, con la situazione del resto dell’isola. Per fortuna le autorità di Cipro Nord hanno messo al sicuro almeno la zona intorno a Dipkarpaz, all’estremità est della penisola, dichiarandola parco nazionale.
4 Castello Rosso (Assai al-Hamra), Tripoli, Libia
Il sistema più pratico per non smarrirsi nel centro di Tripoli è tenere come punto di riferimento il Castello Rosso, che sorge in riva al mare sulla Piazza dei Martiri, quella che durante il regime di Gheddafi era chiamata Piazza Verde, ai margini orientali della medina. Più che una fortezza è una specie di città nella città, un dedalo di vicoli, cortili e case una sull’altra, con la cittadella fortificata che ospita un museo attualmente chiuso. Queste mura ne hanno viste tante nei 15 secoli in cui hanno ospitato la sede del potere in Tripolitania: tradimenti, assedi, storie d’amore fra principesse e corsari, regicidi e intrighi da romanzo d’appendice. Le architetture, gli stili e le decorazioni testimoniano le fasi storiche: i bastioni della cittadella costruiti dai Cavalieri di Malta, l’harem e la sala delle udienze dei governatori turchi, i leoni in pietra che circondano il cortile spagnolo, le fantasie piastrellate che corrono lungo il perimetro.
Attualmente il Ministero degli Esteri invita i connazionali a non recarsi in Libia e, a quelli presenti, a lasciare temporaneamente il Paese in ragione della assai precaria situazione di sicurezza, aggravata, a partire dal 4 aprile 2019. Per informazioni aggiornate consultate il sito.
5 Lepanto, Grecia
Non c’è in Europa un castello più inespugnabile di quello di Lepanto, difeso da ben cinque ordini di mura, costruiti in epoche diverse con l’unico obiettivo di presidiare l’imbocco del Golfo di Corinto. Dal porto e dall’abitato di Lepanto le mura risalivano la collina fino all’acropoli, che doveva costituire l’ultimo baluardo, la ridotta per l’estrema resistenza. Oggi il castello è spesso chiuso per restauri, ma è comunque possibile percorrere stretti camminamenti e sconnesse scalinate in pietra, passare sotto gli archi e attraverso le porte che collegavano le varie sezioni della fortezza e osservare lungo il percorso chiesette bizantine, targhe e rilievi veneziani, iscrizioni ottomane. Il castello vero e proprio è imponente anche solo visto dal basso, dalla zona del porto, con le mura che spuntano al di sopra degli alberi e cingono la sommità della collina. Presso il lungomare è collocata una statua di Miguel de Cervantes, secco e allampanato come il suo don Chisciotte: lo scrittore partecipò alla storica battaglia del 1571 e perse una mano in combattimento.
L’attuale nome greco di Lepanto è Náfpatkos. I collegamenti più efficaci sono quelli via mare: la cittadina dista mezz’ora di traghetto da Patrasso, tre ore da Atene e sei ore da Thessaloníki.