Torino, itinerario nei luoghi che piacciono al cinema e alle serie tv
Di Torino si dice tutto e il contrario di tutto: che è bella ed elegante ma un po' altera e snob. Che è a misura d'uomo e allo stesso tempo metropoli in cui trovare ogni genere di stimolo. Di certo la città è rinata, nell'ultimo ventennio, grazie anche a un rinnovato interesse dei turisti. Quello che non si dice però è quanto il capoluogo sabaudo sia appetibile per cinema e serie tv. Quanto le sue strade, i suoi palazzi e gli immediati dintorni della città metropolitana attirino registi e produzioni, ammaliati dalla sua atmosfera. Così abbiamo pensato di fare un viaggio: non un semplice approfondimento sulle cose da vedere a Torino centro, ma una vera e propria immersione nei luoghi più amati dalle produzioni cinematografiche e seriali degli ultimi anni con chi la città, da questo punto di vista, la conosce davvero bene.
Il cielo su Torino brilla sopra una città dalle mille sfaccettature. Multiculturale e sonnolenta, provinciale e cittadina. Torino è tutte queste cose. Può anche diventare luogo di sogno e immaginazione, sfondo di quel mondo immaginifico che solo cinema e tv sanno creare. Come location di film e serie Torino è sempre più amata. E nonostante lo stallo del 2020 che ha bloccato pesantemente la cultura in ogni sua forma, la città ha fatto da scenario a diverse produzioni in luoghi iconici della città, spostando l’attenzione su quartieri in rinascita o riportandola sui caffè storici, sui suoi parchi più belli e sui nuovi poli culturali cittadini che intersecano arte e buon cibo.
Come ci ha raccontato Paolo Manera, direttore della Film Commission Torino Piemonte, la città stuzzica la fantasia di chi lavora nel settore sin dai suoi albori. E ha sposato il cinema mentre questo si plasmava tra le mani dei fratelli Lumière tanto che, "negli stessi anni in cui nasceva l’arte cinematografica, a Torino ferveva una produzione incredibile". La sua vocazione da città industriale la rende, secondo Manera, un "laboratorio in cui si sono inventate le regole della cinematografia. E per questo per un intero secolo ha continuato a essere polo di idee e sfondo di progetti audiovisivi".
Il segreto di questa città, secondo Paolo Manera, è il suo essere variegata, cangiante. In più la sua offerta morfologica incredibile (si prende un caffè in piano in piazza Vittorio e dopo si va in pendenza nell’esplorazione della la collina di Torino. E si arriva sui monti con appena un’ora di macchina. Nel mezzo parchi, fiumi e laghi a due passi dalla città), la compresenza di luoghi e spazi tecnici che accolgono produzioni di ogni tipo rende Torino un set a cielo aperto. E "anche le persone fanno la differenza: c’è un grande quantità di esperti e professionalità diverse in questa città".
Anche se non è percepita come città d’arte, Torino ha saputo ricostruire dalle sue ceneri di centro operoso e funzionale una nuova identità. Secondo il direttore della Film Commission Torino Piemonte il suo incantesimo lo fa "grazie alla sovrapposizioni di stili ed epoche che si incontrano a passeggio tra le sue strade, in cui si alternano architettura barocca, post industriale e Liberty nel raggio di pochi chilometri".
Quartieri da visitare a Torino (visti in sala o in tv)
Come ci ha raccontato Manera, la città in pandemia si è come risvegliata, nonostante il torpore imposto dalle restrizioni. E i torinesi hanno aperto gli occhi riscoprendo quartieri e mercati, vie e negozi di prossimità. Alcune piazze, svuotate di gente, hanno rivelato la maestosità dell’architettura un tempo celata dalla frenesia del passaggio. Sarà questo il segreto di Torino, quello che attira come un incantesimo registi e produttori?
Parco Dora Torino
Quello di Parco Dora è senz’altro uno dei quartieri di Torino in piena rinascita. Negli anni l’impegno delle istituzioni lo ha reso accessibile e vivibile a partire dal fiume, punto nevralgico della zona. Oltre che un polmone verde, Parco Dora è uno urban park che integra l’architettura circostante con l’enorme installazione artistica a cielo aperto che è nata dalle ceneri di un vecchio complesso industriale cittadino. Non solo la musica (proprio qui si tiene ogni anno il Kappa Future Festival) ma anche cinema e serialità adorano questa location. L’anima di Parco Dora pulsa nella fiction "Non mentire”, hit televisiva di Gianluca Maria Tavarelli del 2019 andato in onda su Mediaset. Ma anche della seconda stagione di "Non uccidere" con Miriam Leone. Fino al nuovo film di Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif) che si chiama “E noi rimanemmo a guardare”.
Secondo Paolo Manera, spazi industriali come quelli di Parco Dora sono la "vera anima di Torino". E le opzioni narrative, in questo angolo cittadino in cui sembra quasi di essere stati teletrasportati a Detroit (quella vera, non quella dei film), sono praticamente infinite.
Il Quartiere San Salvario a Torino, cuore del Parco del Valentino
Tra i parchi di Torino centro non ce n’è uno come il Valentino. La mappa della città si accende di verde nel punto in cui il suo parco più amato (non solo dai local) si snoda per circa 42 ettari tra giardini rocciosi, rocche, piste ciclabili, opere d’arte e monumenti. La ricostruzione del Borgo Medievale di Torino, così come tutto lo spazio che si estende lungo le rive del Po, è uno dei set più amati dell’ultimo ventennio. Qui Fausto Brizzi ha girato “Maschi contro femmine” nel 2010 e Ricki Tognazzi "Mia Madre", anche se le scene riprese in esterna lungo le strade del Valentino sono innumerevoli.
L’itinerario per visitare Torino passa da EDIT, OGR, Nuvola Lavazza e Grattacielo San Paolo
Sono queste le location più interessanti della città, non solo da un punto di vista culturale ma anche gastronomico ed economico. Queste tre anime si intersecano in quattro luoghi che, negli ultimi anni, sono diventati polo di eventi di ogni tipo. Il Grattacielo San Paolo, nonostante le feroci critiche dei puristi dello skyline cittadino ai tempi della sua realizzazione, oggi è il punto di snodo tra due quartieri di Torino da scoprire, San Paolo e Cit Turin: il primo dall’anima popolare e allegra, il secondo più eclettico e artistico, con i palazzi Liberty da ammirare col naso all’insù. Davide Ferrario ha scelto questa location per il suo nuovo film in uscita "Tutto qua". È uno dei punti più alti dal quale guardare la città: danon è casuale che sia dal punto più alto in cui si può ammirare tutta la città che l’occhio del cinema guardi lontano.
EDIT e OGR sono due centri d’eccellenza, usati spesso dalle produzioni ("Se mi vuoi bene" di Fausto Brizzi, ancora una volta "E noi rimanemmo a guardare” di Pif per EDIT; "Aspirante vedovo" di Massimo Venier del 2011 alle OGR). Negli ultimi anni, sempre di più, a dire il vero. EDIT è un polo di gusto che ha anche il grande merito di aver riqualificato il quartier Aurora, periferico ma non per questo meno interessante di quelli più famosi e glamour. E le OGR - ovvero Officine grandi riparazioni (dei treni) - ancora una volta hanno dimostrato che Torino può prendere il passato fatto di macchine e ingranaggi e plasmarlo come vuole, anche in un luogo di eventi, mostre e ristorazione d’eccellenza come questo.
I caffè storici di Torino
Non si può parlare di caffè storici italiani senza aprire un lungo dibattito su quelli di Torino. E se il Caffè San Carlo, presidio storico della città da 200 anni che si trova nell’omonima piazza, sta cercando di rivalutare il suo passato trasformandosi in un ristorante di lusso, nei migliori caffè di Torino si assaggia la vera grandiosità della sua storia. Il Caffè Al Bicerin, il Baratti & Milano, Mulassano con i suoi tramezzini, il Caffè Elena in piazza Vittorio Veneto e l’immancabile Caffè Fiorio sotto i portici di via Po costituiscono un itinerario a sé, che merita non soltanto per la degustazione ma anche per la scoperta di ciò che, tra le loro mura, è capitato negli anni. Non ultimo, il cinema ha sfruttato spesso queste location per le sue produzioni: al Bicerin Liliana Cavani ha girato alcune scene del suo film "Einstein" del 2006. Del Caffè Mulassano si sono innamorati anche le produzioni internazionali come quella del film “All my loving” di Edward Berger uscito nel 2019. Da Fiorio è passato anche Olivetti (quello interpretato da Luca Zingaretti) per la fortunata fiction "Adriano Olivetti, la forza di un sogno" (2013). E al Caffè Elena, con il suo dehor nella piazza più scenografica di Torino, Giulio Base ha girato alcune scene del suo film del 2010 "La donna della domenica".
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Torino vista dal fiume: i circoli canottieri
Osservare il fiume che scorre dalla città è una cosa alla quale i local non fanno più caso: il Po è parte integrante di Torino, come lo è la Mole Antonelliana o Piazza Castello (altra location amatissima: tra gli altri Roberto Faenza nel 2005 ci ha girato alcune scene de Ii giorni dell’abbandono, tratto da un fortunato romanzo di Elena Ferrante). Ma è guardare la città dal fiume che regala davvero un punto di vista eletto. Secondo Paolo Manera della Film Commission Torino Piemonte, i circoli canottieri in questo senso sono un osservatorio speciale. Perché creano suggestioni e riflessi impossibili da trovare altrove, con delle vibrazioni che catapultano Torino verso le atmosfere di Oxford. I più interessanti per il settore audiovisivo sono l’Armida, l’Esperia e il Circolo Canottieri Eridano. Proprio al Circolo Esperia, centro sportivo ma anche culturale e ludico della città, sono state girate le scene del film "La verità, vi spiego, sull’amore", tratto dall’omonimo romanzo di un’autrice torinese molto amata, Enrica Tesio.
Torino e dintorni: l’origine del cine-turismo al Castello di Aglié
In principio fu il Castello di Agliè, nelle immediate vicinanze di Torino, set di una delle serie tv in costume più amate e famose dei primi anni 2000: Elisa di Rivombrosa. Il cine-turismo a Torino, ovvero il flusso di curiosi e appassionati che si sposta e viaggia per scoprire location cinematografiche iconiche, è esploso qui. Prima c’era stato Dario Argento con Profondo Rosso a regalare a Torino un posto di primo piano nel cuore di chi esplora seguendo il rumore di un ciak che si chiude.
"Il cinema è un veicolo di turismo importante", ci ha detto in chiusura Paolo Manera della Film Commission Torino Piemonte "e rimane uno dei modi più belli per visitare virtualmente dei posti nuovi, lontani o vicini che siano. Il desiderio di prendere e partire può nascere nel momento stesso in cui si riconosce un luogo sullo schermo". E questo capita soprattutto quando questo luogo lo si fotografa con occhio innamorato come hanno fatto cinema e tv negli ultimi anni.