Sulle orme di Dante in Romagna
Nella maggior parte dei casi i viaggiatori abbinano la visita a Ravenna al relax balneare, sedotti dalla sabbiosa costa che corre ad est della città, subito oltre selvaggi acquitrini e balsamiche pinete. Tuttavia, non meno gratificante è l’esperienza di chi procede in direzione opposta, verso le colline di sud-ovest e gli Appennini, nei luoghi collocati lungo le cosiddette Vie di Dante . Soprattutto nel settecentesimo anniversario della morte del grande poeta.
L’ultima dimora dantesca
Punto di partenza e di arrivo di qualsiasi itinerario dantesco in Romagna non può che essere Ravenna: un po’ perché girovagare in una delle città artisticamente più rilevanti al mondo è sempre un piacere, un po’ perché è qui che il poeta trascorse gli ultimi anni della sua vita e che sono accolte le sue spoglie mortali. La figura di Dante, che insieme ai mosaici caratterizza l’identità cittadina anche in tempi ordinari, nell’anno delle celebrazioni si eleva a ineludibile nucleo tematico intorno a cui organizzare una visita: nel mese di Maggio è stato inaugurato il nuovo allestimento multisensoriale del Museo Dante , per un approccio ludico e innovativo alla poderosa opera dell’autore, mentre il ricchissimo palinsesto di mostre in programma spazia dalle forme artistiche più tradizionali, con le Arti ai tempi dell’Esilio (fino al 4 luglio) all’innovativa ricerca di Un’epopea pop (dal 4 settembre 2021 al 9 gennaio 2022) che indaga l’iconografia dantesca nel merchandising, musica, cinema e fumetti. Dovunque vi conduca la curiosità, però, ricordatevi di trovarvi di fronte al suo sepolcro alle 18, per la lettura quotidiana di un canto della Divina Commedia.
Tra poesia e ceramica
Tappa successiva è Faenza, a meno di 40 km da Ravenna: anche qui si celebra l’anniversario della morte di Dante con una nutrita serie di eventi; anche qui la gente recita con orgoglio i passi della Divina Commedia che evocano la città. E dopo aver inseguito le suggestioni letterarie, Faenza ha molto, moltissimo da offrire. Se amate la ceramica, per esempio, potrete consumare ore intere rimbalzando da una bottega artigiana all’altra, ammirando la finezza della lavorazione di insegne e cartelli, visitando i piccoli musei che documentano una tradizione antichissima. Per quanto riguarda il Museo Internazionale delle Ceramiche, invece, non è necessario essere dei cultori del genere: la collezione di opere di artisti del calibro di Picasso, Chagall e Matisse e le sezioni dedicate ai popoli precolombiani e all’Oriente, infatti, rendono il percorso imperdibile per viaggiatori di qualunque stile e gusto. Ci sono poi Palazzo Milzetti, uno dei più importanti edifici neoclassici della penisola con le sue estrose decorazioni e i richiami massonici, e l’onirico Teatro Masini, vero e proprio gioiello architettonico di fine Settecento. Infine, 10 km a sud della città merita una visita la Torre di Oriolo, intorno a cui si sviluppa un incantevole paesaggio collinare. E così, tra passeggiate lungo i filari di vite, degustazioni in cantina di Centesimino (un vino rosso vibrante e dai profumi fiorati che si produce solo da queste parti) ed escursioni notturne alla ricerca delle lucciole, potrete ammirare gli stessi scenari bucolici che addolcirono i foschi pensieri di Dante durante l’esilio.
La poesia del borgo
Proseguendo in auto o a piedi in direzione sud-est per 17 km si arriva poi a Brisighella, ultimo comune romagnolo prima del confine con la Toscana. Il profilo urbanistico del borgo, che all’epoca di Dante rientrava nei possedimenti di Maghinardo Pagani (citato tra i fraudolenti del XXVII Canto dell’Inferno e signore di Faenza e Imola), è così eccentrico da assomigliare ai luoghi scaturiti dalle fervide creazioni del grande poeta, più che alle tipiche località della zona: Brisighella è sormontata da tre fiabeschi pinnacoli di gesso sopra i quali si stagliano la rocca, la Torre dell’Orologio e il Santuario del Monticino; la stravagante Via degli Asini, che corre sopraelevata e coperta parallelamente al principale asse viario, sarebbe l’ambientazione perfetta per un film o un cartone animato sul Medioevo. E non mancano le testimonianze artistiche di grande valore, visto che la Collegiata di San Michele Arcangelo e la Chiesa dell’Osservanza ospitano tele della superstar del Rinascimento forlivese, Marco Palmezzano, e la Pieve del Tho tira fuori dal cilindro un paliotto d’altare dell’VIII secolo d’influenza longobarda. Conclude il novero delle eccellenze cittadine la produzione di olio, da testare in una degustazione presso il negozio della Cooperativa Agricola Brisighellese, proprio in centro al paese.
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La mostra dell’anno
Ultima e fondamentale destinazione di un tour dantesco in Romagna è Forlì: tale preminenza non dipende dalle ripetute menzioni della città nel De Vulgari Eloquentia e nella Divina Commedia, e nemmeno dai ripetuti soggiorni del poeta da queste parti. Il fatto è che la mostra Dante. La Visione dell’Arte, ospitata nei Musei di San Domenico, rappresenta uno degli appuntamenti culturali più significativi di tutto il 2021. La presenza di assoluti capolavori, dal Polittico Baroncelli di Giotto al Saluto di Beatrice di Dante Gabriel Rossetti, da San Michele scaccia gli angeli di Domenico Beccafumi a La Creazione della Luce di Gaetano Previati, gli approfondimenti tematici sulla ritrattistica del poeta, le diverse interpretazioni nella storia dell’arte dell’amore di Paolo e Francesca o del dramma del Conte Ugolino rendono il percorso non solo un’esperienza estetica sensazionale, ma anche un’esauriente occasione di approfondimento letterario. Poi, una volta usciti dal museo sarete giunti alla fine del vostro appassionante viaggio. E, certo, non potrete dire di aver visitato i regni dell’Oltretomba, come Dante, ma una terra meravigliosa sì, senza alcun dubbio.