Sulle orme del Perugino: proposta di un itinerario in Umbria

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L’Umbria deve molto della sua notorietà al suo artista più celebre, Pietro Vannucci detto il Perugino, della cui morte nel 2023 ricorre il cinquecentesimo anniversario. Ma forse il pittore deve ancor di più all’Umbria: siamo sicuri che senza l’ispirazione dei suoi meravigliosi paesaggi egli sarebbe egualmente diventato una delle icone del Rinascimento? Ecco un itinerario per provare a elaborare una risposta, ma anche assaporare capolavori gastronomici, visitare borghi da cartolina, immergersi nella natura idilliaca di una delle più affascinanti regioni europee.

Trevi e i suoi uliveti  ©StevanZZ
Trevi e i suoi uliveti ©StevanZZ
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I borghi della Valle Umbra

La concentrazione di bellezza presente in questo territorio è tale che, anche evitando le due località più rappresentative da un punto di vista artistico, Spoleto e Assisi, è impossibile non inciampare in una meraviglia dietro l’altra, qualunque direzione si imbocchi. A Spello, per esempio, ce n’è per tutti i gusti: gli amanti dell’archeologia potranno dilettarsi con le sontuose vestigia romane, su tutte la superlativa Villa dei Mosaici; chi è a caccia di suggestioni medievali ha a disposizione un reticolo inesauribile di vicoli e stradine in pietra; i più sportivi esulteranno per la recentissima inaugurazione dell’Anello dell’Acquedotto Romano, un itinerario a piedi lungo 13 km tra boschi, campi e radure. Senza contare che nella Chiesa di Santa Maria Maggiore si trovano la sensazionale Cappella Baglioni decorata dal Pinturicchio e un paio di affreschi del Perugino.

A un tiro di schioppo, Foligno propone una significativa variazione sul tema del classico borgo umbro in cima a un colle: anche qui l’arte rinascimentale è protagonista, anche qui il Perugino ha lasciato la sua impronta (nell’Oratorio della Nunziatella), ma a fare la parte del leone sono l’arte contemporanea, grazie al CIAC e all’imperdibile Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, e il gotico internazionale di inizio Quattrocento a Palazzo Trinci.

A Montefalco, invece, si va soprattutto per degustare il Sagrantino, uno dei più prestigiosi vitigni a bacca rossa dell’intera penisola. Qui potrete visitare cantine, passeggiare tra i filari, selezionare etichette nelle enoteche del borgo. E, credeteci, dopo un paio di bicchieri del delizioso nettare, il ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli e la Natività del Perugino nel Complesso Museale di San Francesco risulteranno ancora più evocativi.

Infine, c’è Trevi: dalle immense distese di ulivi che la circondano evincerete immediatamente che da queste parti sull’olio la sanno lunga; per apprezzare il significativo patrimonio artistico del borgo (un affresco del Perugino è nella Chiesa della Madonna delle Lacrime) e farvi tentare dal delizioso sedano nero, al contrario, dovrete concedervi una lenta esplorazione delle viuzze del borgo con annesso pranzetto in trattoria.

Fuori dalle strade più battute

Nonostante la vicinanza alla Cascata delle Marmore, la Valnerina non rientra tra le zone della regione più battute da turisti e viaggiatori. Eppure, per gli amanti delle attività all’aria aperta è senza dubbio un territorio da non perdere: laddove la morbidezza tipicamente umbra si inasprisce in tumultuosi paesaggi montani e le sfumature di verde si fanno più intense, infatti, i sentieri della Greenway del Nera, da percorrere a piedi o in bici, regalano opportunità di avventure per settimane intere.

A tavola, invece, il protagonista assoluto è il tartufo. Per assaporarlo, e assaporare il territorio, consigliamo una visita a Ferentillo, dove hanno sede anche due attrazioni dalla strabordante personalità: il Museo delle Mummie è un luogo che pare uscito da un romanzo gotico, e l’ambientazione in un’antica cripta gli conferisce un fascino ancor più elettrizzante. L’Abbazia di San Pietro in Valle, invece, è semplicemente uno dei più importanti giacimenti artistici dell’Italia centrale: l’altare di Ursus Magister costituisce una pietra miliare dell’arte longobarda, mentre gli affreschi che ricoprono la navata, del 1190, rappresentano un anello di congiunzione fondamentale tra l’iconografia bizantina e le elaborazioni di Giotto. Quindi, niente Perugino per una volta, né lì e nemmeno a Todi. Ma, in qualche modo, è come se nel borgo la sua presenza aleggiasse egualmente: nel Palazzo del Popolo e Palazzo del Capitano, la pinacoteca cittadina ospita un’Incoronazione della Vergine dello Spagna, uno dei più talentuosi allievi del pittore; il Tempio di Santa Maria della Consolazione fu progettato da Bramante, tra gli altri, in una sorta di affiliazione tra i grandi spiriti dell’epoca rinascimentale; e poi c’è il panorama che si gode dal chiostro del monastero delle Lucrezie, che sembra davvero lo sfondo di uno di quei seducenti dipinti che avrete ormai imparato a riconoscere al primo sguardo.

La Valnerina è il luogo da non perdere se siete appassionati di attività all’aria aperta ©Jarek Pawlak
La Valnerina è il luogo da non perdere se siete appassionati di attività all’aria aperta ©Jarek Pawlak
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Perugia, per una sintesi peruginesca

Il tour non può che concludersi nel capoluogo, dove di Pietro Vannucci si trova la più ampia raccolta di opere: nel Nobile Collegio del Cambio, la Sala delle Udienze è al contempo un florilegio di figure estatiche e un impianto simbolico dalla complessità prodigiosa; la recentemente riallestita Galleria Nazionale dell’Umbria ospita le tavolette con le Storie di San Bernardino e altri superbi dipinti giovanili; nella Cappella di San Severo si ammira la Trinità e Santi, nella quale Perugino completa un lavoro lasciato incompiuto dal suo allievo più grande, Raffaello. La vista di questi capolavori non significherà solo completare lo studio del pittore, bensì rievocare le tappe da voi già visitate, ammirando nelle tele e negli affreschi quegli stessi sublimi scorci panoramici che vi avranno accompagnato nei giorni precedenti, spostandovi da una località all’altra della verdissima Umbria. In attesa di tornare nel 2023, ovviamente, per la grande mostra “Il meglio maestro d’Italia”, dal 4 marzo all’11 giugno alla Galleria Nazionale dell’Umbria, e per i cinquant’anni di Umbria Jazz, nel mese di luglio.

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