Quattro epici viaggi intorno al mondo
Gli austronesiani del Sud-est asiatico e del Pacifico furono i primi marinai a viaggiare da ovest a est, attraversando il Pacifico da un’isola all’altra tra la Cina e le Americhe, migliaia di anni fa. Da allora l’idea di circumnavigare il globo ha ispirato molti intrepidi viaggiatori: c’è chi è riuscito a farlo (e chi no) in barca, aereo o bicicletta.

Il giro del mondo in 80 giorni - Phileas Fogg
Non tutti i giri del mondo di cui abbiamo letto sono avvenuti davvero. Lo straordinario successo del libro di Jules Verne che narra le avventure del giramondo Phileas Fogg e del suo cameriere francese Passepartout deriva in parte dalla qualità della narrazione, in parte dal suo tempismo. Il romanzo fu pubblicato nel 1873, subito dopo il completamento delle linee ferroviarie transcontinentali di India e America e l’inaugurazione del Canale di Suez: il mondo, a un tratto, era molto più piccolo. Fu questa consapevolezza a ispirare a Verne la figura del gentiluomo inglese che scommette 20.000 sterline (1,5 milioni di sterline attuali) sostenendo di poter circumnavigare il globo in 80 giorni (viaggiando soprattutto in nave e treno): gli appassionati di avventure lo adorarono. Nel 1889 un’intraprendente giornalista americana, Nellie Bly, completò l’impresa di Fogg in 72 giorni (sette di meno di Michael Palin, che la affrontò 100 anni dopo) usando gli stessi mezzi di trasporto.
In bicicletta il viaggio su due ruote di Alastair Humphreys
Prima di appassionarsi alle microavventure, l’esploratore inglese Alastair Humphreys si imbarcò in alcune missioni più impegnative, la prima delle quali fu un incredibile giro del mondo in bicicletta. Nel 2001 Humphreys partì dalla sua casa nello Yorkshire e pedalò per la bellezza di 74.000 km (attraverso 60 paesi e cinque continenti), arrivando a casa quattro anni dopo giusto in tempo per il tè pomeridiano. La rotta era stata studiata per toccare i paesi che gli interessavano, più che per stabilire un record di velocità. Lasciato a casa l’orologio, Humphreys si alzava all’alba,
e il più delle volte crollava esausto sul far del tramonto. Ovunque si trovasse, si sforzava di fare conversazione con gli abitanti del luogo e lungo la strada si trovò ad assaggiare teste di pecora, porcellini d’India, carne d’orso e di cavallo, ricci di mare, vermi fritti e scorpioni. La sua bici aveva un cestino davanti, la sua paura più grande non erano i banditi né i leoni ma gli automobilisti, e alla fine conosceva abbastanza le lingue da convincere la polizia giapponese a non arrestarlo per aver pedalato nudo.
In barca - Clipper Round-the-world Race
La Clipper Race è un’epica competizione di 64.000 km tra equipaggi non professionisti. A bordo di barche identiche, i concorrenti salpano dal St Katharine’s Dock di Londra e seguono una rotta prestabilita che si conclude con il ritorno in Inghilterra. Questa competizione nasce dal sogno, concretizzatosi nel 1995, di Robin Knox-Johnston, vincitore del Jules Verne Trophy per aver completato per primo una navigazione intorno al mondo in solitario e senza scali.
La regata del 2018 è stata la prima a essere vinta da una donna, Wendy Tuck; nello stesso anno la venticinquenne Nikki Henderson è stata la skipper più giovane. Le gare passate sono state ricche di emozioni e non sono mancati momenti drammatici: durante l’edizione 2013-14, 12 barche si sono sfidate su un percorso che ha toccato Francia, Brasile, Sudafrica, Australia, Singapore, Cina, Stati Uniti, Panamá, Giamaica, Irlanda del Nord e Paesi Bassi. Un marinaio ha rischiato di morire, dopo essere caduto nel Pacifico in condizioni di forte maltempo ed essere rimasto in acqua per 90 minuti. Alcune tratte erano infestate da pirati e altre minacciate dagli iceberg, ma tutti i partecipanti sono tornati a casa sani e salvi.
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In aereo: l’ultimo volo di Amelia Earheart
Non tutti i giri del mondo hanno successo. Il 2 luglio 1937 Amelia Earhart aveva completato i due terzi del suo volo da record a bordo di un innovativo monoplano bimotore. Quando ripartì da una pista nella giungla a Lae, in Nuova Guinea, con il suo Lockheed Electra, le Americhe, l’Africa, il Medio Oriente e l’Australia erano ormai alle sue spalle. Al suo fianco sedeva Fred Noonan, specialista in navigazione astronomica; il tempo era pessimo e davanti a loro si estendeva per 11.265 km l’Oceano Pacifico, sul quale solo poche isolette offrivano un appiglio concreto. La loro destinazione era un frammento di terra, Howland Island, e per aiutarli a raggiungerla, tre navi stazionavano nella zona. Una delle tre, l’Itasca, aveva ricevuto diversi tentativi di contatto da parte della Earhart, ma non era riuscita a rispondere. Alle 7.42 la sentirono dire via radio: “Dovremmo essere sopra di voi, non riusciamo a vedervi, ma il carburante si sta esaurendo”. E un’ora dopo: “Stiamo volando in linea nord-sud”. Poi più nulla. L’aviatrice scomparve quel giorno senza lasciare traccia.
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