Puglia, magia fuori stagione
Non solo estate: ecco dove andare e cosa fare quando un tuffo in mare non è esattamente l'idea migliore del mondo.

Perché proprio ora
Dici Puglia e pensi al mare, al caldo, alle spiagge che alle volte sono lunghi arenili sabbiosi e altre minuscole calette ghiaiose. Ma cosa succede lontano dall'estate, quando le acque del mare sono troppo fredde per un tuffo e le spiagge meravigliose e malinconiche cartoline della natura? Raggiungere la Puglia significa viaggiare lungo un territorio molto vasto. Te ne accorgerai presto percorrendola in lungo e in largo, visitandone le città, le campagne piene di vita, ascoltando le storie della sua gente. Un viaggio fuori stagione in Puglia è un'autentica sorpresa. Ed è proprio quello che ci vuole se ami questa terra, se ancora non la conosci, se vuoi scovarne l'essenza.

Le masserie
Hai mai visitato una masseria? Se la risposta è no questo è il momento giusto per recuperare. Fuori stagione l'esperienza può rivelarsi più autentica e certo più conveniente (le tariffe sono scontate anche del 40%) che mai. Ma esattamente cos'è una masseria? La domanda è solo apparentemente banale: in realtà queste strutture hanno rappresentato e rappresentano ancora molte cose. Un tempo erano innanzitutto grandi centri di produzione agricola intorno a cui gravitavano le vite di famiglie e paesi interi. Abbandonate a causa dell’industrializzazione per decenni, oggi sono state in molti casi recuperate per essere in qualche modo restituite alla collettività, magari sotto altre forme. La Puglia è terra di masserie: ce ne sono di alto livello per i più esigenti (con centri benessere e percorsi SPA) e di più rustiche ed autentiche, magari adatte alle famiglie. Se ti rivolgerai al Consorzio Le Cento Masserie di Crispiano, in provincia di Taranto, potrai scegliere tra passeggiate a piedi, pedalate e percorsi a cavallo in un territorio ricchissimo di queste antiche strutture. Il Consorzio promuove un progetto che vuole essere green (ma senza fanatismi) con l'ambiente e con la gente, nato principalmente per proteggere e preservare quell'immenso patrimonio di storia e cultura che è custodito nelle masserie. Qualche altra indicazione? La Masseria le Fabriche di Maruggio abbandonata per almeno 70 anni e recuperata da una giovane imprenditrice, Alessia Perrucci, che ha scelto di investire nella campagna, nelle sue bellezze e nelle sue coltivazioni tipiche: l'olivo e la vite. Oppure la Masseria Russoli di Crispiano, di proprietà della Regione Puglia, dove sono allevati gli asini di Martina Franca, straordinari esemplari che ti circonderanno per una carezza. E ancora a Crispiano c'è la Masseria Pilano, più rustica e - per offerta e qualità - decisamente adatta alle famiglie. A Ostuni non perdere invece la Masseria Brancati, Corrado Rodio ti racconterà la storia del Grande Vecchio, un albero di olivo straordinario (potrebbe avere addirittura 3000 anni), piegato in un modo misterioso su se stesso ma ancora in grado di produrre un olio di altissima qualità.

La terra e le sue meraviglie
Il rapporto tra la Puglia e la terra è strettissimo. Olivi e viti incidono da millenni nell'economia e nella quotidianità stessa di questa regione. Qui ogni pianta di olivo è un miracolo vecchio spesso centinaia di anni (nel caso del Grande Vecchio di cui sopra, forse anche migliaia): ecco perché la questione della xylella, il batterio che sta infestando parte del territorio, rappresenta un'autentica tragedia per la comunità. L'olio, quasi sempre di altissima qualità, viene definito addirittura "oro di Puglia" e per comprenderne la ragione non perdere l'occasione di visitare un frantoio ipogeo. Si tratta di una grotta - naturale o completamente scavata dall'uomo - in cui l'olio veniva prodotto con fatica e sacrificio: i frantoi ipogei sono autentici monumenti al lavoro dell'uomo. Se ti trovi dalle parti di Cisternino prenota una visita ai Giardini di Pomona. In circa un'ora e mezza di passeggiata didattica nella natura tra alberi di fico (ce ne sono di moltissime varietà) e olivi conoscerai storie raccontate con grande passione. Una su tutte? Quella che riguarda l'albero di Cachi di Nagasaki, uno dei pochissimi alberi che sopravvisse alla bomba atomica del '45 e che molto indebolito, fu curato e riportato alla vita piena da un celebre botanico giapponese, Masayuki Ebinuma. Ebinuma trovò che la forza di quest'albero rappresentasse un potente messaggio di pace da divulgare in tutto il mondo e così prelevò alcuni semi riuscendo a far nascere nuove “piante di cachi della seconda generazione”, una delle quali proprio qui in Puglia. Nei giardini di Pomona quest'albero è circondato da un bel labirinto di piante di lavanda, a significare che il percorso verso la pace è sempre tortuoso e difficile.

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Bari Vecchia
Bari è senza dubbio il cuore pulsante della Puglia, ago della bilancia tra un sud marcatamente mediterraneo e un nord più continentale. La prima cosa da fare in questa città è perdersi (letterlamente) nella Città Vecchia. Qui la netta sensazione è quella di entrare in casa della gente. Perché qui si vive in strada. Ci sono passeggini parcheggiati e stenditoi profumati di bucato sotto le finestre, ci sono uomini giocano "alla birra" e famiglie che si siedono intorno a tavole imbandite allestite nelle piazzette; ci sono le donne che fanno le orecchiette, i ragazzini che trasformano le strade in campi da calcio e i motorini che sfrecciano tra i vicoli. Soltanto svolazzanti tende di finto pizzo bianco segnano il confine con le case. E si tratta di un diaframma davvero molto sottile. Per calarti nella Bari vecchia divertendoti, fai un giro in bicicletta o in bici-risciò con Velo Service. Poi visita la Cattedrale di San Sabino che si staglia imponente e bianchissima tra i vicoli del quartiere. Non perdere poi la Strada delle Orecchiette dove, una di seguito all'altra, siedono donne che con fare esperto realizzano il celebre formato di pasta pugliese tenendo lo sguardo fisso sugli attrezzi del mestiere.
Le storie significative
Un viaggio in Puglia in bassa stagione non ti offrirà soltanto la possibilità di vivere ogni esperienza a un prezzo più conveniente ma ti regalerà anche moltissime storie da portare indietro con te. A San Vito dei Normanni per cominciare, troverai un ristorante molto speciale: Xfood. In questo locale interamente progettato da una giovane designer originaria del nord Italia, Sara Mondaini (trasferitasi a San Vito per questo progetto e per amore), non sarà soltanto bello gustare degli ottimi piatti ma anche "giusto" grazie al progetto per l'integrazione lavorativa di trenta ragazzi con differenti disabilità. Dai un'occhiata alla bella illuminazione del ristorante (sono vecchie luminarie da piazza riadattate) e agli originali complementi d'arredo (tutti diversi e acquistabili singolarmente): ti sembrerà di essere in uno dei locali più alla moda di Berlino. Sei solo? Niente paura, prendi posto allo speciale Tavolo sociale, lungo 13 metri e pensato per rendere il pasto un'esperienza il più possibile condivisa. Riserva una tappa anche a Ceglie Messapica e goditi il suo centro storico perfettamente adagiato sull'altura. Qui ha sede la prestigiosa Mediterranean Cooking School diretta dalla chef stellata Antonella Ricci. Ceglie è una delle capitali dell'enogastronomia pugliese, per cui fermarti qui per scoprire i sapori di questa terra sarà di certo un'esperienza gratificante (hai mai provato la pagnotta cegliese?). Se poi troverai anche qualche variazione sul tema della cucina tradizionale allora dovrai dare il merito soprattutto a un altro chef stellato del luogo (marito della Ricci), Vinod Sokar, che a Ceglie Messapica arrivò a 17 anni dalle Mauritius, scalando in seguito velocemente le vette dell'alta cucina. E proprio la contaminazione fra le cucine e le culture del mondo è alla base di una manifestazione molto interessante che si tiene a Ceglie di solito nella prima settimana di agosto: si tratta di Un mondo nel piatto e se ti capiterà di ascoltare il suo ideatore, il giovane Francesco Gioia, ti renderai conto di quante energie stiano trovando sfogo in questa parte d'Italia.Un altro spunto? il vino democratico di Alessandra Quarta, che ha addirittura steso un manifesto in sei punti per la democrazia del vino. Se ti trovi dalle parti di Lizzano, a Taranto, devi sapere che per ogni bottiglia acquistata sosterrai un preciso progetto di solidarietà. Che sarai proprio tu a scegliere.
Articolo scritto in collaborazione con