Sebbene anche la provincia di Ancona (e in particolare il capoluogo, con la luminosa Pinacoteca Civica e l’impressionante Museo Archeologico) sia ricchissima di collezioni e borghi che riservano sorprese artistiche di prim’ordine, per ricercare la vera essenza della regione è una buona idea puntare verso Macerata. All’ombra della Torre dell’Orologio si alzano due esposizioni che tolgono il fiato: quella dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi e quella di Palazzo Ricci. Nei primi non perdetevi, tra gli altri, la Madonna con Bambino (1470) di Carlo Crivelli, mentre nel secondo dedicatevi a esplorare le moltitudinarie forme espressive del Novecento. Quando avrete visitato anche lo Sferisterio e la piccola Chiesa della Madonna della Misericordia, capolavoro architettonico del Vanvitelli, spostatevi nell’entroterra. Dapprima con una tappa all’Abbadia di Fiastra, quindi con una sosta nella deliziosa Tolentino, con il Cappellone di San Nicola nell’omonima basilica affrescato tra il 1310 e il 1325 da Pietro da Rimini, e infine con un tuffo nel passato marchigiano a Urbisaglia, dove si estende l’immensa Area Archeologica di Urbs Salvia, con i resti di questa importante città di epoca romana fondata nel II secolo a.C. Già che siete da queste parti, cercate sulla cartina Monte San Martino, uno di quei borghi da favola costantemente senza viaggiatori (per vostra fortuna!). Pin cima al paese, nella Chiesa di San Martino, si cela un tesoro inaspettato: tre polittici realizzati nella seconda metà del Quattrocento da Carlo e Vittore Crivelli, e uno firmato da Girolamo di Giovanni da Camerino, di poco anteriore. Scivolate quindi nella Pinacoteca Civica, fermatevi in piazza per un aperitivo e concludete la visita con la Chiesa della Madonna delle Grazie, meravigliosamente affrescata nel Cinquecento.
Per terminare in bellezza questo gran tour del Marchigiano, tornate verso la costa e salite a Recanati: qui dove Giacomo Leopardi scrisse alcuni dei più memorabili versi della poesia italiana si alzano inoltre il Museo Civico di Villa Colloredo Mels, che esibisce quella che è probabilmente la più nota tra le opere di Lorenzo Lotto, un’Annunciazione tanto bella quanto anticonvenzionale, e il Museo Diocesano, i cui pezzi forti sono una Sacra Famiglia del Mantegna e una Santa Lucia del Guercino.