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Marche

Le Marche, una terra incastonata di borghi

7 minuti di lettura

Le Marche, si sa, sono una regione plurale. In effetti, in questo fazzoletto di terra incastonato tra i Monti Sibillini a ovest e il Mar Adriatico a est, c’è di tutto: una campagna ipnotica e un litorale placido e accogliente, montagne severe e spigolose e dolci colline colorate di girasoli, città rinascimentali e borghi medievali. Una mescolanza di natura, storia, cultura e arte che ha pochi rivali nel mondo. Qui sono nati o hanno lavorato mostri sacri della pittura: Raffaello, Piero della Francesca, Lorenzo Lotto, Vittore e Carlo Crivelli… Le loro opere sono ovunque, nascoste dentro dentro chiese e palazzi nobiliari, oratori e grandi basiliche. Un patrimonio che fa delle Marche un vero e proprio museo diffuso tutto da scoprire. 

Il Palazzo Ducale di Urbino
Il Palazzo Ducale di Urbino ©Stefano_Valeri/Shutterstock
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Urbino, Pesaro e i Montefeltro

Chi voglia intraprendere un viaggio per andare alla ricerca delle straordinarie testimonianze artistiche della regione non può che partire da Urbino, la città di Federico da Montefeltro. E non solo perché il suo labirintico Palazzo Ducale, progettato da Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini (due dei massimi architetti rinascimentali), ospita oggi la Galleria Nazionale delle Marche, con un corredo di opere da far brillare gli occhi agli amanti del bello e impallidire ben più blasonati musei, ma anche perché fu qui che nel 1483 nacque Raffaello Sanzio, tra i massimi artisti di ogni tempo. A metà della ripida via del centro storico che oggi porta il suo nome, un portone che può passare facilmente inosservato è l’ingresso alla casa dove Raffaello crebbe e trascorse buona parte dell’infanzia. Immaginatevelo mentre correva sulle scale, e mentre (più grande) disegnava sotto lo sguardo del padre la piccola Madonna con Bambino affrescata in una delle stanze.

Nel caso in cui non riusciate a sognare i suoi occhi di fanciullo e le guance rosa, dopo che avrete terminato di esplorare ogni angolo della città ducale, raggiungete Cagli, un elegante borgo nel cuore dell’urbinate con interessanti musei, edifici di gran fattura e uno splendido teatro all’italiana. Al centro del paese, all’interno della Chiesa di San Domenico si trova la Cappella Tiranni, affrescata con una Sacra Conversazione e una Resurrezione da Giovanni Sarti, che di Raffaello fu il padre oltre che il primo maestro. Dice il mito che l’angioletto riccioluto tra la Madonna e San Francesco sia proprio il piccolo prodigio. Verità o leggenda, se vi piace il lavoro del genitore, non perdetevi una breve visita a Frontino, uno dei più bei borghi arroccati di tutta la provincia, che offre una strepitosa mescolanza d’arte antica e contemporanea, e custodisce all’interno del Convento di Montefiorentino un’altra superba opera di Santi, la Pala Oliva, una Madonna in Trono fra i Santi dipinta nel 1489. Pensate che sia finita qui? Sbagliato, perché per gli appassionati della pittura ci sono ancora almeno due tappe imprescindibili prima di lasciare la provincia: Pesaro, con l’imperdibile collezione dei Musei Civici (nella prima sala vi accoglierà una Incoronazione della Vergine di Giovanni Bellini che mette i brividi); e la piccola e vitale Fano, conosciuta più per il suo carnevale che per l’Arco di Augusto, costruito nel 9 d.C. all’ingresso della città romana, per la Corte Malatestiana e per l’anonima Chiesa di Santa Maria Nuova, il cui interno è impreziosito da un’Annunciazione e dalla Pala di Fano del Perugino. Guardate bene la predella: pare vi abbia lavorato anche un giovanissimo Raffaello, che perfezionò la sua arte proprio nella bottega dell’urbinate.

Piazza Giacomo Leopardi a Recanati ©DinoPh/Shutterstock
Piazza Giacomo Leopardi a Recanati ©DinoPh/Shutterstock
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Macerata

Sebbene anche la provincia di Ancona (e in particolare il capoluogo, con la luminosa Pinacoteca Civica e l’impressionante Museo Archeologico) sia ricchissima di collezioni e borghi che riservano sorprese artistiche di prim’ordine, per ricercare la vera essenza della regione è una buona idea puntare verso Macerata. All’ombra della Torre dell’Orologio si alzano due esposizioni che tolgono il fiato: quella dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi e quella di Palazzo Ricci. Nei primi non perdetevi, tra gli altri, la Madonna con Bambino (1470) di Carlo Crivelli, mentre nel secondo dedicatevi a esplorare le moltitudinarie forme espressive del Novecento. Quando avrete visitato anche lo Sferisterio e la piccola Chiesa della Madonna della Misericordia, capolavoro architettonico del Vanvitelli, spostatevi nell’entroterra. Dapprima con una tappa all’Abbadia di Fiastra, quindi con una sosta nella deliziosa Tolentino, con il Cappellone di San Nicola nell’omonima basilica affrescato tra il 1310 e il 1325 da Pietro da Rimini, e infine con un tuffo nel passato marchigiano a Urbisaglia, dove si estende l’immensa Area Archeologica di Urbs Salvia, con i resti di questa importante città di epoca romana fondata nel II secolo a.C. Già che siete da queste parti, cercate sulla cartina Monte San Martino, uno di quei borghi da favola costantemente senza viaggiatori (per vostra fortuna!). Pin cima al paese, nella Chiesa di San Martino, si cela un tesoro inaspettato: tre polittici realizzati nella seconda metà del Quattrocento da Carlo e Vittore Crivelli, e uno firmato da Girolamo di Giovanni da Camerino, di poco anteriore. Scivolate quindi nella Pinacoteca Civica, fermatevi in piazza per un aperitivo e concludete la visita con la Chiesa della Madonna delle Grazie, meravigliosamente affrescata nel Cinquecento. 

Per terminare in bellezza questo gran tour del Marchigiano, tornate verso la costa e salite a Recanati: qui dove Giacomo Leopardi scrisse alcuni dei più memorabili versi della poesia italiana si alzano inoltre il Museo Civico di Villa Colloredo Mels, che esibisce quella che è probabilmente la più nota tra le opere di Lorenzo Lotto, un’Annunciazione tanto bella quanto anticonvenzionale, e il Museo Diocesano, i cui pezzi forti sono una Sacra Famiglia del Mantegna e una Santa Lucia del Guercino.

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Il borgo di Fermo ©Stanislava Karagyozova/Shutterstock
Il borgo di Fermo ©Stanislava Karagyozova/Shutterstock
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La Marca Fermana

È giunto il tempo, a questo punto, di virare decisamente verso sud-ovest. Le dolci colline rigate dalle vigne e coronate da borghi di terracotta vi accompagneranno fino alla Marca Fermana, un territorio nel quale si mescolano senza soluzione di continuità modernità e medioevo, arte sacra e contemporanea, villaggi incantevoli e insediamenti turistici costieri. Prima di raggiungere Fermo e il suo corredo di chiese, musei, teatri e vestigia romane, girovagate tra l’Adriatico e l’entroterra. Rendete omaggio all’opera di Osvaldo Licini, grande tra i grandi pittori del Novecento, visitando la sua bella casa a Monte Vidon Corrado; immergetevi nelle atmosfere tre-quattrocentesche del minuscolo Moresco; fatevi raccontare la gloriosa storia secolare di Santa Vittoria in Matenano; e infine raggiungete le falde dei Monti Sibillini. Da Montefortino, famoso per le case-torre medievali, dopo una rapida visita al paese (informatevi anche se ha riaperto l’incredibile Palazzo Leopardi con le sue tre collezioni museologiche) spostatevi alla bella Pieve di Sant’Angelo in Montespino, edificata prima dell’anno Mille, e al Santuario della Madonna dell’Ambro, massimo luogo di culto della zona, affrescato con i ritratti delle 12 sibille e dei profeti. Se da qui guiderete verso nord, in poco tempo arriverete ad Amandola, un altro dei borghi più belli delle Marche, condensato d’arte e architettura che ha nella Porta San Giacomo, nella Chiesa di Sant’Agostino, nel Torrione del Podestà e nella tardo duecentesca Chiesa di San Francesco i suoi tesori.

Il centro medievale di Ascoli Piceno ©Claudio Giovanni Colombo/Shutterstock
Il centro medievale di Ascoli Piceno ©Claudio Giovanni Colombo/Shutterstock
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Ascoli Piceno

Il viaggio tra i tesori artistici marchigiani è vicino a concludersi, ma prima di tornare è il caso di esplorare la propaggine più meridionale della regione: il Piceno. Chi proviene da est incontrerà sul suo cammino prima la soleggiata Offida, famosa per il merletto a tombolo, per il Teatro del Serpente Aureo e per l’inusuale Chiesa di Santa Maria della Rocca; quindi l’impenetrabile Acquaviva Picena, accoccolata ai piedi della Fortezza Medievale edificata nel 1474 da Baccio Pontelli; e infine Monsampolo del Tronto, il cui Museo della Cripta richiama ogni anno migliaia di viaggiatori. Avrete a questo punto tutto il tempo di godervi a passo lento Ascoli Piceno, un gioiello tanto austero quanto ricco di inaspettate meraviglie. Fondata nel X secolo a.C. e costruita interamente usando blocchi squadrati di bianco travertino, la città si sviluppa attorno a Piazza Arringo, a cui fanno da quinte la solenne Cattedrale di Sant’Emidio, il Museo Diocesano e il Palazzo dell’Arengo. Visitateli in sequenza per ammirare, una dopo l’altra, le più riuscite opere di Carlo e Vittore Crivelli, di Cola dell’Amatrice, di Simone de Magistris, Vincenzo Pagani, Tiziano e Guercino. Avrete ancora tempo per perdervi tra le rue cittadine (strade strette strette come rughe del viso), leggere le iscrizioni che sovrastano i portali dei più antichi palazzi, affacciarvi nella deliziosa Piazza del Popolo e ripercorrere il passato imperiale della città attraversando il Ponte di Solestà e terminando al Teatro Romano ai piedi della Fortezza Pia, da cui si domina tutto il territorio.

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