In treno lungo la Sicilia sud-orientale

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Ci si muove lungo la linea ferroviaria Gela – Siracusa, in un incedere lento adatto a viaggiatori pazienti e con lo spirito avventuriero, a bordo di un treno spesso costituito da un solo vagone. Fino ad arrivare a un angolo magico della Sicilia sud-orientale.

treno Sicilia
Un viaggio alla scoperta della Sicilia in treno è perfetto per chi cerca un nuovo punto di vista della regione © Matteo Rovatti
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Il treno è spesso composto da un unico vagone alimentato a diesel, ma bastano ben pochi minuti per abituarsi al frastuono e lasciarsi cullare dall’incedere lento e costante della locomotiva. Non è raro essere l’unico passeggero a bordo, con la sola compagnia del capotreno e i finestrini abbassati che fanno svolazzare le tende. Abbandonata la costa, il treno procede sicuro verso la campagna, regalando scorci di altri tempi su muretti a secco e antichi casolari, e durante la bella stagione si viene travolti dal colore e dal profumo delle zagare in fiore. 

Ragusa
La vista su Ragusa © Eugenio Battaglini

Si arriva a Ragusa dopo poco più di un’ora di viaggio e occorre una passeggiata di un altro quarto d’ora verso la stazione dei bus, per prendere la linea 11, diretta verso la parte vecchia di Ragusa, conosciuta come Ibla. Sorta sulle ceneri della città distrutta dal terremoto del 1693, Ibla fu ricostruita in stile tardo barocco siciliano, e girare tra le sue strade è come ritrovarsi in un’altra epoca, fatta di splendore e meraviglia. Piazza Duomo, dalla forma rettangolare e leggermente in salita, è l’acropoli naturale del centro. Ad una delle sue estremità, in cima a una scalinata, si trova il Duomo di San Giorgio, con la sua facciata monumentale e la cupola che richiama quella del Pantheon di Parigi. L’omonimo portale in stile gotico, simbolo di Ragusa, è la testimonianza più suggestiva di ciò che è rimasto della chiesa precedente. 

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Modica
La barocca Modica vista dal Duomo di san Giorgio © Isogood_patrick

La fermata successiva è Modica, conosciuta da molti per il cioccolato, ma anch’essa capace di stupire, a partire dalla sua posizione, adagiata su un altopiano circondato da profonde gravine (dette cave). Forse il modo migliore per scoprirla è iniziare dalla parte bassa, fatta di viuzze silenziose e palazzi di tufo, per poi risalire lungo la maestosa scalinata che porta al Duomo, anch’esso intitolato a San Giorgio, un altro dei simboli del barocco locale. Qui il fiato è mozzato, non solo per l’ascesa, ma soprattutto per il panorama sulla città, un conglomerato di pietra color ocra che si contrappone al paesaggio circostante, arido e selvaggio. 

Dopo Modica si arriva a Scicli, più raccolta nelle dimensioni e quindi più facile da girare. Si passeggia per via Mormino Penna in compagnia di eleganti palazzi settecenteschi e si scopre l’antica farmacia Cartia, realizzata in stile liberty a inizio Novecento e che tra le sue vetrine conserva alambicchi, mortai e persino veleni. Non perdetevi Palazzo Beneventano, definito da Sir Anthony Blunt come il più bel palazzo barocco della Sicilia. 

Noto pizza Cattedrale
L’imponente cattedrale di Noto © Dalibor Kastratovic
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Si sale nuovamente a bordo per giungere a Noto, che dà il nome all’omonima vallata, inserita dal 2002 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco. Anche in questo caso al terribile terremoto del 1693 seguì una grandiosa ricostruzione, fatta di palazzi monumentali e chiese magnificenti, tali da rendere la città una delle località più visitate dell’intera Sicilia. Concedetevi un ingresso trionfale varcando la Porta Reale (o Ferdinandea) e noterete, sulla destra, colorate scalinate che conducono alla parallela via Cavour. Arrivati davanti all’imponente cattedrale è una buona idea sedersi sulle sue scalinate, magari addentando un cannolo siciliano farcito con ricotta fresca.

Da Noto occorre una mezz’ora abbondante per giungere a Siracusa, dove termina anche la corsa del treno. Torna a farci compagnia il mare, che non avevamo più visto da Gela, e spunta persino la mitologia quando ci si trova dinanzi a una celebre sorgente sull’isola di Ortigia, nel cuore della città vecchia. Secondo la tradizione è qui che Alfeo, tramutato in fiume da Zeus, si ricongiunse all’amata Aretusa, diventata nel frattempo una fonte d’acqua dolce. I dei del monte Olimpo aleggiano anche intorno al duomo, che fu realizzato dove sorgeva un antico tempio dedicato ad Atena, quando Siracusa era una fiorente polis della Magna Grecia. Ancora oggi si possono vedere le imponenti colonne del tempio, perfettamente incorporate nell’edificio cristiano, di stile ovviamente barocco.  

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L’isola di Ortigia, nel cuore della città vecchia di Siracusa © DaLiu
L’isola di Ortigia, nel cuore della città vecchia di Siracusa © DaLiu

Potrebbe essere questo il giusto epilogo, ma per i più avventurieri c’è ancora della strada da fare. Con un bus (consultate gli orari qui) si torna a ritroso, non più all’interno ma sulla costa, e dopo un’ora e mezza di strada si raggiunge il villaggio di Porto Palo. Qui la principale occupazione degli abitanti è ancora la pesca, e poco a largo dell’abitato si trova l’isola di Capo Passero, dove sorgeva una tonnara di cui sono ancora visibili i depositi. Ad attendervi troverete anche una sabbia finissima e acque turchesi. Per giungere al punto più a sud di tutta la Sicilia, ancora più in basso della vicina Tunisi, si deve invece percorrere ancora qualche chilometro. Si arriva infatti all’Isola delle Correnti, poco più di uno scoglio situato nel punto d’incontro tra il mare di Sicilia e lo Ionio. L’isola, dove un tempo era attivo un faro di cui si possono visitare i resti, è collegata alla terraferma da alcuni blocchi di cemento, periodicamente distrutti dalle mareggiate invernali. Il consiglio è quello di venirci la mattina presto, quando il sole albeggia sulle acque solitamente calme dello Ionio. Prima di andarci salite in cima ad una collinetta esattamente di fronte, ci troverete una statua del Cristo Redentore con una targa che dice:  

Avventore ricorda, sei in un luogo magico.

Qui approdò Ulisse, tornando da Troia e vi consacrò un cenotafio ad Ecuba, 

Qui approdò San Paolo, nel suo viaggio da Malta verso Roma.

E qui, forse, finisce il nostro viaggio. 

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