Il treno di Dante: un’esperienza di viaggio lento dai borghi del Mugello fino alle stelle di Ravenna
Dante di sicuro non ha mai preso un treno, però c’è un aspetto che accomuna i viaggi su rotaia, soprattutto quelli che hanno un sapore d’altri tempi, ad alcuni suoi versi: è la capacità di restituire, con precisione e accurata lentezza, i dettagli e il fascino di un paesaggio. Dal finestrino di un convoglio slow, così come nelle terzine più ispirate della Commedia, si ha davvero la sensazione di fissare e penetrare per sempre la bellezza di ciò che si sta guardando. Non stupisce, quindi, che a settecento anni dalla sua morte, ci sia un treno che del poeta fiorentino porta addirittura il nome: “Il treno di Dante”.
Il tema dei percorsi escursionistici sostenibili è uno degli argomenti centrali di Best in Travel 2021, nel quale ci siamo impegnati e divertiti a profilare quelle che saranno le tendenze del turismo nell'anno che verrà. Per l’Italia ne abbiamo scelto uno in particolare, il Cammino di Dante, che attraversa l’appenino tra Romagna e Toscana sulle orme di Dante Alighieri.
Sì, c’è una linea ferroviaria che unisce due città ricche di storia e bellezza, attraverso un territorio pieno di suggestioni paesaggistiche e culturali tra Toscana ed Emilia Romagna: è appunto il treno di Dante, così chiamato perché il suo percorso si snoda nei luoghi dove l’Alighieri ha vissuto, scritto, combattuto e poetato, tra borghi, castelli, colline e rilievi ricchi di tradizione, oggi parte del parco letterario “Le terre di Dante”: un comprensorio nel quale la cultura è un’esperienza viva, da ripercorrere e arricchire tutti i giorni.
Quando salirete a bordo di uno dei convogli della cosiddetta ferrovia Faentina (il nome ufficiale di questa linea), sarete proiettati in un’epoca lontana sette secoli, quella in cui Dante ha vissuto e sofferto, ha trovato ispirazione per il suo grandioso poema e nella quale ha saputo, in modo più incisivo di tutti i suoi contemporanei, indicare un cammino da seguire. Vivrete un’esperienza complementare a quella, già ricchissima, offerta dai percorsi delle Vie di Dante, che si sviluppano anch’essi tra Toscana ed Emilia Romagna e tra le quali spicca, come fiore all’occhiello, l’itinerario a piedi del Cammino di Dante, che collega, proprio come fa il nostro treno, Firenze a Ravenna.
Un prodigio di ingegneria ferroviaria
Quando è stata costruita, alla fine dell’Ottocento, la Faentina è stata la prima ferrovia d’Italia ad attraversare gli Appennini: oggi, nell’epoca dell’alta velocità, percorrerla è un’esperienza perfetta per chi desidera scoprire un territorio in modo lento e ispirato, arrivando all’essenza delle cose, dei borghi e dei sapori che si incontrano lungo il cammino.
Inaugurata nel 1893, la ferrovia tra Toscana e Romagna poneva fine a secoli di isolamento di quelle terre. Le campagne e le lande nelle quali Dante aveva compiuto i suoi non facili spostamenti, alle soglie del Novecento potevano finalmente essere attraversate in poco tempo, grazie ai binari posati tra Livorno e Ravenna, a collegare la Fortezza Medicea con i grandiosi mosaici di Sant’Apollinare, il Tirreno con l’Adriatico. Con i suoi 101 km, la ferrovia era in sé un’opera d’arte, un prodigio di ingegneria: notevole, per esempio, il magnifico ponte sul Rio Trillero, tutto in pietra serena. Qualche decennio dopo, i nazisti in ritirata e le bombe della Seconda guerra mondiale inflissero danni pesantissimi a parte della linea, tanto che si è dovuto aspettare il 1999 per vedere la ferrovia ricominciare il regolare servizio.
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Il tratto toscano: nel cuore del Mugello
Premesso che potrete scegliere in quale direzione muovervi, dalla Toscana alla Romagna o viceversa, il consiglio è di ripercorrere idealmente il viaggio terreno del Poeta e di salire a bordo a Firenze, nella stazione di Santa Maria Novella, e di prendere il treno per Ravenna: oggi la linea Faentina parte dai binari 17 e 18. Nei primi chilometri del viaggio, vi lascerete alle spalle il colle su cui sorge la millenaria ed etrusca Fiesole, una tappa da non perdere quando si programma un viaggio a Firenze. Prima abbiamo parlato di abilità tecnica, e infatti una bella prova la avrete già quando il treno affronterà la galleria di Sant’Andrea a Sveglia, completamente in curva.
Oltrepassato il fiume Sieve, si entra decisi nel Mugello, con la stazione di Borgo San Lorenzo a darvi il benvenuto – da qui, per inciso, parte una diramazione che, se si vuole, consente di fare ritorno a Firenze passando da Pontassieve. Voi proseguite attraverso il Mugello: questa valle toscana a nord del capoluogo meriterebbe più di un indugio, magari un weekend lungo interamente dedicato all’esplorazione dei suoi sapori e dei suoi tesori storici legati soprattutto alla presenza della famiglia Medici, che qui ha lasciato i segni del suo prestigioso dominio, come testimoniano la Fortezza di San Martino nel borgo di San Piero o il Castello di Trebbio, patrimonio dell’Umanità UNESCO. Dalla stazione di San Piero, con una digressione in autobus, si raggiungono facilmente i comuni di Barberino di Mugello e di Firenzuola. Molti oggi visitano il Barberino Design Outlet, ma se siete interessati all’arte non perdete il Palazzo Pretorio, le logge medicee e il castello. Firenzuola è un’altra sosta consigliata, perché l’impianto urbano mantiene inalterata la configurazione trecentesca, con parti del circuito murario trasformato nel XV secolo da Sangallo il Vecchio in cinta bastionata.
Con grinta verso la Romagna
Dopo Borgo San Lorenzo inizia quella che è probabilmente la parte più suggestiva della linea: viaggerete in costante salita, con pendenze che in alcuni punti toccano il 26 per mille, niente male per un treno. Intorno a voi vedrete scorrere vecchie vigne e ulivi, pievi millenarie e antiche case coloniche. Ad un tratto, poi, il convoglio sarà quasi inghiottito dalla montagna e inizierà a percorrere una lunga successione di viadotti e gallerie, tra le quali spicca la galleria dell’Appennino o degli Allocchi, che raggiunge quota 578,38 metri sul livello del mare. Vi ritroverete come sospesi tra il cielo e la pancia della terra, in un’esperienza a tratti quasi soprannaturale… come nel viaggio dantesco o, se volete, come nei versi allucinati e toccanti di un altro grande poeta toscano: Dino Campana, che guarda caso, molti secoli dopo Dante, nacque proprio in uno dei paesi toccati dalla Faentina: Marradi.
Dopo questa stazione, superato il luogo del magico incontro con il dolente autore della Chimera, il viaggio si fa più disteso e prosegue verso la pianura romagnola, tra frutteti e ciliegi che in primavera fioriscono pieni di colore e lusinghe, in uno spettacolo sublime. La prossima sosta, in un’atmosfera che sembra uscire da un’antica fiaba, è la cittadina di Brisighella: un posto magico, da visitare, percorrere, fotografare.
Di origine medievale, Brisighella appartenne ai Manfredi signori di Faenza e, successivamente, nientemeno che a Cesare Borgia, il despota che ispirò a Machiavelli le pagine più accese del Principe. Oggi Brisighella è un suggestivo borgo medievale, sovrastato dalla Rocca e dalla Torre dell’Orologio, ma anche un importante centro termale della valle del Lamone. Lasciatevi stregare dalla suggestiva Via degli Asini, che non è un percorso campestre come si potrebbe pensare, ma una strada urbana sopraelevata che riceve luce dalle caratteristiche finestre ad arco, una preziosità architettonica unica al mondo. Un tempo qui dimoravano i carrettieri che trasportavano il gesso dalle cave sovrastanti il paese, servendosi di asinelli, da cui il nome “Via degli Asini”.
A questo punto il viaggio del Treno di Dante, o della Faentina, è quasi concluso, perché dieci chilometri dopo Brisighella si arriva a Faenza, dove la linea si ricongiunge con la ferrovia adriatica Bologna-Ancona. Con un cambio a Faenza, il vostro viaggio può proseguire verso il gran finale a Ravenna, dove vi aspettano innumerevoli esperienze: per restare a Dante, la sua tomba, certo, ma anche – per trovare un riferimento ante litteram eppure già dantesco - le meravigliose stelle dei mosaici del Mausoleo di Galla Placidia, dedicato alla sorella dell'imperatore Onorio, che nel 402 d.C. trasferì la capitale dell'Impero Romano d'Occidente da Milano a Ravenna. Se vi sembra di essere in un’atmosfera troppo aulica e rarefatta, tenete presente che volendo il viaggio continua ancora: dopo Ravenna, inizia l’infilata strepitosa dei paesi e delle stazioni della riviera adriatica.
Per vivere l’esperienza, visitate il sito mugellotoscana.it e scaricate la brochure dedicata al Treno di Dante. Per gli orari, il riferimento è il sito di Trenitalia.