Curva dopo curva sulla scala dei troll in Norvegia

Redazione Lonely Planet
4 minuti di lettura

Forse la Norvegia non è il paese più economico per un viaggio on the road, ma Peter Thoeming ha scoperto che si hanno tutte per sé bellezze spettacolari e strade perfette. Ecco un itinerario tra fiordi e leggende per scoprire la Norvegia in moto.


La Trollstigen (o Scala dei Troll) © James O’Neil/Getty Images
La Trollstigen (o Scala dei Troll) © James O’Neil/Getty Images
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Norvegia significa ‘via stretta tra gli stretti’ e i maestosi fiordi glaciali che lacerano la sua costa occidentale ne giustificano il nome. Quando lascio Bergen verso nord, non mi sembra che ci sia tutta questa magia. La maestosità arriva dopo; per ora passo davanti a officine e piccoli stabilimenti che lavorano per l’industria estrattiva di gas e petrolio che ha reso ricca la città – ancora una volta. Gli affascinanti edifici intorno al porto ci ricordano infatti che per secoli Bergen fu uno dei porti della Lega Anseatica e un importante centro di commerci. 

Sto guidando la mia moto in quella meravigliosa luce del sole leggermente acquosa tipica della Norvegia. Mentre seguo il fiordo prima verso est, poi a nord e poi di nuovo verso l’interno fino a Voss, il paesaggio aspro, spesso verticale, comincia a piacermi, facendomi nascere domande sui vichinghi e sui loro dèi capricciosi. 

Le strade, i ponti e le gallerie della Norvegia sono brillanti esempi dell’abilità e della tenacia dei loro costruttori, ma se appena guardate in su, sembrano poco più che scarabocchi in confronto alle scogliere alte anche 1500 metri. Oddio! Non sono stato attento alla strada e una lunga crepa ghiacciata ha orientato la mia ruota anteriore verso le auto in arrivo. Le strade nazionali sono eccellenti, ma non tutte quelle secondarie sopravvivono intatte agli inverni brutali. 

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A Voss giro verso nord e prendo la Stalheimskleiva, che corre tra due cascate e offre 13 tornanti in 1500 metri per salire con una pendenza di 20° fino all’hotel omonimo. Ci vollero sette anni per terminare (nel 1849) questo tratto di strada di 10 km. Dall’hotel la vista verso Gudvangen è spettacolare, con pareti quasi verticali che scendono a perpendicolo nella stretta vallata verde sottostante. 

Non molto dopo Flåm, devo prendere una decisione: proseguire per il tunnel più lungo del mondo (28 km), o prendere la vecchia strada che sale in cima. Ho già percorso il tunnel in precedenza, quindi la scelta è facile. E non la rimpiango. Ci sono profondi banchi di neve ai lati dei 48 km di una strada stretta, ripida e piena di curve, ma l’asfalto è pulito e sfida il corridore che è in me. 

Tornato al livello del mare sfreccio lungo uno dei tentacoli del Sognefjord. Lo attraverso su un traghetto e poi svolto a ovest sulla sua sponda prima che un altro traghetto mi porti a Dragsvik e sulla E39. Da qui è una corsa entusiasmante a nord e a est, sempre o lungo un fiordo o attraverso una cresta rocciosa con tornanti, lunghe e morbide curve e costanti cambi di luce nelle gallerie. 

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Il paesaggio naturale tra terra e acqua©Jacob Sjöman Svensson / Folio/Getty Images
Il paesaggio naturale tra terra e acqua©Jacob Sjöman Svensson / Folio/Getty Images

A Grotli svolto di nuovo verso ovest e dopo aver seguito l’acqua per un po’, risalgo sull’altopiano glaciale che interrompe i fiordi. Il tratto in discesa che riporta a livello del mare a Geiranger è superbo e con ragione vinse un premio all’Esposizione Universale di Parigi del 1924. Risalire di nuovo da Geiranger è altrettanto impressionante: questa è Ørnesvingen, la ‘strada dell’aquila’, e ha un meraviglioso punto panoramico in cima che sembra una lunga lingua di asfalto. 

La valle in quota prima di Trollstigen (o Scala dei Troll) è rinomata per le sue fragole, i cui campi si estendono a vista d’occhio. Dopo una sosta a Jordbaestova, un caffè che vanta la miglior torta di fragole del paese, arrivo fino in cima. Parcheggio e vado sulla piattaforma panoramica. Pile di pietra che si appoggiano l’una all’altra sono disseminate sulle rocce. ‘I turisti pensano che i troll siano così’, dice uno del posto. ‘Non è vero. In ogni caso i troll non esistono’. Non ne sono così sicuro. Eccone uno, all’esterno del futuristico centro informativo, con quell’aspetto insieme umoristico e minaccioso. 

La brochure sulla Trollstigen parla di 11 tornanti in discesa: sarà anche vero, ma sembrano molti di più, mentre la mia moto mi porta attraverso ponti su acque tumultuose che scendono rombando i 762 metri fino a valle, e lungo strettoie con uno strapiombo da un lato e pareti di roccia dall’altro. Risalgo il Romsdalsfjord (non dura molto) e poi la penisola che ha Ålesund al suo vertice. È una cittadina graziosa, costruita lungo vie d’acqua: osservatela dalla collina. Devo affrontare un ultimo capolavoro ingegneristico: la Strada atlantica verso il nord, in direzione di Kristiansund. In soli 8 km conta ben cinque ponti, tra cui quello a curva, il ponte di Storseisundet, utilizzato spesso nelle pubblicità. È un tratto entusiasmante, soprattutto con la marea alta, e quando raggiungo infine il lungo tunnel che mi porta a Kristiansund, sono pronto per una birra. 

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