Viaggio nella Torino del gusto: la guida gratuita ai sapori della città e della sua provincia

Redazione Lonely Planet
3 minuti di lettura

Una delle prime cose che si notano girando per Torino, oltre alla bellezza dei suoi edifici barocchi, è la grande abbondanza di locali dove fermarsi per uno spuntino o un pranzo da re. Sì, il capoluogo sabaudo è una tavola imbandita: in ogni angolo della città e in ogni quartiere, caffè, trattorie e ristoranti propongono una cucina ricca e gustosa, classica e contemporanea allo stesso tempo. E anche quando si amplia la prospettiva ai comuni fuori porta il palato e il gusto non restano mai delusi. Per celebrare questa abbondanza, che si sposa meravigliosamente con la qualità della proposta enogastronomica, vi consigliamo di scaricare la guida gratuita in PDF “La Torino del gusto”.

Torino, uno scenario urbano tutto da gustare. Credits Marco Saracco / Shutterstock
Torino, uno scenario urbano tutto da gustare. Credits Marco Saracco / Shutterstock
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Procuratevi la vostra copia gratuita, sfogliate le sue pagine e lasciatevi ispirare. L’acquolina in bocca sarà probabilmente la prima reazione, per la bellezza estetica che alcuni piatti della tradizione torinese sanno esprimere. Subito, però, seguirà il desiderio di esplorare e sperimentare i piatti di questa cultura culinaria di primaria grandezza. Vi accorgerete che la cucina piemontese intreccia tre grandi patrimoni.

Il primo è la tradizione che viene dalle campagne, fatta di prodotti e di saggezza contadina, di ortaggi e salumi, di formaggi e carni, di agnolotti e tajarìn. Il secondo è l’eredità gastronomica dei re e delle corti, sostenuta da tecniche che nei secoli hanno prodotto salse e piatti raffinati, cioccolata e pasticceria. Il terzo è la cucina contemporanea, perché Torino è una città connessa con il mondo, che ha saputo attingere al passato per creare una gastronomia sempre attuale.

Il bicerin, un grande classico della caffetteria torinese
Il bicerin, un grande classico della caffetteria torinese

Bere un bicerìn o un vermouth in un caffè storico o addentare un tramezzino in un bar, ordinare gli antipasti misti in una trattoria bevendo Freisa o assaggiare il tartufo sorseggiando Nebbiolo in un grande ristorante: sono tutte esperienze che chi arriva a Torino deve fare per capire la città, esattamente come visitare le Residenze Reali o passeggiare per i tanti mercati cittadini.

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Il vermouth: un invito alla degustazione
Il vermouth: un invito alla degustazione

La parte iniziale della guida, pensata come un menù, vi accompagnerà in una sfilata di sapori e piatti, iniziando dagli antipasti che rendono grande la tradizione torinese, per arrivare ai dolci, dove fiammeggia l’eccellenza del cioccolato, declinata nei giandujotti e nel bunèt, probabilmente il più identitario dolce piemontese: un budino al cacao addizionato di amaretti e liquore.

Poi sarete condotti in giro per i caffè e i locali storici, luoghi legati alla storia d’Italia e alla cultura universale (li adorò anche Nietzsche nel suo soggiorno torinese). Tra un pasto e l’altro, capirete quante cose le nostre abitudini e l’arte del gusto devono a Torino, a cominciare dal tramezzino, inventato nel 1926 proprio qui. D’obbligo, e decisamente inebriante, sarà l’incursione nella carta dei vini DOC di Torino. Accanto a quelli di maggiore diffusione (fra cui Barbera, Bonarda, Dolcetto, Freisa e Nebbiolo), ve ne sono altri antichi e autoctoni. È il caso, ad esempio, dell’Erbaluce in Canavese, del Cari e della Malvasia sulla collina torinese, dell’Avanà in Val Susa e del Doux d’Henry nel Pinerolese.

La Palazzina di caccia di Stupinigi. Credits TTL Through the lens / Shutterstock
La Palazzina di caccia di Stupinigi. Credits TTL Through the lens / Shutterstock
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Infine, dal momento che dopo ogni buon pasto è d’obbligo fare due passi, la guida vi propone itinerari da vivere in città o nelle sue immediate vicinanze. I quartieri torinesi, la collina, ma anche le gite nei dintorni: castelli e Residenze Reali, musei e cittadine storiche, parchi e natura. Fuori Torino, il ritmo rallenta, lo spazio si espande e le possibilità si moltiplicano: per incontrare la bellezza di luoghi celebri oppure dotati di un fascino più colloquiale e, poi, quando ne avvertirete il piacevole richiamo, per indulgere nuovamente ai piaceri della buona tavola.

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