Liguria: 5 dolci tipici della Riviera di Levante

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Della cucina ligure si parla sempre dei grandi classici: le trofie al pesto, la panissa di ceci, la cima genovese, i ravioli di borragine, la focaccia. Ma i dolci? Un incanto per il palato, straordinario e inaspettato. Già, perché è molto curioso come ogni località della Liguria abbia la propria ricetta tipica, portata avanti con grande dedizione e orgoglio. Volete un assaggio? Mettetevi in viaggio con noi alla ricerca dei dolci tipici liguri. Il nostro punto di partenza è Camogli, quello di arrivo Sarzana: ecco i 130 chilometri della Riviera di Levante raccontati in cinque assaggi a base di farina, zucchero e burro.

dolci liguri tipici
Camogli, Genova
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I camogliesi di Camogli

I primi erano a base di rhum, poi seguirono le varianti al caffè, alla mandorla, e ancora alla nocciola, all’arancia, fino alla più recente, al gianduia. Stiamo parlando dei camogliesi, dolci dall'impasto simile alla pasta choux, quella dei classici bignè, per intenderci. La loro particolarità sta nella copertura, poiché dopo la cottura e la farcitura vengono passati prima nel cioccolato fondente fuso e poi nello zucchero o in granelle aromatiche. Devono il loro nome alla loro città natale, il borgo marinaro di Camogli, che si affaccia sul Golfo Paradiso con le sue case color pastello e una lunga striscia di spiaggia ciottolata. Una volta assaggiato un paio di camogliesi, sarete pronti per ripartire, magari imbarcandovi su uno dei tanti piccoli traghetti giornalieri per l’intima San Fruttuoso, la modaiola Portofino oppure direttamente per la nostra prossima meta.

L’indirizzo giusto: Pasticceria Ravello

via Giuseppe Garibaldi 183, Camogli


Il tramonto al porto di Santa Margherita Ligure
Il tramonto al porto di Santa Margherita Ligure

Le margheritine di Santa Margherita Ligure

Brevettato negli anni Settanta, il dolce simbolo di Santa Margherita Ligure fa l’occhiolino al nome stesso della rinomata località di villeggiatura del levante ligure: la margheritina, un frollino alla nocciola dalla caratteristica forma di fiore, la cui ricetta è tutt’oggi segreta. Una sola pasticceria del centro di Santa possiede il brevetto originale della storica pasticceria Raggi & Poli e le prepara dunque secondo la tradizione tramandata da decenni. È possibile acquistarle da consumare subito a spasso oppure da portare a casa come souvenir, in eleganti confezioni dal sapore retrò. Il consiglio è di fare la scorta di questi dolcetti: benché non abbiano alcun conservante, gli oli essenziali della nocciola gentile del Piemonte assicurano una buona conservazione. Sempre che riuscirete a resistere alla tentazione di finirle tutte quante nel giro di poche ore!

L’indirizzo giusto: Pasticceria Arte Dolce

via Cairoli 2, Santa Margherita Ligure

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I gobbeletti di Rapallo

Tutto ha origine dalle celebrazioni per Sant’Agata, che ogni anno si svolgono il 5 febbraio nella Val Bisagno, non lontana da Genova. Per quei giorni di festa, venivano preparati dolci tradizionali, i gobbeletti, che prendevano il nome dal doppio stampo utilizzato, il cobeletto. Gli ingredienti sono semplici: farina, zucchero, uova, burro e latte per la frolla; marmellata di mele cotogne, pesche o albicocche per il ripieno; un cucchiaio di marsala rende ancora più delizioso al palato questo biscotto. In particolare, tra i pittoreschi caruggi di Rapallo viene prodotto dal 1862 e prende il nome cubeletto, da qualche anno denominazione comunale d’origine. Godetevi l’assaggio di questa specialità seduti su una delle panchine del lungomare, davanti al trafficato porticciolo, senza dar troppa confidenza ai gabbiani golosi che vi faranno la corte.

L’indirizzo giusto: Pasticceria Capena

piazza Giuseppe Garibaldi 41, Rapallo

I canestrelli di Santo Stefano Aveto

Parecchie cittadine liguri vantano la paternità dei rinomati biscotti con il buco al centro, da Taggia con la variante salata a Torriglia con quelli a forma di fiore. Ma dovrete spostarvi verso il borgo montano Santo Stefano d'Aveto, nell’entroterra di Chiavari, alle spalle del Golfo del Tigullio. La valle più bella del mondo: così da definì Ernest Hemingway, quando capitò qui per pescare trote. E chissà se assaggiò mai un canestrello locale, con la sua burrosa pasta frolla al limone e l’immancabile spolverata di zucchero a velo! Pare che il nome abbia a che fare con il termine canestro, ovvero un cesto di paglia o vimini dove si lasciavano freddare i biscotti dopo la cottura e dove si conservavano per offrirli. Queste ciambelline sono ancora più buone se consumate con un tè fumante, un buon libro e la vista sulle montagne che circondano Santo Stefano d'Aveto.

L’indirizzo giusto: Pasticceria Chiesa

via al Castello 25, Santo Stefano d'Aveto

Il centro storico di Sarzana
Il centro storico di Sarzana
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La spungata di Sarzana

Infine, eccoci oltre le Cinque Terre (una delle più belle coste europee), a ridosso del confine con la Toscana, nella località dove la leggendaria Via Francigena si divideva in due strade, una per Canterbury e una per Santiago di Compostela: Sarzana. Qui i romani, che con tutta probabilità fecero tesoro di influenze gastronomiche dal Medio Oriente, avevano come usanza quella di donare il primo giorno dell’anno una prelibata torta ripiena: la spungata. Lo stesso Ovidio nei suoi scritti cita un dolce molto simile a quello che consociamo oggi, preparato con il miele e bucherellato fittamente in cima. L’aspetto, infatti, è simile a una spugna, a cui si rifà il nome stesso; fuori una doppia sfoglia croccante, e dentro miele, marmellata, spezie, frutta secca, uva passa e canditi. Un buon auspicio per le feste, e un regalo per le vostre papille gustative per tutto il resto dell’anno: provare per credere.

L’indirizzo giusto: Pasticceria Gemmi

via Mazzini 21/23, Sarzana


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