Silenzio, si medita: 5 monasteri in luoghi incredibili

Redazione Lonely Planet
6 minuti di lettura

La quiete, l’isolamento, la disciplina:
ci sono luoghi in cui preghiera e ascesi coincidono. Ecco cinque idee per andare in viaggio in luoghi silenziosi, isolatati e predisposti, per natura o per tradizione, alla pace e alla meditazione.

Il Monastero di Santa Maria di Montserrat, uno dei simboli della Catalogna ©S-F/Shutterstock
Il Monastero di Santa Maria di Montserrat, uno dei simboli della Catalogna ©S-F/Shutterstock
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Montserrat, Spagna

Aggrappato al fianco di una montagna e mimetizzato tra alte
e tondeggianti rocce di granito, 
il Monastero di Santa Maria di Montserrat, uno dei simboli della Catalogna, è un luogo intriso di fascino ancestrale e misticismo millenario. Fondato, secondo
la tradizione, nell’XI secolo da
un monaco benedettino, è da
tempo immemorabile uno dei più importanti luoghi di culto di tutta la Spagna. 

La facciata della basilica con le decorazioni gotiche, gli sfarzosi interni a una navata e la piccola statua della Moreneta, la Madonna nera con in braccio Gesù Bambino patrona della comunità autonoma catalana, sono testimonianze di molti secoli di vita dai ritmi arcaici. E la mente vola a quando tra queste pietre vivevano solo i monaci, isolati dal mondo e con ai loro piedi la stretta valle percorsa dal torrente Santa Maria, ruvida e affascinante con il verde degli alberi sulla terra rossa. Anche se oggi è diventata una meta molto battuta da viaggiatori
e pellegrini, sedersi ad ammirare il paesaggio da uno dei tanti pinnacoli che circondano il santuario, o aspettare di mattina presto che il sole sorga all’orizzonte, è un’esperienza di preghiera e di meditazione che apre il cuore. 

Monastero di Camaldoli, Italia

Una biblioteca di 35.000 volumi
e una foresteria che ospitò, tra gli altri, Lorenzo il Magnifico e il suo circolo di umanisti. Un luogo di
fede e di devozione, ma anche un centro di operatività e di produzione culturale, come nella migliore tradizione monastica. Camaldoli venne eretto a partire dall’XI secolo
e la prima struttura a funzionare
fu l’ospedale, di cui oggi rimane l’antico laboratorio galenico per la lavorazione delle erbe medicinali. Poi venne costruita la chiesa, che conserva, tra le altre, sette tavole di Giorgio Vasari. Vale il viaggio? Sì, e c’è dell’altro. Il monastero è immerso nella vegetazione rigogliosa del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
e poco più in alto, in una radura che squarcia la fitta trama del bosco,
si nasconde l’Eremo camaldolese, fondato da San Romualdo vicino alle rive dell’Archiano. Ad attendervi qui non ci sono solo gli edifici medievali e la chiesa, ma soprattutto le atmosfere rarefatte di un luogo isolato dal mondo e il panorama rasserenante di una terrazza naturale affacciata su vallate dalle mille sfumature di verde. 

Due idee per un trekking con partenza dal Monastero di Camaldoli: salire a piedi fino all’Eremo o puntare al Castagno Miraglia, un albero monumentale il cui tronco misura oltre 4 m di diametro. Qualunque sia la vostra scelta, al
ritorno rifocillatevi con la schiacciata
di Camaldoli, naturalmente ripiena di affettati e funghi. 

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Il Monastero di Santa Caterina, frontiera e avamposto della fede già all’epoca in cui fu costruito ©Kylie Nicholson/Shutterstock
Il Monastero di Santa Caterina, frontiera e avamposto della fede già all’epoca in cui fu costruito ©Kylie Nicholson/Shutterstock

Santa Caterina, Monte Sinai, Egitto

Sacro e profano: il Monte Sinai, sulla cui cima Mosè ricevette da Dio le Tavole della Legge, si trova a due ore di strada da Sharm El-Sheik, la capitale delle vacanze sul Mar Rosso. Alle falde di questa montagna, addossato a un dirupo, sorge il Monastero di Santa Caterina, frontiera e avamposto della fede già all’epoca in cui fu costruito. All’interno della cinta si trovano una basilica bizantina, una moschea e una biblioteca, non accessibile al pubblico, in cui è custodita una sterminata raccolta di libri e codici scritti in tutte le lingue dell’antichità. Sul lato settentrionale del complesso c’è un giardino triangolare in cui crescono alberi di albicocco e di ulivo, apparentemente fuori posto in un ambiente severo in cui dominano polvere e pietra, e per questo tanto più apprezzabili per una pausa all’ombra. Nel cortile del monastero si trova anche il roveto presso il quale, secondo il Libro dell’Esodo, l’angelo del Signore apparve a Mosè: purtroppo i cacciatori di souvenir per anni hanno strappato rametti dal roveto, costringendo
i monaci a far recintare l’intera area. 

Per raggiungere il Monte Sinai dovrete necessariamente farvi accompagnare da una guida beduina lungo i due percorsi che arrivano alla vetta, il Sentiero dei Cammelli e i 3750 Gradini del Pentimento scavati nella roccia. 

Il Monte Athos ©PHOTO BY DIMITRIOS TILIS/Getty Images
Il Monte Athos ©PHOTO BY DIMITRIOS TILIS/Getty Images
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Monte Athos, Grecia

La vera montagna sacra della Grecia non è l’Olimpo degli dèi omerici, ma il Monte Athos, situato nella più orientale delle propaggini della Penisola Calcidica, dalla caratteristica forma di mano aperta, e raggiungibile solo in barca. I 20 monasteri ortodossi costruiti qui
oltre mille anni fa costituiscono una repubblica semiautonoma, retta da un consiglio monastico:
 la Grecia, attraverso un governatore, si occupa di mantenere la sicurezza e l’ordine pubblico, mentre l’autorità ecclesiastica di riferimento è quella del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. 

Il complesso è accessibile secondo norme molto rigide che prevedono l’ammissione di soli cento pellegrini ortodossi e
dieci visitatori non ortodossi contemporaneamente; l’ingresso inoltre è vietato alle donne, una regola
che è stata violata pochissime volte in dieci secoli (l’ultima probabilmente durante la seconda guerra mondiale, quando una formazione di partigiani greci
di cui facevano parte alcune donne trovò rifugio per qualche tempo sul Monte Athos). Visitare il complesso non è dunque semplicissimo, ma ne vale la pena: qui
il tempo ha consistenza e peso diversi da quelli cui siamo abituati, e non solo perché viene ancora scandito secondo il calendario giuliano. In certi monasteri gli ospiti sono tenuti a seguire i ritmi e le attività dei monaci, a volte estenuanti per chi non è abituato a pregare anche per dieci ore consecutive, ma gli sforzi saranno ripagati: a prescindere dalla fede di ciascuno, è impossibile rimanere indifferenti di fronte alla solennità del rito, alla solitudine ascetica in mezzo alla natura, alla meraviglia delle architetture sacre. 

Il rilascio del permesso per visitare il monastero è molto laborioso: potrebbero essere necessari addirittura sei mesi per ottenerlo.
I minori di 18 anni devono essere accompagnati dal padre oppure presentare un permesso firmato dal genitore. Rivolgetevi con abbondante anticipo all’Ufficio Pellegrinaggi al Monte Athos, che ha sede a Salonicco. 

Il Monastero di Ostrog, abbarbicato tra le montagne del Montenegro ©Mila Atkovska/Shutterstock
Il Monastero di Ostrog, abbarbicato tra le montagne del Montenegro ©Mila Atkovska/Shutterstock

Monastero di Ostrog, Montenegro

A guardare da lontano il Monastero di Ostrog c’è da farsi prendere dall’agitazione. La montagna sembra troppo alta, troppo scabra, troppo incombente sul piccolo edificio che contende lo spazio alla roccia. Eppure è lì da secoli, bianco e sottile, addossato alla parete e anzi scavato all’interno di essa, testimone dell’ingegno umano e della forza della fede. Può sembrare inverosimile, dal momento che ogni anno arrivano fin qui oltre un milione di visitatori e pellegrini, ma il monastero riesce a trasmettere intense sensazioni di raccoglimento e ascetismo, in particolare nelle cappelle rupestri affrescate e nel tempio superiore, in cui sono custodite le reliquie di San Basilio, vescovo di Erzegovina e fondatore di Ostrog. Due chilometri più a valle si trova un altro monastero, chiamato ‘inferiore’, di cui fa parte la pregevole Chiesa della Trinità. Molti pellegrini coprono la distanza tra i due monasteri a piedi scalzi, ma è possibile anche arrivare in automobile a poche centinaia di metri dal monastero superiore. 

Presso il monastero inferiore sgorga una sorgente naturale di acqua freschissima cui sono attribuite facoltà curative. 
Di sicuro è molto dissetante! 

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