Come siamo cambiati, come cambieremo. Viaggiatori, albergatori e ristoratori nel dopo-COVID

Quando torneremo a viaggiare? È questa la grande domanda che tutti ci facciamo, ormai da troppo tempo e a cui molti hanno provato a dare una risposta, nonostante l’oggettiva difficoltà di dire qualcosa di sensato in proposito.

In attesa che lo scenario si chiarisca, anche grazie all’arrivo del vaccino, vale la pena di concentrarsi, invece, su come cambierà il nostro modo di viaggiare e di fare ospitalità. I bisogni di viaggiatori e operatori del settore del turismo emergono in maniera precisa analizzando i dati raccolti dall’Osservatorio sul Turismo di Nomisma, iniziativa voluta da UniCredit per fotografare il cosiddetto “new traveller”, quel nuovo viaggiatore post-COVID di cui tutti parlano e il cui profilo si sta delineando in modo sempre più nitido.

Le nuove tendenze del turismo dopo il 2020 © Travelvolo / shutterstock
Le nuove tendenze del turismo dopo il 2020 © Travelvolo / shutterstock
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Nuove abitudini, nuove esigenze.

Lo studio inizia ricordando l’importanza del turismo per l’Italia, un settore che vale 13,2% del PIL, occupa il 15% della forza lavoro nazionale, con un‘ incidenza di circa il 50% per quanto riguarda arrivi e presenze dai Paesi esteri. E sono proprio gli stranieri ad essere mancati nel corso dell’anno appena concluso che ha visto una riduzione complessiva degli arrivi di quasi il 60% rispetto al 2019: una percentuale davvero impressionante. Tenendo presenti questi dati, l’osservatorio ha chiesto ai traveller italiani di immaginare come sceglieranno di viaggiare in futuro, partendo dai cambiamenti che già si sono imposti dopo il primo lockdown del 2020 e che già segnalano importanti novità nelle abitudini degli italiani in vacanza. Emerge che, tra coloro che hanno fatto un viaggio (-39% rispetto all’estate precedente) ben il 72% ha effettuato una prenotazione tra maggio e agosto, che il 96% dei viaggi è avvenuto entro i confini della Penisola, con una forte predilezione per attività quali le passeggiate all’aria aperta, lo sport praticato nella natura, escursioni in bicicletta e tour enogastronomici. Insomma, un’estate all’insegna dei piccoli borghi, come si era intuito fin da subito e delle località lontane dalla pazza folla.


bicicletta aria aperta
Le attività all’aria aperta sono diventate un’esigenza dei new traveller © MikeDotta / Shutterstock

Cosa troveranno di nuovo i prossimi viaggiatori

Ma attenzione: secondo i ricercatori di Nomisma, non si tratta di cambiamenti temporanei bensì di qualcosa di strutturale nel modo di viaggiare che ci accompagnerà anche nel prossimo futuro. Come la forte crescita dei viaggi last minute con prenotazioni effettuate solo qualche giorno prima della partenza (54%) o, addirittura, il giorno prima (12%). Un diverso modo di programmare la propria vacanza con una forte prevalenza di utilizzo degli strumenti digitali. L’accresciuta confidenza dei viaggiatori italiani con pc e smartphone, spinge operatori alberghieri ed extra alberghieri a dichiararsi intenzionati a migliorare l’offerta attuale investendo (il 63% degli intervistati) sulla digitalizzazione del rapporto col cliente. Largo allora (e finalmente!) a WI-FI gratuito, prenotazioni e check in/check out on line. E poi maggiore flessibilità nelle politiche di cancellazione e alla possibilità di personalizzare il proprio soggiorno, più spazio alle aree per lo smart working e zone relax all’interno delle strutture.


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I nuovi traveller cercano sistemazioni "di vacanza" anche come location per lo smart working © DejaVuDesigns / Shutterstock
I nuovi traveller cercano sistemazioni "di vacanza" anche come location per lo smart working © DejaVuDesigns / Shutterstock

Incoraggiante è l’orientamento a rafforzare il legame con la cultura e le tradizioni locali (il 28% prevede di offrire tour enogastronomici) ma soprattutto la volontà di fare uso di strumenti che consentano di riqualificare strutture che, ancora troppo spesso, risultano datate. E si capisce, se si tiene conto che nel campione preso in considerazione, prevalgono gli esercizi alberghieri a gestione familiare (93%) prevalentemente a 3 o 4 stelle, di dimensioni medio piccole (65% con meno di 24 camere), proprio quelle strutture che fanno più fatica a tenere il passo con i cospicui investimenti sostenuti con più facilità dalle grandi catene.

Insomma, sembra che viaggeremo sempre più alla ricerca di luoghi tranquilli, immersi nella natura, facendo un uso intelligente della tecnologia e in strutture finalmente rinnovate.


Certamente c’è ancora molto da lavorare perché i nostri desideri siano soddisfatti del tutto ma le intenzioni di viaggiatori e albergatori sembrano infine convergere verso una comune volontà di cambiamento, vera parola chiave dell’anno appena cominciato. Con l’augurio che il vaccino faccia al più presto il suo lavoro e ci restituisca la cosa più importante: la libertà di viaggiare.

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