Best in Travel 2017: Il mondo come ufficio

Redazione Lonely Planet
4 minuti di lettura

Stufi della scrivania? Non più. Grazie all’attività freelance online, alla tecnologia mobile e agli spazi di coworking, sempre più persone si guadagnano da vivere on the road. Per questi ‘nomadi digitali’ il mondo è un’occasione di lavoro e l’ufficio può trovarsi ovunque.

© Henn Photography / Getty Images
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Lavorare in remoto

l concetto del ‘bleisure’ (il turismo che abbina il viaggio di lavoro a quello di piacere) non è una novità, ma lo sviluppo della cosiddetta economia collaborativa online ha aperto il mondo del lavoro in remoto a una nuova generazione. All’inizio questi lavoratori, chiamati ‘nomadi digitali’, ‘e-workers’ o ‘backhackers’ (beh, questo lo abbiamo inventato noi), erano soprattutto liberi professionisti del settore creativo, accademico o tecnologico. Erano scrittori che digitavano su una tastiera da una spiaggia in Thailandia, graphic designer che lavoravano in un caffè di Amsterdam o informatici che programmavano seduti in aereo. Ma oggi sono sempre più numerose le aziende che approfittano dei vantaggi offerti dal lavoro in remoto. Secondo Forbes il 34% dei lavoratori degli Stati Uniti è considerato oggi freelance, una percentuale destinata ad aumentare al 40% entro il 2020. La crisi economica del 2008, la tecnologia mobile e del cloud e l’influsso di social network come Facebook e LinkedIn hanno creato la ‘tempesta perfetta’ per l’era del freelance.

© SamuelBrownNG / Getty Images
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Girare il mondo lavorando

Solo 10 anni fa, se qualcuno voleva fare il freelance aveva bisogno di contatti, molti contatti. Oggi basta iscriversi a siti come Upwork, Fiverr e simili, in cui chi vende può contattare direttamente chi compra in ogni parte del mondo. Un tempo popolare tra i ventenni che volevano girare il mondo lavorando, oggi il lavoro in remoto viene scelto da persone di ogni età. Semi-pensionati che si costruiscono una seconda carriera all’estero, studenti in anno sabbatico, famiglie giovani che si trasferiscono per brevi periodi – il confine tra lavoro e desiderio di viaggiare è molto labile. Se i vantaggi sono evidenti – si può vedere il mondo senza andare in rovina – esistono potenziali lati negativi: precarietà, problemi di liquidità e contratti a zero ore, per citarne solo alcuni. Inoltre è difficile apprezzare un posto se si è troppo assorbiti dalla casella della posta in arrivo. Quindi è importante gestire il proprio tempo on the road e concedersi momenti per fermarsi a esplorare.

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© Franz Navarette / Hubud Bali
© Franz Navarette / Hubud Bali

La scelta degli spazi

Oggi praticamente ogni posto può essere un ambiente di lavoro: la lobby di un hotel, un caffè, perfino una panchina in un parco. Ma un segnale molto evidente di questo nuovo modo di lavorare è dato dall’aumento degli spazi di coworking, che si rivolgono a chi preferisce avere i comfort di un ufficio, con accesso a una rete wi-fi, a una stampante e, naturalmente, caffè gratis. Questi uffici in condivisione, che consentono ai freelance di confrontarsi con i loro simili in genere offrono tariffe giornaliere, mensili o annuali per l’utilizzo di una scrivania o di una stanza. Reti di coworking come Copass e WeWork stanno ampliandosi alla velocità della luce, con nuove sedi in tutto il mondo. Le città trendy come New York, Londra, Berlino e Amsterdam sono le più ambite, ma i posti di lavoro condivisi sono molto popolari anche nei centri prediletti dai backpacker. Grazie al basso costo della vita, alle scuole internazionali e alle cordiali comunità di residenti stranieri, Ubud a Bali e Medellín in Colombia godono di grande successo tra i freelance. Anche Chiang Mai, in Thailandia, più rinomata per i suoi splendidi templi, si sta sviluppando come centro dei ‘viaggiatori tecnologici’ grazie al clima mite e ai servizi rivolti ai farang (‘europei’); nel febbraio 2017 la città ospiterà la Coworking Unconference (www.cuasia.com).

© Sancar Ayalp
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La top 10 del coworking

Ecco i 10 migliori spazi di coworking in tutto il mondo...

1) Betahaus, Berlino, Germania. Spazio di coworking e caffè (www.betahaus.com/berlin)

2) Urban Place, Tel Aviv, Israele. Nel cuore della ‘nazione delle start-up’, sull’alberato Rothschild Blvd e con vista sul Mediterraneo (www.urbanplace.me).

3) Punspace, Chiang Mai, Thailandia. Ha due sedi, a Nimman e Tha Phae Gate, con spuntini, caffè e accesso 24/7 (www.punspace.com)

4) Laptop, Parigi, Francia. Ambienti di lavoro e sale riunioni accoglienti in un edificio ristrutturato del XIX secolo (www.lelaptop.com/en).

5) The Farm, New York, Stati Uniti. Situato a SoHo, include perfino una casa sull’albero (www.thefarmsoho.com).

6) Cowo | 360, Roma, Italia. Un ambiente vivace, moderno e luminoso nella zona nord-orientale di Roma (www.workitout.it)

7) Kindred Studios, Melbourne, Australia. Non solo uno spazio di lavoro, ma anche studi fotografici e video, un bar e lezioni di yoga (www.kindredstudios.com.au)

8) Thinking Hut, Amsterdam, Olanda. Spazio di coworking allestito in una scuderia riconvertita risalente al 1912 (www.thethinkinghut.com)

9) Hubud, Ubud, Bali. Vivace ‘hub a Ubud’ dei residenti stranieri, rifinito in bambù e con vista sulle risaie (www.hubud.org)

10) Ondas, Medellin, Colombia. Caffè, spazio di coworking e scuola di spagnolo in un unico posto (www.ondasmedellin.com/coworking).

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