Tiscali, una delle meraviglie archeologiche della Sardegna

Redazione Lonely Planet
2 minuti di lettura

Nascosto nella penombra di una grotta calcarea dalla volta crollata, il sito archeologico di Tiscali, in Sardegna, è un vero enigma. Sebbene oggi rimangano poche scarne rovine, con un po’ di fantasia si può immaginare come fosse questo villaggio nuragico nell’Età del Bronzo. Altrettanto bello quanto il sito stesso è il sentiero che si deve percorrere per raggiungerlo, che si snoda in una valle lussureggiante racchiusa tra imponenti pareti rocciose, con uccelli rapaci che volteggiano in cielo e un senso di pace che avvolge completamente la valle, interrotto soltanto dal suono dei vostri passi. 

Le rovine del villaggio di Tiscali © Giuma
Le rovine del villaggio di Tiscali © Giuma
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Nascosto in una dolina carsica in cima a una montagna che sovrasta la Valle di Lanaittu, il misterioso villaggio nuragico di Tiscali è una delle meraviglie archeologiche della Sardegna. Risalente al VI secolo a.C. e abitato fino all’epoca romana, l’insediamento fu scoperto alla fine del XIX secolo; quando fu riportato alla luce le sue condizioni erano relativamente intatte, ma da allora i tombaroli non si sono risparmiati nel saccheggiarlo, smantellando nel corso degli anni le capanne coniche in pietra e fango e lasciando i poveri resti che si vedono oggi. 

Malgrado la frammentarietà delle rovine, lo scenario che vi attende non manca di impressionare: all’ombra sinistra della parete calcarea a strapiombo giacciono rovine ammassate alla rinfusa tra lecci e arbusti di terebinto. Nell’antichità, gli abitanti del vicino Sa Sedda ‘e Sos Carros utilizzavano il sito come rifugio, e la sua inaccessibilità assicurò ai sardi un riparo sicuro fino a buona parte del II secolo a.C. 

Il villaggio nuragico sovrasta la Valle di Lanaittu ©Elisa Locci/Shutterstock
Il villaggio nuragico sovrasta la Valle di Lanaittu ©Elisa Locci/Shutterstock

Cosa fare

A Dorgali, diversi operatori organizzano escursioni in fuoristrada, trekking e spedizioni speleologiche nel fantastico paesaggio di arenaria che si estende subito fuori dalla cittadina. 

Museo Archeologico 

Le collezioni di reperti esposte in questo modesto museo archeologico illustrano il passato della regione dall’epoca prenuragica al Medioevo.

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Itinerario in automobile lungo la SS125

Questo itinerario vi farà assaporare l’assoluto piacere di guidare per 60 chilometri lungo la bellissima strada che corre sinuosa tra Dorgali e Santa Maria Navarrese. Il percorso segue la SS125, che serpeggia tortuosa tra le cime montuose, a volte con tornanti da brivido, attraverso paesaggi incantevoli: sulla destra, le brulle vette calcaree del Supramonte sovrastano distese di boschi e un’ampia vallata solcata da gole, mentre sulla sinistra le montagne digradano verso il blu intenso del mare. 

Le brulle vette del Supramonte © LPuddori
Le brulle vette del Supramonte © LPuddori
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Nel tratto in cui si raggiunge la cresta vertiginosa del Passo Genna Silana (1017 m) la vista è magnifica. Subito dopo, vicino alla deviazione per Urzulei, vedrete un cartello che segnala l’azienda casearia Formaggi Gruthas, dove potrete fare una sosta per acquistare pecorino, formaggi di capra e ricotta. Avvicinandovi a Santa Maria Navarrese vedrete la cima del Monte Scoine (647 m) che si innalza come un possente contrafforte. Al ritorno, potrete fare una straordinaria deviazione seguendo le indicazioni da Lotzorai per Talana e poi per Urzulei. La strada procede a tornanti attraverso una profonda valle surreale simile a un canyon, seguendo il corso di un fiume e costeggiando rocciose formazioni di granito, vigneti e pendii disseminati di cactus, per poi salire e ricongiungersi con la SS125 a Urzulei. 

L’itinerario è particolarmente suggestivo in primavera, quando le colline sono tappezzate di fiori e le ginestre aggiungono al paesaggio un tocco dorato. Lungo il tragitto non incontrerete molte automobili, a parte qualche rara Fiat lanciata a tutta velocità, ma prestate molta attenzione soprattutto al tramonto, quando maiali selvatici, capre, pecore e mucche scendono verso la strada trascinando con sé pietrisco e rocce dai fianchi delle montagne. 

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