Allunaggio tra Laguna Blu e Heimaey
Appena arrivati la sensazione è molto straniante, innanzitutto l'atterraggio pare un allunaggio. Ma se l'Islanda è la Luna, beh, quelle che ci sta regalando sono emozioni da ululato! Ecco il racconto di due grandi esperienze sull'isola.

Allunaggio tra Laguna Blu e Heimaey
di Cristina Oddone e Angelo Pittro
Dopo due ore di volo sul mare compare una terra brulla, crepata che pare una gigantesca costruzione di sabbia fatta da un bambino. Negli ultimi minuti di volo l'aereo sembra fermo nel cielo... mancano i riferimenti a terra... niente macchine, né case, né uomini: ecco l'Islanda.
Sulla strada tra l'aeroporto e Reykjavík (50 Km) con una piccola deviazione si arriva alla Laguna Blu, la prima esperienza in presa diretta di questo blog: pare di fare il bagno in latte e anice, con aggiunta di sale e una bella scaldata.
L'aria in Islanda è sempre pungente, molto pulita e con i capelli bagnati ti tonifica e contrasta la temperatura a cui è immerso il corpo, con la complicità del vapore che sale. La Laguna Blu non è un segreto, ma è bellissima!
L'ingresso costa trenta euro, affittare l'accappatoio nove, un asciugamano cinque. La doccia per entrare è obbligatorio farla nudi ma donne e uomini sono separati. Il servizio è impeccabile: spogliatoi, armadi, saponi, lucchetti, tutto è organizzato alla perfezione. Finito il bagno mangiare è d'obbligo: il bar è molto ben fornito, i panini ottimi: più o meno 670 corone (4 euro) a panino.
Le giornate sono lunghissime, qui in Islanda, perché il sole non tramonta mai in questo periodo dell'anno. Tonificati dalla Laguna Blu, per vivere la seconda esperienza abbiamo girato per molte ore, senza sentire la stanchezza. Quando siamo tornati in hotel era mezzanotte, ma la notte non c'è, qui a Reykjavík. Ci accompagna la luce che sembra un'alba anche se non c'è stato tramonto ed è forse per questo che non siamo per nulla stanchi.
Girovagando verso sud, lungo la strada statale numero 1, quell'unico anello che fa il giro di tutta l'Islanda, abbiamo raggiunto il nuovissimo, piccolissimo porto (parola grossa, direi approdo) di Landeyjahofn, che da meno di un anno unisce in mezz'ora l'isola di Heimaey, l'unica abitata dell'arcipelago delle Vestmannaeyjar. Il traghetto che collega Landeyjahöfn a Heimaey è gestito dalla compagnia Eimskip; le corse giornaliere sono circa quattro di andata e quattro di ritorno.
Veniamo fin qui mossi dal desiderio di vedere i pulcinella di mare, colorati pennuti goffi come pinguini, grandi come polletti. Ma oggi non è stato facile avvistarli: niente vento, difficile volare per loro, hanno ali troppo piccole. Prendiamo una barca, ci allontaniamo dalla riva e finalmente li vediamo. Si trovano in una grotta scolpita dal mare, sono buffe e colorate forme di vita in questa terra ricoperta di lava. Ancora a proposito di questi simpatici pennuti: a Heimaey quasi tutti gli abitanti, prima o poi nella loro vita, hanno raccolto uova di pulcinella di mare dalle scogliere. Il metodo consiste in una arrampicata piuttosto complessa. L'unica sicurezza è tenere in una mano una corda ancorata alla cima... se un piede scivola, si stringe la corda e si rimane appesi... anche noi ci abbiamo provato... piuttosto pauroso ma divertente ed emblematico della vita qui.
La storia è nota da queste parti: un giorno il vulcano del posto si è messo in moto e per sei mesi ha eruttato ricoprendo questo fazzoletto di terra con cenere e lava. Ci sono voluti anni, ma alla fine gli ostinati abitanti sono tornati e oggi cinquemila anime tengono in piedi un'economia basata sulla pesca e da soli producono qualcosa come il 10% del PIL nazionale. Bisogna vederli gli scogli di questo arcipelago per capire come può essere forte la volontà di questa gente. E per rimanere incantati di fronte alla essenziale bellezza dei panorami. A proposito di vulcani: noi oggi siamo saliti sull'Eldfell (221 m): la terra delle pendici è ancora calda e la vista splendida.
Inutile segnalare caffé, alberghi o ristoranti. La scelta non è molta ma non avrete da lamentarvene perché trascorrerete il vostro tempo a camminare osservando come la luce cambia le prospettive al mondo. Però tenete presente che sul porto c'è un bar-drogheria nel quale si mangia un hotdog "dopato" (che qui si chiama "pulsa"), perché la salsiccia tipica è avvolta in una fettina di bacon croccante: vale lacorsa! Costa 260 corone (1,5 euro) ed è buonissimo.
Aspettiamo l'ultimo traghetto, in partenza alle 20:30. Dopo mezz'ora siamo in auto e ripartiamo verso la capitale più a nord del mondo. Sulla strada, poche fattorie, tanti mansueti cavalli islandesi, tanta pianura e una forte presenza di infinito. Intanto maciniamo chilometri e il tempo passa. Ma è difficile dire buona notte.