Breve guida di Kabukichō, il quartiere a luci rosse di Tokyo
Per anni è stato il punto della città in cui non recarsi - non senza accompagnatore locale, almeno - il luogo delle risse, degli eccessi decadenti, del sesso sporco. Ma Kabukichō, quartiere a luci rosse vicino alla stazione di Shinjuku, oggi è una delle cose da vedere a Tokyo.
Di giorno, Kabukichō è solo un’ordinaria zona della città, a volte un po’ sonnolenta e deserta, ma di notte tira fuori tutto il suo fascino. Qui di solito si inizia con un all-you-can-drink di birra e cocktail in un izakaya, per poi proseguire con una passeggiata per le vie con quelle che sembrano migliaia di luci al neon a illuminare la strada. Per tanti abitanti di Tōkyō una bella serata si chiude qui, uscendo barcollanti da un bar alle prime luci dell’alba con un paio di nuovi amici e senza voce per aver dato il meglio con i classici del karaoke.
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Storia di un quartiere a luci fosche
Doveva esserci un teatro, dove oggi spuntano love hotel e locali tipici di Kabukichō. Ma, spariti i bozzetti dell’edificio, nel 1872 il quartiere ha indossato le vesti che per decenni lo avrebbero reso famoso nel mondo come uno dei più malfamati, difficili e pericolosi. La II Guerra Mondiale ha nuovamente cambiato il volto di queste strade, distruggendole a causa dei bombardamenti e introducendo regole più ferree sulla prostituzione mentre si tentava di dare nuova forma alle macerie. In quegli anni, si dice, non si poteva entrare a Kabukicho da soli, non senza un accompagnatore fidato: covo e nido della yakuza, la mafia giapponese, non era adatto a famiglie e tantomeno a turisti avventati.
Un primo piano di riqualificazione di Kabukichō risale proprio a questi anni: il progetto di quel teatro che doveva essere fulcro iniziale del quartiere torna a vedere la luce. Non basta, però, per allontanare le ombre malfamate e i loschi traffici della vita notturna tra le sue vie. Insieme al disegno del teatro kabuki che doveva connotare la zona come centro culturale, sparisce anche la vocazione di Kabukichō a diventare "altro". Una folle urbanizzazione, la proliferazione di crimini, la forte immigrazione (soprattutto cinese) e uno spirito goliardico impongono le regole del passato: ovvero, zero regole. Negli anni Settanta nel quartiere arrivano hostess club, la versione moderna delle sale da tè in cui le geisha - versione originale, con l’immagine non ancora sporcata dalla guerra - servivano arte e chiacchiere a uomini potenti, senza mai concedersi. Nascono i love hotel, che avrebbero lanciato il format degli hotel a ore; i soapland, bordelli celati sotto le mentite spoglie di bagni pubblici.
La fama di Kabukichō come quartiere pericoloso cresce a dismisura, con il metro delle statistiche sulla criminalità, le sparatorie e le possibilità di finirci in mezzo, spesso senza motivo.
Nasceranno poi nuovi progetti per rilanciare il quartiere, nuovi piani politici che mirano all’espansionismo e alla pulizia (non solo delle strade, ma anche etnica). Rimarranno, per lo più, su carta. Nel 2023 è l’ennesimo ha scommesso sulla rinascita di un quartiere popolare e popolatissimo senza stravolgere o cancellare gli strascichi che la storia ha lasciato tra le sue vie.
Cosa fare (oltre il sesso) e cosa vedere a Kabukicho
Il sesso e le malefatte criminali non sono unici ospiti del quartiere. Inutile negare che siano ancora molto presenti, nonostante gli sforzi politici per cancellare certi influssi negativi. Negli anni però, ristoranti, locali caratteristici e musei si sono aggiunti alla vasta offerta ludica della zona. La testa di Godzilla si trova proprio qui: è il kaijū ("bestia strana") più famoso del mondo, protagonista assoluto del cinema giapponese e dei blockbuster americani che vi si sono ispirati. Questa gigantesca scultura del mostro che sembra mangiarsi il pezzo di un grattacielo è diventato uno dei punti di riferimento più noti di Shinjuku. Ogni tanto la testa addirittura si anima, ruggendo con occhi accesi e fauci fumanti. È possibile osservare da vicino la scultura (e farsi un selfie) dalla ‘Godzilla Terrace’ situata all’ottavo piano, adiacente alla lobby dell’Hotel Gracery Shinjuku.
Il Samurai Museum è un’altra attrazione della zona, sempre molto apprezzata. Frutto di una collezione privata, porta alla scoperta di armi e tecniche belliche usate da questi nobili guerrieri.
Ci sono poi le Thermae-yuIl, miglior esempio del fatto che il quartiere a luci rosse di Kabukichō stia (letteralmente) ripulendosi. Aperto nel 2016 è un tradizionale onsen con vasche coperte ed esterne, zone separate per uomini e donne e acqua termale che fuma, saune e anche una ganbanyoku (sauna con pietre bollenti.
Anche il Robot Restaurant si trova da queste parti: è un locale psichedelico in cui si viene serviti rigorosamente da androidi, opportunamente addestrati per il compito. Attualmente è chiuso per l’emergenza pandemica, un duro colpo per quella che viene considerata una delle attrazioni più amate e discusse dell’intera Tokyo.
Per un’esperienza davvero immersiva si può infine organizzare una serata negli Host Club, la versione per donne degli hostess club. Ancora una volta il sesso non è protagonista assoluto, sebbene rimanga sullo sfondo, soffuso e celato dietro le luci di un quartiere dal fascino decadente, ma dall’anima immortale.