Giappone: si fa e non si fa in viaggio

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I giapponesi sono persone calorose e accoglienti. La loro cultura può generare frustrazione, ma anche rivelarsi interessante proprio per la sua complessità e le apparenti contraddizioni. Per comprendere a fondo mentalità e lingua di questo paese sono necessari molti anni. Qualcuno dice che per chi non vi è nato è impossibile prendere totalmente confidenza con lo stile di vita del Giappone. Ciò non significa che tu non possa apprezzare l'arte dell'ospitalità e il rispetto per il prossimo che caratterizza questo paese.

Un succulento piatto di Sashimi a Kyoto © Fotografia di Lottie Davies / Viaggiatore Lonely Planet
Un succulento piatto di Sashimi a Kyoto © Fotografia di Lottie Davies / Viaggiatore Lonely Planet
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Anzi, meglio preparato sarai alla partenza e più apprezzerai il viaggio. Dedica qualche minuto a leggere questo articolo e inizia a considerare le differenze culturali che passano tra il Giappone e quella che consideri "casa" tua. La tua esperienza sarà più ricca ed eviterai alcuni momenti di imbarazzo.

Si fa...

Sii pronto a sorprenderti. Il Giappone è molte cose insieme. Città che non si fermano mai, montagne mozzafiato, serenità rurale, antichi templi e secoli di storia, cultura e tradizione.

Togliti sempre le scarpe quando entri in una casa, albergo, ristorante o ufficio. In generale, se l'edificio è dotato di genkan (un ampio atrio), potrai lasciarvi le scarpe e indossare pantofole. Te ne accorgerai dalla presenza di calzature diligentemente allineate o se il tuo ospite ti proporrà ansioso un paio di babbucce di plastica fuori moda.

Sii gentile quando incontri qualcuno o se ti accomiati. L'arte dell'ojigi (inchino) è un rituale complesso e non ci si aspetta che i non-giapponesi lo comprendano in toto. Come norma generale, gli uomini dovrebbero mettere le mani lungo i fianchi e inclinare il busto lentamente in avanti per non più di 45 gradi. La schiena dovrebbe rimanere perfettamente dritta. Le donne dovrebbero congiungere le mani in posizione "foglia di fico". Un inchino è più che sufficiente. Per i giapponesi la profondità, la durata e il numero degli inchini dipende dal grado sociale - un viaggiatore sarà apprezzato se vorrà almeno tentare.

Porta regali dal tuo paese di provenienza. Lo scambio di doni è un altro dei complessi rituali giapponesi. Fare regali non appropriati all'occasione può essere causa di imbarazzo. Tieni presente però che anche solo un piccolo scambio di qualcosa di tuo delizierà i tuoi ospiti. È anche un modo per rompere il ghiaccio se la lingua non aiuta. Koala di peluche, un modello della Torre di Pisa o quant'altro... tutto ciò che non si trova in Giappone sarà bene accetto. Evita regali costosi, basterà un piccolo gesto.

Ricambia con gratitudine e umiltà i gesti di generosa ospitalità. Qui troverai sempre qualcuno disposto a offrirti da mangiare o a bere qualcosa con te. Anche se non hai appetito, non offendere il tuo ospite rifiutando il cibo. Riguardo al consumo di alcolici, adeguati alle abitudini di chi è in tua compagnia, soprattutto se sei molto giovane. Devi dire "kanpai!" (salute) prima di bere birra o sakè, e non versare mai il contenuto del bicchiere!

Visita molti templi: sono molti e ricchi di storia. Anche se non hai una particolare sensibilità religiosa, dimostrati aperto alle convinzioni dei giapponesi. Impara a distinguere la differenza tra un tempio buddhista e un santuario shintoista. Se il nome del complesso termina in "-dera", "-tera" o "-ji", si tratta di un tempio buddhista. I santuari shintoisti hanno di solito il suffisso "-jingu". All'ingresso dei santuari purificati con il rituale del lavaggio delle mani. Nei santuari, il modo corretto di approcciarsi all'altare è fare un doppio inchino, battere due volte le mani, inchinarsi una terza volta e poi pregare in silenzio. Se è presente un gong, lo puoi battere una o due volte per attirare l'attenzione della divinità.

Infine, impara queste frasi e prova a usarle. I giapponesi apprezzeranno molto il tentativo.

Sì / hai / はい
No / iie / いいえ
Per favore / o-negai-shimasu / お願いします
Grazie / arigatō gozaimasu / ありがとうございます
Scusatemi / sumimasen / すみません
Non parlo giapponese / nihongo ga hanasemasen / 日本語が話せません
Non capisco / wakarimasen / 分かりません
Ancora una volta (per favore) / mō ichi-do (kudasai) / もう一度下さいMeraviglioso / subarashii / 素晴らしい
Che notizia! / keshiki ga ii ne! / 景色がいいね
Delizioso! / totemo oishi-katta desu / とても美味しかったです
Dov'è la toilette? / (toire) wa doko desu ka ? / (トイレ)はどこですか?
A presto / mata ne / またね
Arrivederci / sayōnara / さようなら

Non si fa...

Non offenderti per un comportamento apparentemente scostante. Anche se molti giapponesi saranno felicissimi di parlare con te, di testare il loro inglese e di mostrarsi gentili e accomodanti, non è detto che tutti lo siano. A volte i giapponesi sono imbarazzati perché pensano di non parlare in inglese con la necessaria fluidità. Se hai bisogno di aiuto, persevera: troverai presto una persona gentile e in grado di dare una svolta positiva alla tua giornata.

Non indossare le pantofole sul tatami (stuoia di paglia): toglile prima di salire sul tatami e sistemale ordinatamente vicino all'ingresso.

Non soffiare il naso in pubblico; tirare su è considerato più educato e igienico. Se sei raffreddato indossa una mascherina, che troverai ovunque.

Non alzare la voce in pubblico, anche dopo una notte di sakè. I giapponesi sono persone rispettose e, anche se amano divertirsi e bere, cercano sempre di non dare fastidio. Per lo stesso motivo, modera il volume della voce se telefoni in treno o su un mezzo pubblico.

Non trafiggere il cibo con le bacchette e non lasciare le bacchette infisse in una tazza di riso. È in questo modo che si offre il riso come offerta per i morti. Entrambe le azioni sono considerate offensive.

Non temere di essere rumoroso mentre mangi i tagliolini. È impossibile gustare una tazza di ramen senza qualche ghiotto "risucchio". Anzi, facendo molto rumore farai capire al cuoco che hai gradito.

Non mangiare o bere mentre cammini o ti muovi. Nessuno sa perché, ma i giapponesi semplicemente non lo fanno. A Roma, invece...

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