7 esperienze imperdibili nel Gujarat

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Molti visitatori si limitano ad attraversarlo durante il viaggio verso Mumbai o il Rajasthan, ma il Gujarat è un posto splendido che offre una ricca gamma di attrattive. Ahmedabad vanta un’architettura straordinaria e molti ottimi ristoranti, i parchi nazionali ospitano popolazioni uniche di leoni asiatici e asini selvatici, e i villaggi tribali immersi nelle remote aree rurali praticano da secoli l’arte della tessitura e del ricamo. Il Gujarat possiede anche un importante aspetto spirituale, grazie al lascito di Gandhi e ai siti sacri giainisti e hindu che richiamano schiere di pellegrini.

La Jama Masjid di Ahmedabad, costruita nel 1424, è una delle moschee più grandi del subcontinente indiano.
La Jama Masjid di Ahmedabad, costruita nel 1424, è una delle moschee più grandi del subcontinente indiano.
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Ahmedabad

Probabilmente la vostra prima tappa nel Gujarat sarà Ahmedabad, l’animata capitale dello stato, prima città dell’India a essere stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. All’inizio forse ne sarete sopraffatti, ma poi non potrete che restare conquistati dal gran numero di moschee, mausolei e templi secolari, dagli eccellenti musei e dagli ottimi ristoranti. Il modo migliore per vivere la città è pernottare nel centro storico, preferibilmente in un hotel pittoresco come il Deewanji Ni Haveli, l’House of MG o il French Haveli.

I buongustai avranno il loro bel da fare a scegliere tra le bancarelle di street food del Ratri Bazaar, i thali serviti in locali come il Gopi Dining Hall e le specialità del Gujarat proposte dal suggestivo Vishalla. Fatevi accompagnare da una guida locale affidabile per visitare l’imperdibile Calico Museum of Textiles, lo splendido Hutheesingh Temple, la casa di Gandhi nel Sabarmati Ashram e le splendide Jama Mosque e Siddi Sayid’s Mosque. Se avete tempo, uscite dalla città per vedere lo straordinario Modhera Sun Temple e il Rani-ki-Vav, lo spettacolare pozzo a gradini situato a Patan.

I villaggi artigiani del Kachchh

Da secoli gli artigiani del Kachchh – una delle zone più ricche dell’India per quanto riguarda l’artigianato – perfezionano la loro arte creando splendidi tessuti di ottima qualità. Ma non è tutto. Le comunità disseminate in tutto il territorio di quest’arida provincia sono specializzate anche in altre attività, come intaglio del legno, xilografia, ceramica e produzione di campane. Usando Bhij, capoluogo del distretto, come punto di partenza, potete avvalervi dei servizi di una competente guida locale come Salim Wazir o Kuldip Gadhvi, che saprà organizzarvi visite ai villaggi del Kachchh personalizzate in base ai vostri interessi. Tra gli artigiani di maggior talento spiccano Vankar Vishram Valji, una famiglia di tessitori a Bhujodi; Parmath, specialisti nei ricami degli ahir; Traditional Rogan Art di Nirona, che mantiene viva l’antica tradizione della pittura rogan; e il Dr Ismail Mohammed Khatri, che crea splendide xilografie utilizzando colori naturali. Il Living & Learning Design Centre Crafts Museum offre una splendida introduzione alla creatività degli artigiani regionali; se avete poco tempo a disposizione, potrete acquistare magnifici tessuti e stoffe nelle cooperative Kutch Mahila Vikas Sangathan, Kala Raksha, Shurjan e Khamir nei dintorni di Bhuj.


Aquiloni variopinti riempiono il cielo durante l’Uttarayan Kite Festival © anand purohit / Getty
Aquiloni variopinti riempiono il cielo durante l’Uttarayan Kite Festival © anand purohit / Getty
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Un tripudio di feste

La cucina del Gujarat è rinomata in tutta l’India per la ricchezza delle spezie e dei sapori, con chef e venditori di cibo di strada che si scatenano in occasione delle numerose feste celebrate in tutto lo stato. Durante la festa di Navratri, che cade in settembre o in ottobre, i fedeli hindu eseguono danze di massa in onore delle nove incarnazioni della dea Durga, e il menu standard del Gujarat viene sostituito con piatti speciali preparati senza carne né cereali.

L’Uttarayan Kite Festival, in gennaio, è un altro spettacolo straordinario, che riempie i cieli di Ahmedabad e di altre città con un caleidoscopio di aquiloni in competizione tra loro, dalle enormi balene e tigri alle minuscole monete da una rupia, mentre chioschi ambulanti servono prelibatezze stagionali come i jalebi (dolci dalla forma contorta a base di pastella fritta intrisi di sciroppo) e l’undhiyu, uno stufato di fagioli, patate dolci e altre verdure cotto in una pentola collocata in una fossa e riscaldata dall’alto. In novembre l’attenzione si sposta verso il Rann del Kachchh, dove una tendopoli emerge dalle pianure di sale per ospitare il Rann Utsav, una manifestazione che prevede spettacoli di danza e musica e deliziosi cibi tipici del Kachchh.

Champaner e Pavagadh

Pochi luoghi del Gujarat lasciano un’impressione indelebile quanto questo sito dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. In cima alla sacra collina vulcanica di Pavagadh sorge il Kalikamata Temple, meta dei pellegrini che vogliono rendere omaggio alla dea Kali come distruttrice delle forze del male. Anche se non siete fra loro, la vista a 360° che si ammira dal tempio merita ampiamente la salita di tre ore lungo la scalinata (ma in alternativa potete salire in funivia). Non lontano da qui, le secolari moschee di Champaner, antica capitale del Guajrat, presentano squisite decorazioni in pietra; le più pregevoli sono la Jami Masjid, la Nagina Masjid e la Saher ki Masjid.

Una leonessa asiatica e il suo piccolo nel Gir National Park © AJAY K SHAH / Getty
Una leonessa asiatica e il suo piccolo nel Gir National Park © AJAY K SHAH / Getty
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Gir National Park

Questa riserva di 1412 kmq, che si estende su alture boscose tra Veraval e Junagadh, è l’ultimo rifugio del leone asiatico; il periodo migliore per avvistarlo è quello tra dicembre e aprile. Il parco rappresenta un grande successo ecologista: a partire dagli anni ’60 il numero dei leoni è raddoppiato, quindi gli avvistamenti sono quasi garantiti. L’unico modo per accedere al parco è con un safari autorizzato da prenotare in anticipo; verrete trasportati in fuoristrada all’alba attraverso le fitte foreste e, se sarete fortunati, potrete vedere agili chinkara (gazzelle), aggraziati chital (cervi pomellati), nilgai (grandi antilopi) e sfuggenti giaguari. Quasi tutti i visitatori pernottano nei lodge e negli hotel rivolti ai partecipanti dei safari situati nella cittadina di Sasan o nelle immediate vicinanze, come per esempio l’Asiatic Lion Lodge o il the Gir Birding Lodge. Se preferite una sistemazione più lussuosa, Sasan offre anche un nuovo eco-resort, il Woods. Se non vi siete procurati il permesso per il safari in anticipo, potete comunque avvistare leoni e giaguari nel Devalia Safari Park, una piccola riserva all’interno di una riserva.


Templi in cima alla collina di Shatrunjaya  © mazzzur / Getty
Templi in cima alla collina di Shatrunjaya © mazzzur / Getty

Shatrunjaya

Sulla collina di Shatrunjaya, uno dei luoghi giainisti più sacri, quasi ogni giorno si può vedere un flusso di pellegrini vestiti con abiti eleganti. Quasi tutti camminano scalzi, i più vecchi sono trasportati da facchini. Unitevi a loro, e impiegherete meno di due ore per salire i 3300 gradini che portano allo spettacolare complesso di templi costruito sulla cima della collina, dove si dice che Adinath, il fondatore del giainismo, abbia meditato sotto l’albero di manikara. Non mancate di osservare gli splendidi e dettagliati bassorilievi che decorano l’interno dell’Adinath Temple, dopo di che potrete perdervi tra gli stretti vialetti e respirare l’atmosfera del luogo. Il pellegrinaggio è particolarmente spettacolare in occasione della festa di Kartik Purnima, quando il flusso di fedeli diventa una vera e propria marea che risale gli aridi pendii di Shatrunjaya, fermandosi lungo il cammino a rendere omaggio nei tunk (zone chiuse) dei templi più piccoli.

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Wild Ass Sanctuary

Nella luce dell’alba, con i raggi del sole che si riflettono sulla crosta salata, le spoglie pianure del Piccolo Rann del Kachchh sembrano scintillare come brina, e il sale scricchiola sotto i piedi come fosse neve. Il Piccolo Rann, una delle zone più inclementi del Gujarat, comprende il Wild Ass Sanctuary, dove vivono gli ultimi esemplari di khur, l’asino selvatico indiano dal manto marrone chiaro. Questi animali si cibano dell’erba che cresce sulle collinette che spuntano dalle pianure di sale. La stagione dei monsoni, da novembre a marzo, richiama una vasta avifauna, tra cui i fenicotteri. Il modo migliore per esplorare il Wild Ass Sanctuary è pernottare al Rann Riders, al Camp Zainabad o all’Eco Tour Camp; tutti i campi organizzano escursioni in fuoristrada che consentono di avvistare anche altri animali selvatici, tra cui antilopi azzurre, antilopi cervicapra e chinkara (gazzelle indiane).

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India
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