Questi sono i modi più furbi per riempire il bagaglio a mano

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Sì, esistono mode e tendenze anche per chiudere con successo la cerniera del bagaglio a mano perfetto, sia che stiate partendo per un tour all'avventura di due settimane in Vietnam, sia che abbiate optato per un weekend culturale in una città italiana. Tra packing cube e sushi-valigia ce n'è per tutti i gusti, anche per i maniaci del controllo e dell'ordine che amano portarsi dietro il loro mondo in formato 56x45x25. E tutti gli altri, ovvero i creatori di bagagli totalmente a caso? Si faranno due risate, perché se è vero che il viaggio è leggerezza, anche la nostra valigia ci rappresenta, che sia ordinata o no.

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Come si fa il bagaglio a mano perfetto? Armatevi di cubi, pazienza e mentalità zen. ©bymuratdeniz/Getty Images
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C'è chi fa i bagagli affidando al destino e alla casualità il fatto che il necessario per un viaggio stia tutto dentro una valigia XS e chi, invece, ha comprato da improbabili siti cinesi i contenitori da mettere nel contenitore, che promettono di far stare la qualunque in un bagaglio dalle dimensioni minime. Dimmi cosa infili in valigia e ti dirò come viaggi, diceva qualcuno. Ma di questi tempi, anche il "come" fa la differenza perché sì, ci sono mode e trend anche su come costruire il bagaglio a mano perfetto che mescolano i dettami di filosofie e culture orientali alla massima organizzazione scandinava. Buttare le cose alla rinfusa dentro la valigia? Vietatissimo, almeno per chi ha fatto dei packing cubes e della sushi valigia il suo unico credo da viaggiatore. E presuppone non solo spirito di ottimizzazione ma anche di organizzazione: che stiate per partire col fidato zaino in spalla a caccia del Vietnam sconosciuto o per un weekend alla scoperta di Parma, lasciare al caso ciò che si mette in valigia non è proprio ammesso. Provare per credere.

Come fare il bagaglio a mano con i trend per creare la valigia perfetta

Dal Giappone è arrivato uno dei trend che non perde vitalità da diversi anni, quello della sushi-valigia: l'ha ideato Marie Kondo che ha fatto del suo metodo, Kon-Mari, un vero marchio di fabbrica (e un business da milioni di dollari). Sul come fare la valigia la life-organizer Marie Kondo ha le idee ben chiare perché per lei si arrotola tutto, il capo si infila nel bagaglio e il colpo d'occhio così è notevole: i colori spiccano, lo spazio incredibilmente aumenta e quella maglia in più che col metodo classico (vestiti uno sopra l'altro, o che occupano ogni anfratto disponibile) proprio non ci stava magicamente è in coppia con il vestito che pensavate di non riuscire a portare con voi. In Italia l'ha rilanciato la content creator Sonia Grispo che con uno dei suoi video su YouTube e con i suoi articoli sul tema ha piegato al trend della sushi-valigia più di un disordinato.

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Sulla logica del "cosa portarsi", quello sta alla vostra coscienza: Marie Kondo con la sua filosofia giapponese del riordino dice di lasciare a casa cose che già sappiamo in partenza che non useremo e di accoppiare i capi della stessa tipologia. Per arrivarci ci vuole una grande forza di volontà e la capacità notevole di dare a una t-shirt la vaga forma di un maki, ma chi opta per questo trend e viaggia con la sushi-valigia al seguito dice di aver risolto un sacco di rogne in viaggio e di aver imparato a selezionare a monte le priorità. Così fare la valigia diventa una specie di seduta di psicoterapia (gratis e applicabile anche agli armadi: brava Marie).

La moda più recente però mette da parte il sushi e tira fuori i packing cubes: sono dei semplici organizer di viaggio che, posti in un bagaglio a mano, ottimizzano lo spazio e la vita da girovaghi. I cubes sono in vendita ovunque a prezzi ridottissimi e chi li ha provati ha detto che la sua vita di traveller è cambiata in meglio perché riporre oggetti e vestiti in micro-contenitori aiuta a focalizzare meglio l'attenzione sulle cose che servono davvero. In questo caso da quella del maki si passa alla logica del tetris: i cubi contenitori sono una matrioska con pezzi che si incastrano perfettamente e in effetti per gli amanti della geometria, una valigia fatta così è pura poesia.

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I packing cube non bastano? C'è anche la versione flat, ovvero quella che spinge sul potere di contenitori a forma di astuccio in cui infilare biancheria e vestiti. I teorici degli organizer pouch puntano tutto sul fatto che appiattire i capi da portare con sé sia la mossa vincente per portarsi dietro un paio di scarpe in più. E c'è chi prende pure le misure, come novelli ingegneri, per sfruttare ogni minimo centimetro del bagaglio con saggezza.

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La perfezione dei cubi per fare il bagaglio è affascinante anche per chi non ama partire seguendo uno schema, ma per i meno rigidi c'è sempre il bundle wrapping: un metodo che mescola necessità di ottimizzare gli spazi con quella di lasciare un po' le cose al destino. In questo caso il capo più grande accoglie a avvolge come una tortilla messicana tutti gli altri più piccoli, creando un fagotto (bundle) che fa da contenitore unico. Funziona? Solo se non siete una taglia XS: in quel caso usare una vostra t-shirt come fascia "porta tutto il resto" può diventare un problema.

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