La cannabis è legale in Thailandia, ma non è così semplice: le cose che i viaggiatori devono sapere

4 minuti di lettura

La Thailandia, che fino a non molto tempo fa aveva una legislazione sulle droghe tra le più inflessibili al mondo, ha aperto le porte alla cannabis. Ma potrebbe non durare.

Marijuana in vendita nel negozio Sukhumweed, Bangkok, estate 2022. © Nelson Antoine / Shutterstock
Marijuana in vendita nel negozio Sukhumweed, Bangkok, estate 2022. © Nelson Antoine / Shutterstock
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La cannabis per uso medico è stata legalizzata nel 2018: la Thailandia è stata il primo paese asiatico a procedere in questa direzione. Nel 2022 la Food and Drug Administration thailandese ha poi depenalizzato la marijuana rimuovendola dall’elenco degli stupefacenti di categoria 5. A parte le restrizioni per i minori di 20 anni e per le donne incinte o in periodo di allattamento, il provvedimento ha dato a tutti la facoltà di coltivare, fumare, consumare, vendere e comprare cannabis e derivati.

La legge in vigore, va detto, stabilisce che la cannabis, per essere lecita, debba contenere meno dello 0,2% di THC, tra i maggiori principi attivi dell’erba: una quantità generalmente considerata molto bassa. In ogni caso, la depenalizzazione ha dato via libera a un mercato parallelo a quello legale, che tratta, alla luce del sole ma senza licenze, prodotti che superano di gran lunga il limite di THC stabilito dal governo.

Le strade della Khao San Road di Bangkok pullulano così di tavolini che gemono sotto il peso di mucchi di germogli il cui contenuto di THC è ben superiore allo 0,2%. A Chiang Mai, i turisti sorseggiano allegramente cocktail ad alto contenuto di marijuana, e sulle isole i bong passano tranquillamente di mano in mano.

Finora è stato mantenuto un certo equilibrio tra quello che è permesso e quello che è vietato. I thailandesi approfittano di questa zona grigia e le autorità non sono in grado di applicare compiutamente la norma. Tuttavia, il nuovo governo ha annunciato che metterà fine a questa fase con una nuova legge più circostanziata e restrittiva.

Che cosa significa tutto questo per i turisti che hanno provato o che vogliono provare la cannabis durante la loro prossima visita?

Un punto vendita all’aperto, Nakhon Pathom. © MrWinn / Shutterstock
Un punto vendita all’aperto, Nakhon Pathom. © MrWinn / Shutterstock

Le leggi sul THC sono confuse e possono cambiare senza preavviso

Nonostante la depenalizzazione, il governo thailandese continua a non vedere di buon occhio il fatto che le persone fumino marijuana in pubblico. Nel tentativo di arginare il fenomeno, le autorità si rifanno alla legge sulla salute pubblica del 1992, che proibisce qualsiasi «atto di disturbo pubblico» derivante dall’assunzione di derivati della cannabis. I trasgressori rischiano una multa di 25.000 baht (circa 690 dollari) e tre mesi di prigione.

Il ministro della Sanità che ha sostenuto la legge ha dichiarato che è più saggio, per chi visita la Thailandia, limitare al minimo il consumo di marijuana a scopo ricreativo, il che significa, in estrema sintesi, che basta non assumerne in pubblico per non avere problemi. Per ora è ancora così.

Il nuovo progetto di legge (pubblicato sul sito web del Ministero della Salute, dovrebbe essere approvato alla fine del 2024) mira a cambiare le cose, consentendo solo l’uso medico e sanitario della cannabis e proibendo quello ricreativo sotto ogni forma. Anche per l’importazione, l’esportazione, la coltivazione e l’uso commerciale della cannabis saranno necessari dei permessi.

Nella bozza le multe per l’uso ricreativo sono fissate a 60.000 baht (1.700 dollari). Al momento non è ancora chiaro che cosa si intenda per «uso ricreativo» e l’attuale proposta di legge non menziona la necessità di una prescrizione o di un attestato che definisca l’«eccezione per uso medico e sanitario».

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Marijuana esposta sul furgoncino di un venditore ambulante, Khaosan Road, Bangkok © Nelson Antoine / Shutterstock
Marijuana esposta sul furgoncino di un venditore ambulante, Khaosan Road, Bangkok © Nelson Antoine / Shutterstock

Come può un turista consumare legalmente l’erba?

Il nostro consiglio è di seguire online l’evolversi della vicenda, perché le regole potrebbero cambiare repentinamente, esponendo turisti in perfetta buona fede al rischio di essere multati o addirittura arrestati.

Tuttavia, anche dopo l’approvazione della legge, è molto probabile che permanga una sorta di zona grigia. La floridissima industria dell’erba, che vale 1,2 miliardi di dollari, non scomparirà certo da un giorno all’altro e, per quanto la moltitudine di negozi semilegali si possa in qualche modo riciclare nella veste di "farmacie naturali", l’attuale proposta di legge non avrà un compito facile nello stabilire il confine tra salute e divertimento.

Detto questo, molte cose potrebbero cambiare nel giro di pochi mesi in termini di severità della legge e di tempi di approvazione. Il governo si è anche impegnato a lasciare agli operatori del settore il tempo di adeguarsi alla nuova normativa, il che dovrebbe logicamente estendersi anche ai clienti finali.

Se state visitando la Thailandia e avete bisogno di cannabis a basso contenuto di THC o CBD per uso terapeutico, potete richiedere una prescrizione presso una rete di ospedali e cliniche autorizzate, che dovrebbero continuare a operare anche dopo l’entrata in vigore della nuova legge.

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Un evento a tema a Nakhon Pathom. © MrWinn / Shutterstock
Un evento a tema a Nakhon Pathom. © MrWinn / Shutterstock
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La marijuana nei cibi e nelle bevande

La legge attuale stabilisce per i prodotti alimentari e le bevande il solito limite dello 0,2% di THC. Le violazioni, anche in questo settore, sono però assai diffuse. 

Dopo la depenalizzazione diverse aziende del settore alimentare hanno cominciato a produrre cibi e bevande di ogni genere a base di cannabis (persino una salsa al gusto di pesce!): li troverete in vendita nei minimarket del paese. Un recente studio della più importante università thailandese ha rilevato che il 30% di questi prodotti supera il limite di THC fissato dal governo.

È possibile introdurre in Thailandia prodotti a base di cannabis?

No. Secondo le linee guida stabilite dalla Tourism Authority of Thailand, importare in Thailandia questi prodotti espone a rischi molto seri. Per contro, fino all’approvazione della nuova legge di cui si è parlato, è consentito portare la marijuana sulla propria persona, sui mezzi di trasporto pubblico e persino sui voli interni, come confermato di recente dalla Airports of Thailand Authority (AOT).

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