8 esperienze da vivere nel Benin

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Questo piccolo Paese dell'Africa occidentale vanta terre sconfinate e rigogliose, spiagge stupende e mercati unici. Ecco le otto migliori esperienze da vivere nel Benin

Uomo trasporta legno in bicicletta, Benin, Africa occidentale
Vivete la cultura beninese e scoprite l’incredibile storia del Paese attraverso queste esperienze © Peeter Viisimaa/Getty Images
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Il Benin è la patria del vudù, una religione che venera gli spiriti collettivi e gli antenati. Ai tempi della tratta atlantica, i commercianti di schiavi costringevano però i seguaci del vuduismo a convertirsi al cristianesimo. Approfondite questo capitolo di storia visitando i musei del Benin, piccolo Paese dell’Africa occidentale che vanta terre sconfinate e rigogliose, spiagge stupende e mercati unici. È una destinazione molto gettonata tra gli avventurieri che vogliono conoscere le ricchezze culturali dell’Africa: ecco 8 cose da fare in Benin.

Ganvié sul Lago Nokoué, Benin
Il villaggio su palafitte di Ganvié sul Lago Nokoué, vicino a Cotonou © Getty Images

1. Visitare Ganvié, il più grande villaggio su palafitte in Africa

Tra le esperienze offerte dal Benin, mettiamo al primo posto la "Venezia d’Africa", oppure citando il nome ufficiale, Ganvié. È un antico villaggio su palafitte abitato da watermen, ovvero persone che si sono adattate a vivere circondati dalle acque poco profonde del Lago Nokoue. Ganvié fu fondata ai tempi della tratta atlantica degli schiavi, quando il popolo Tofinu fuggì dalla terraferma per trovare rifugio in questa località paludosa e mettersi in salvo dai guerrieri Fon che volevano venderli come schiavi. I Fon sono una tribù del Benin tristemente nota per aver rivestito il loro ruolo di cacciatori di schiavi in quell’epoca. Oggi, Ganvié conta una popolazione di 20 mila persone che hanno fatto della pesca e del turismo le due principali fonti di reddito.

Fate una gita di un giorno a Ganvié, a soli 9 chilometri da Cotonou, e immergetevi nella cultura locale. Inoltre, i 16 mila ettari del Lago Nokoue sono un’occasione d’oro per gli amanti del birdwatching: qui vivono l’anastomo africano e l’airone tigrato crestabianca.

Consiglio pratico: assicuratevi di star pagando un prezzo equo per l’escursione al villaggio di Ganvié, perché spesso i turisti vengono truffati con sovrapprezzi senza logica. Ganvié è una delle destinazioni turistiche più frequentate del Benin, quindi è saggio procurarsi una guida affidabile. 

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2. Scoprire la cultura occulta a Ouidah

Quando si visita il Benin, non può mancare una tappa a Ouidah nell’itinerario. Perché? È una destinazione da dark tourism, ovvero un’esperienza che mescola il piacere del viaggio al fascino per la morte. Se gli strani siti oscuri fuori dall’ordinario vi incuriosiscono, Ouidah è ciò che state cercando. Visitate il Tempio dei Pitoni, dove una miriade di pitoni striscia sul pavimento, in preparazione ai rituali vudù. Oppure, visitate il Musée de la Fondation Zinso per approfondire il passato coloniale del Benin. Come ultima tappa dell’odissea a Ouidah, consigliamo la Route des Esclaves, per rivivere l’esperienza degli schiavi, partendo dal momento in cui venivano venduti come merce al mercato degli schiavi alla Porta del Non Ritorno, un monumento che onora gli schiavi partiti dal Benin e mai più tornati.

Consiglio pratico: stabilite un prezzo con l’autista che includa i biglietti d’ingresso ai siti d’interesse per risparmiare denaro. 

Donna che cucina per strada nel Benin, Africa
Una donna che cucina per strada © Ines Gesell / Lonely Planet

3. Immergersi nel trambusto di Cotonou

Questa elettrizzante città è il cuore pulsante del Benin e offre molte attività in grado di soddisfare una vasta gamma di viaggiatori. Se desiderate acquistare un ricordo del viaggio, passate dal Centro Artigianale per acquistare chincaglierie e souvenir. Se desiderate sfruttare al massimo le opportunità di shopping del Benin, fate tappa al Grand Marché du Dantokpa. Qui troverete di tutto, dal pesce al sapone. La parte settentrionale del mercato ha pure una sezione dedicata al vudù, dove i sacerdoti fanno rifornimento per i rituali. Cotonou sarà la vostra prima e ultima meta durante il viaggio nel Benin, poiché è qui che si trova l’aeroporto internazionale.

Consiglio da local: non camminate sulla spiaggia da soli e non nuotate da soli, in qualsiasi momento della giornata.

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4. Immergetevi nella storia dell’antica capitale di Abomey

Se siete amanti della storia, dovete assolutamente visitare i Palazzi Reali di Abomey. Situata nella parte settentrionale del Benin, Abomey era un tempo capitale del potente Regno di Dahomey dell’Africa occidentale, che governò dal 1600 al 1814. Il sito è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco ed è custode di tante storie avvincenti dei tempi in cui i re vivevano qui: procuratevi una guida locale che ve le possa raccontare.

Ad Abomey hanno inaugurato anche la recente Passeggiata degli schiavi, un percorso che simboleggia l’ultima tappa del viaggio degli schiavi, dal momento in cui lasciavano l’Africa fino all’arrivo nelle Americhe. I 3 km di statue e memoriali che rendono omaggio alle persone che furono vendute e costrette a una vita di schiavitù si concludono al vecchio mercato degli schiavi.

Consiglio pratico: tenete a mente che Abomey è piuttosto lontana da tutte le altre città e paesi del Benin.

5. Esplorate l’eredità portoghese a Porto-Novo

Porto-Novo è la capitale del Benin, ricca di storia sul regno del popolo Gun, ha un forte legame con la Francia, che un tempo la elesse capitale della colonia. Fu ribattezzata Porto in onore dei portoghesi che ne fecero un centro di commercio di schiavi.

Visitate la Grande Moschea, costruita nel 1912 dalla comunità brasiliana del Benin, ispirandosi alle chiese in stile coloniale. Questo stile architettonico di chiesa cristiana si è diffuso dal Portogallo al Brasile fino al Benin, dove è stato usato anche per costruire una moschea musulmana.

Altri luoghi da visitare sono il Musée Ethnographique de Porto Novo, che vi insegnerà le usanze delle varie tribù del Benin, il Centre Songhai, centro agricolo sostenibile, e il Musée de Silva, che celebra la comunità afro-brasiliana. Infine, un villaggio meno turistico su palafitte: Aguégué, a 10 km da Porto-Novo.

Consiglio pratico: dopo aver visitato i siti storici, imperdibili essendo così unici nel loro genere, considerate che Porto-Novo vanta anche alcune spiagge spettacolari. 

Grand-Popo, spiaggia del Benin, Africa Occidentale
Grand-Popo, famosa spiaggia del Benin © Shutterstock / Dave Primov
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6. Rilassarsi sulla spiaggia appartata di Grand-Popo

Questo è il posto perfetto per rilassarsi e spegnere la mente durante un viaggio nel Benin. Una spiaggia non commercializzata, che preserva ancora la cultura e le tradizioni di una volta, Grand-Popo è da visitare durante la bassa stagione, così da godersela in pace.

Da non perdere Bouche du Roy, dove il fiume incontra l’oceano, e Villa Karo, un centro culturale in cui si incontrano Finlandia e Africa occidentale. Se desiderate un’esperienza più culturale, potete visitare Lac Ahémè, dove le donne raccolgono il sale, per scoprire i metodi di coltivazione tradizionali beninesi. 

7. Partecipare a un safari per avvistare la fauna selvatica nel Parco Nazionale del Pendjari

Una grande concentrazione di animali selvatici abita il Parco Nazionale del Pendjari, tra cui leoni, ippopotami, elefanti e bufali. È una riserva remota che occupa 2.755 km quadrati, con punti panoramici nascosti tra colline e scogliere. Il clima tropicale della regione garantisce precipitazioni frequenti ogni anno, consentendo alla lussureggiante vegetazione di prosperare.

Si consiglia di procurarsi una guida per assicurarsi un incontro con i più grandi mammiferi della Terra e con gli affascinanti rettili. Potete inoltre fare birdwatching.

Consiglio pratico: ricordatevi di indossare un cappello e la protezione solare durante il safari. 

8. Fare una tappa alla casa del burro di karitè

A soli 50 chilometri dal Parco Nazionale del Pendjari, troverete i famosi produttori di burro di karitè di Natitingou, deviazione immancabile di un itinerario nel Benin. Questa piccola città ospita un museo all’interno di un ex edificio coloniale francese e nasconde una storia interessante sul popolo Somba del Benin. Se amate la cultura africana, questo è il posto migliore per approfondire la cultura del popolo Somba e vedere con i propri occhi i loro spettacolari metodi di costruzione. Natitingou è anche il posto migliore per vedere come si produce il burro di karitè e acquistarne alcuni barattoli come souvenir.

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